giovedì 27 settembre 2012

REGIONI, QUELLE FACCE DI BRONZO A SINISTRA


La sinistra che pensa di trarre vantaggio dalle vicende del Lazio, si illude, ha la coscienza sporca e la memoria corta. Se problemi e malcostume ci sono (come ci sono), riguardano l'intero sistema degli enti locali, regioni innanzi tutto ma anche comuni e province.  E se nel Lazio la crisi è esplosa con molto rumore e folclore, in altre situazioni il malaffare e le inefficienze delle giunte rosse sono stati tenuti ben occultati all'opinione pubblica. Parliamo dell'Emilia-Romagna, che non ha ancora distribuito i fondi raccolti per il terremoto mentre il governatore Pd Vasco Errani ha concesso un milione di euro alla coop Terre Emerse del fratello Giovanni. Non lo diciamo noi, lo afferma la procura di Bologna che ha chiesto il rinvio a giudizio di Errani per falso ideologico. Parliamo della Puglia, dove Nichi Vendola, promesso sposo (elettorale) di Pier Luigi Bersani è indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta sulla sanità locale.
E si tratta degli ultimi e penultimi episodi. Senza contare il caso Penati alla provincia di Milano, le inchieste sul governatore della Liguria su Enav, finanziamenti alle industrie e addizionali, la bufera giudiziaria che aveva travolto l'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi per tangenti sulle mense scolastiche. Non saremo certo noi ad affidarci al giustizialismo in politica, ma non tollereremo neppure l'ipocrisia della sinistra. Tipo quella che, proprio nel Lazio, ha fatto dimettere i consiglieri del Pd che però continuano a nascondere l'uso che hanno fatto dei finanziamenti pubblici: mentre saltano fuori miglia di euro spesi in enoteca e decine di migliaia dati a tv locali. "Nel contributo a realtà informative locali non c'è niente di male" si arrampica sugli specchi il capogruppo Esterino Montino. "Mentre a Natale abbiamo fatto regali a bambini senza reddito". In enoteca!

mercoledì 26 settembre 2012

FORZA TUTTA BERLUSCONI: ABROGARE L’ATTUALE SISTEMA DI FINANZIAMENTO AI PARTITI


Incontro nel pomeriggio, a Palazzo Grazioli, tra il presidente dimissionario della Regione Lazio, Renata Polverini, e l'ex premier Silvio Berlusconi. Ieri Polverini aveva incontrato a Montecitorio il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e in serata aveva annunciato le sue dimissioni. ''Bisogna abrogare il sistema di finanziamento di gruppi e partiti così come l'abbiamo conosciuto - aveva affermato in una nota diffusa poco prima Berlusconi -. Si sono fatti dei passi in questa direzione, a livello centrale, ma non basta. Le finanze pubbliche regionali e locali devono subire un esame senza indulgenze, e si deve procedere all'abrogazione di ogni erogazione impropria e alla messa in opera di controlli indipendenti che nessuna norma legislativa a tutela dell'indipendenza delle istituzioni può ostacolare''. Stamane la Polverini e' tornata sullo scandalo dell'uso dei fondi pubblici da parte del gruppo Pdl al Consiglio regionale del Lazio, che l'ha portata alle dimissioni: ''E' la prima volta che una giunta se ne va pagando le colpe gravissime di altri. I miei collaboratori non hanno alcun problema - ha affermato a Tgcom24 -. Per vigilare avrei dovuto essere presidente del consiglio regionale. Pensavo di essere stata eletta per fare il presidente della giunta regionale e non il consigliere''. ''Sono ancora nel mio ufficio, - ha proseguito la Polverini - ma come previsto dallo statuto rimarro' fino alle prossime elezioni. Mi auguro di poter tornare a una vita più normale di quella dell'ultimo mese''.


martedì 25 settembre 2012

LA POLVERINI SI DIMETTE. E GLI INDAGATI ERRANI E VENDOLA RESTANO AL LORO POSTO,


LA GOVERNATRICE DEL LAZIO, NON INDAGATA, LASCIA E ATTACCA:” ADESSO GLI SMASCHERO IO GLI IPOCRITI”. CHI SONO? I DEMOCRATICI, CHE NON DICONO UNA PAROLA SUI LORO IMBARAZZI.
REGIONE LAZIO, LE DELIBERE CON L’AUMENTO DA 1 A 14 MILIONI DE I FONDI DESTINATI AI GRUPPI POLITICI SONO SEMPRE PASSATE ALL’UNANIMITA’, CON PURE L’ACCORDO DI PD E IDV
Le erogazioni ai gruppi politici della Regione Lazio sono lievitate senza che fosse fornita alcuna giustificazione specifica. Le decisioni dell’ufficio di presidenza, poi ratificate dal consiglio regionale — che hanno consentito di passare da un milione di stanziamento ratificato il 26 gennaio 2010 (la giunta all’epoca è guidata dal centrosinistra) ai 14 milioni dell’8 novembre 2011 — sono sempre state motivate con una generica esigenza di denaro. E adesso pure su questo si stanno effettuando controlli. La legge prevede infatti che si specifichino i motivi delle variazioni di bilancio, soprattutto se i fondi devono essere sottratti ad altre “voci”. Nonostante la norma fissi criteri precisi per la gestione dei soldi pubblici, le delibere che determinavano i nuovi stanziamenti sono sempre passate all’unanimità, vale a dire con il consenso di maggioranza e opposizione. «Il presidente Mario Abbruzzese decideva d’accordo con il segretario generale Nazzareno Cecinelli e tutti votavano senza effettuare alcuna obiezione o verifica», ha raccontato durante il suo interrogatorio della scorsa settimana l’ex capogruppo Franco Fiorito, ora indagato per peculato. A dimostrarlo ci sono adesso le copie degli atti acquisiti la scorsa settimana nella sede della Pisana dagli uomini del Nucleo Valutario per ordine dei magistrati. Il primo provvedimento preso dopo l’elezione della nuova giunta guidata da Renata Polverini risale al 14 dicembre 2010. Il denaro messo a disposizione dei partiti viene aumentato fino a 5,5 milioni di euro. Il 10 febbraio 2011 l’ufficio di presidenza decide all’unanimità che quello stanziamento è

lunedì 24 settembre 2012

MILLE RAGIONI PER TAGLIARE LE REGIONI. BERLUSCONI: E’ L’ORA DEL RIPULISTI


PER COLPIRE LA CASTA E I COSTI ESAGERATI DEL SETTORE PUBBLICO MANCA IL CORAGGIO CIVILE E RADICALE DI ABOLIRE LE REGIONI. 
Per colpire la casta e i costi esagerati del settore pubblico manca il coraggio civile e radicale di abolire le Regioni. Lo scrivo da tempo. Sono la vergogna d’Italia, persino più del Parlamento (da dimezzare). Il marcio emerso ora è solo la cresta, il costo vero è il raddoppio di tut­to: ci permettiamo il lusso di mantenere un doppio Stato, uno centrale e uno federale. Le Regioni costano l’ira di Dio, moltiplicano il ceto politico e il finanziamento pubblico ai partiti, dispongono di poteri esagerati, divorano risorse, duplicano la burocrazia statale. Anziché accanirsi con gli spiccioli delle Province, è lì che bi­sogna tagliare. L’inizio del declino italiano,del suo in­debitamento e della crescita vertiginosa della partitocrazia, coincide con la nasci­ta delle Regioni, 1970. Se si vuol risanare il Paese, restituite sovranità e competenze allo Stato, anche in materia di sanità e pubblica istruzione, ripristinate il ruolo delle prefetture, magari adottando siste­mi selettivi più rigorosi istituendo una scuola superiore dei dirigenti amministrativi e prefettizi. Tra lo Stato e i Comuni basta un solo ente intermedio: le Province regionali. Ce ne sono in Italia meno di una cinquantina e corrispondono alla storia e alla fisionomia del nostro territorio. Sostituirebbero Province e Regioni con strutture più incisive e snelle, con compiti delimitati. Una riforma necessaria, risparmiosa e ragionevole, perciò non si farà mai. Non sono in grado di farla né i partiti né i tecnici. E allora chi? Chi? La domanda risuona nel vuoto. La base del PDL è pronta con banchetti, Berlusconi batti un colpo!

sabato 22 settembre 2012

VERGOGNA!


UN ABISSO DI IMMORALITA’ CHE LASCIA SENZA PAROLE INTERVENIRE SUBITO A TUTTI I LIVELLI

Siamo in un abisso di immoralità sintomo di un sistema che non funziona più non solo per un singolo partito, ma per il complesso del meccanismo del finanziamento della politica. Si e’ prodotto un meccanismo diffuso di ruberie, di approfittamento personale e di sfrontatezza”.

venerdì 21 settembre 2012

LE REGIONI IGNORANO IL DECRETO DEL GOVERNO E NON TAGLIANO ASSESSORI E CONSIGLIERI.


LA NORMA E’ RISPETTATA SOLO DAI PICCOLI COMUNI

Le regioni ignorano il decreto del governo; e non solo. Altro che abolizione: solo pochi mesi fa LA REGIONE LAZIO HA ESTESO IL VITALIZIO AGLI ESTERNI, una decisione scandalosa che ha avuto ben poca risonanza sui mass media nazionali (ne ha parlato solo "Il Fatto Quotidiano" e poche altre testate locali) e anche l'opposizione certo non si è "strappata i capelli", visto che in futuro, sicuramente avranno modo di beneficiarne anche loro.... staff nocensura.com--di seguito l'articolo de "Il Fatto Quotidiano" "Le Regioni ignorano il decreto del governo e non tagliano assessori e consiglieri" La legge 138/2011 che prevedeva la riduzione dei componenti dei consigli da 1.100 a 700 e degli uomini di giunta da 211 a 148 resta lettera morta. I Comuni sul piede di guerra: l'Anci denuncia la disparità di trattamento tra gli enti
Quattrocento consiglieri e centocinquanta assessori regionali di troppo, 110 enti enti che sulla carta erano da abrogare ma che sono rimasti in piedi. Almeno per ora. I furbetti della finanza pubblica hanno nome e cognome. Sono le Regioni e le Province d’Italia che erano chiamate a una cura dimagrante ma che sono riuscite a evitare abilmente tutti i tagli, compresi quelli al numero delle poltrone, alle indennità, ai trattamenti previdenziali e al numero degli enti provincia. Le riduzioni erano previste dalla manovra di Ferragosto e dovevano arrivare entro il 13 febbraio per essere applicate alle prime elezioni, le amministrative di maggio. E invece tutto il corredo di tagli della legge 138/2011 è rimasto lettera morta. A denunciarlo è un dossier del Sole24Ore che mette in fila numeri e metodi che hanno consentito agli enti regionali e provinciali di fare esattamente il contrario del dettato legislativo: mentre l’Italia dibatteva di ridurre costi e poltrone, Regioni e Province non solo non facevano nulla per adeguarsi, ma facevano crescere la spesa corrente come nulla fosse. I conti sono presto fatti. Le legge indicava alle Regioni di ridurre il numero dei consiglieri da 1.109 a 700. A dover fare i sacrifici maggiori erano quelle con un numero di poltrone abonorme rispetto alle media. La Sicilia, ad esempio, doveva passare da 90 a 50 consiglieri, la Sardegna da 80 a 30. Niente di tutto questo. Oggi, a sei mesi dalla legge, le uniche regioni che hanno ridotto le poltrone sono Veneto e Toscana che sono passate rispettivamente da 60 a 50 consiglieri e da 90 a 50. Lombardia ed Emilia erano già in linea col

giovedì 20 settembre 2012

FAENZA: FIERA ADDIO, ENOLOGICA PRONTA A LASCIARE LA CITTA’ NO NO



Enologica dal 2013 non si terrà più a Faenza. Quella di quest'anno potrebbe essere l'ultima edizione del fortunato e seguito evento dedicato al mondo del vino e della cultura del gusto realizzato all'interno dell'ormai ex centro fieristico provinciale di Faenza. Questo è lo stato di fatto, non ancora ufficiale ma conseguente, che si evince a seguito dalla decisione dell'Amministrazione comunale di non investire un milione di euro per mettere a norma lo spazio fieristico di via Risorgimento.
«Da faentino mi dispiace, ma le condizioni per ospitare un evento complesso dal punto di vista logistico ed organizzativo come quello di Enologica non ci sono più se viene a mancare la realtà di via Risorgimento». Questa è l'analisi, impietosa e laconica, portata dal curatore del Salone del vino e del prodotto tipico dell'Emilia-Romagna, Giorgio Melandri. Di possibili spazi cittadini alternativi capaci di poter ospitare l'evento autunnale «non ce ne sono». Un brutto colpo, se questa ipotesi si dovesse concretizzare, visto che Enologica rappresenta un fiore all'occhiello della e per la città. «Il Palazzo delle Esposizioni non è una struttura adeguata ad ospitare l'evento e - rimarca Melandri - se anche l'Amministrazione dovesse intervenire nel recupero architettonico non sarebbe comunque possibile pensare di poterlo vedere finito per il 2013». In conclusione, visto che Enologica è un salone dall'eco regionale «dal 2013 altri spazi capaci di ospitarci non sarà difficile trovarli». A seguito della decisione di palazzo Manfredi di non investire sull'adeguamento antincendio della Fiera, ad essere in forse non c'è solo Enologica. Anche la settimana di solidarietà organizzata dall'associazione faentina «Mato Grosso», in programma ogni anno dal 26 dicembre al 1° gennaio, di fatto è a forte rischio. Lo conferma lo stesso portavoce dell'associazione Stefano Laghi. «Allo stato attuale non abbiamo ancora avuto una risposta definitiva dall'Amministrazione su dove e come potremmo organizzare il nostro campo di raccolta. Per noi lo spazio della Fiera era strategico. Non a caso per la raccolta del materiale, dal ferro al vetro passando per plastica, carta, ma anche mobilia e roba antica, utilizzavamo i due padiglioni e l'intero spazio esterno». Quella del Mato Grosso è uno degli appuntamenti più frequentati e apprezzati organizzati nel quasi ex spazio fieristico. Momento di incontro e solidarietà che rischia seriamente di non potersi ripetere a Faenza. «Le date sono impossibili da anticipare. Lo abbiamo sempre fatto in questo periodo proprio perché possiamo utilizzare la parentesi delle vacanze natalizie per raccogliere le forze e le disponibilità delle persone. L'anno scorso, ad esempio, ben 300 ragazzi, provenienti da ogni parte d'Italia si sono ritrovati a Faenza per lavorare tutti assieme ad un progetto comune». I problemi per il futuro sono soprattutto di ordine logistico ed organizzativo. «Durante l'anno raccogliamo il materiale dalle cantine, solai e dalle case. Nella settimana in questione lo riversiamo poi in Fiera mettendolo a disposizione di chi viene a visitarci. Per questo - conclude Laghi - siamo preoccupati per il futuro della manifestazione».


martedì 18 settembre 2012

ECCO COME CI MASSACRERANNO CON LE NUOVE RENDITE CATASTALI




Libero nella pagina dell’economia ci racconta oggi cosa succederà alle valutazioni della casa di proprietà con la riforma del catasto.L’idea di base è che le attuali rendite catastali, sulla base delle quali, attraverso una serie di coefficienti, si calcola il valore catastale degli immobili ai fini fiscali, siano totalmente disallineate rispetto ai valori di mercato: In effetti, la definizione delle rendite risale al 1992 e da allora ha subito solo una rivalutazione del 5%. Questo ha comportato nel corso degli anni uno scostamento progressivo che l’Agenzia del Territorio monitora e calcola ogni sei mesi attraverso l’Omi (l’Osservatorio del mercato immobiliare). Ebbene, stando alle ultime rilevazioni, ha spiegato Alemanno, «per le abitazioni il valore corrente di mercato è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile a fini Imu» mentre i canoni degli affitti «sono mediamente superiori di 6,46 volte le rendite catastali». In realtà, la situazione varia molto da zona a zona. Il valore di mercato della casa tipo in Italia è del 267% più alto di quello catastale. La percentuale a Milano è del 172%, mentre a Roma e del 252%. A Palermo, a Napoli e a Venezia, però, si arriva rispettivamente al 408, al 399 e al 392%. L’asticella si alza molto anche a Firenze, dove lo scarto è del 337%. Vedendo queste cifre è facile capire che l’operazione potrebbe trasformarsi in un massacro.

venerdì 7 settembre 2012

LA CRISI NON HA OCCHI PER PIANGERE MA IL CORO DEI GIORNALI E’ “VIVA IL GOVERNO”



C'è uno strano e persistente scollamento tra la realtà quotidiana del nostro Paese e la realtà virtuale del villaggio dei media. Da un lato, le persone normali si preoccupano per i costi dei libri di testo nel momento in cui si riaprono le scuole e tanti genitori vanno in televisione a lamentarsi per la spesa, chi dice che ha pagato 1.500 euro in più dell'anno scorso, chi si limita a dire meno di 1.000 euro, ma in linea di massima si capisce che la stangata c'è stata e si è fatta sentire sulla gente. Sempre sul lato della realtà quotidiana, si avvicina la scadenza della seconda rata dell'Imu, la pesantissima imposta sulla casa, in pratica una vera patrimoniale, e sono altri euro da versare al Fisco. Intanto i consumi di abbigliamento e quelli di generi alimentari calano, gli acquisti di autoveicoli sono fermi, con un calo del 20 percento sull'annata precedente, i negozi del centro e della periferia chiudono sempre più spesso i battenti perché oberati dalle spese e dalle imposte, aumentano i ticket per la salute, le pensioni vengono ridotte, sembra quasi un bollettino di guerra. In questo quadro difficile, con un autunno caldo che vede al primo posto delle preoccupazioni generali il lavoro, riuscirò a mantenerlo o no, come farò per mio figlio eccetera, i giornali e anche molte televisioni intonano un controcanto, una sorta di peana per il Governo dei tecnici e dei professori. Ci hanno riportato in serie A, dicono tenendo molto d'occhio l'ingannevole "spread" tra i titoli di Stato tedeschi e quelli italiani, e facendo invece poco conto del malessere dei cittadini. Questa prospettiva sbagliata serve molto a incensare il Governo attuale ma non certo a sopire un diffuso malcontento con la continua lode del "rigore necessario" per tenere il passo con l'Europa a guida tedesca.

giovedì 6 settembre 2012

HERA SOCCOMBE NELLA CAUSA CONTRO PANORAMA BRUNETTA, RIDOLFI, PAMPARANA E STRAQUADARIO DI FRONTE AL TRIBUNALE DI MILANO


“VOLEVANO CONDANNARCI AL SILENZIO CON I SOLDI DEGLI UTENTI, SONO STATI CONDANNATI MA FARANNO FINTA DI NULLA
Rodolfo Ridolfi* Nel mio  libro le “Coop Rosse il più grande conflitto di interessi dell’Italia del dopoguerra” a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta con i contributi di Davide Giacalone e Tino Oldani, del 2007,  nel capitolo VI Hera Spa: il nuovo modello del capitalismo in rosso  affermo fra l’altro: “ Numerosi politici, studiosi e giornalisti, da anni denunciano come il sistema delle partecipazioni locali rappresenti un vero e proprio freno alle autentiche liberalizzazione dei servizi, configurando di fatto un monopolio ed un blocco alla libera concorrenza. Questo fenomeno è diffuso a tal punto da provocare un forte dissenso che si esprime da tempo con numerose iniziative di cittadini e associazioni dei consumatori, con interpellanze e interrogazioni nel Parlamento, nella Regione Emilia-Romagna, nei Comuni e nelle Province dove opera Hera Spa”. Molti episodi accaduti dopo la pubblicazione del libro hanno continuato a confermare e rafforzare quanto già ampiamente dimostrato” Dai 22 milioni di euro di multa dovuti da Hera spa al fisco, a causa dell’ingiunzione dell’Ue per le agevolazioni concesse nel triennio 1996/99, risultato dell’assoluta incapacità dei sindaci dei Comuni soci, che hanno accettato passivamente il ruolo di essere telecomandati per inseguire il business su servizi essenziali”. “ Già dieci anni orsono,  quando la Consob nel 2002 lanciava i suoi segnali di avvertimento, era chiaro che sarebbe finita esattamente come sta finendo:  con un danno di proporzioni gigantesche per le tasche dei cittadini, costretti a pagare per l’insipienza dei loro primi cittadini e la spregiudicatezza di consulenti e dirigenti di Hera, per di più profumatamente pagati”. Ho sempre sostenuto che una certa sinistra ha per lungo tempo giocato in borsa con i soldi dei cittadini e che gli intrecci giunte rosse, coop rosse, multiutility rosse sono sotto gli occhi di tutti ma pochi hanno avuto il coraggio di denunciare questa distorsione del nostro sistema economico ed istituzionale.  Insieme a Renato Brunetta, Andrea

mercoledì 5 settembre 2012

E IO PAGO: LA SCUOLA DI PACE. RINNOVATO IL CONSIGLIO. CHIEDIAMO PIUTTOSTO LA SOPRESSIONE IN TEMPI DI SPENDING REVIEW.


Il Consigliere regionale Gianguido Bazzoni è stato scelto con votazione dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, assieme al collega Pagani del PD, come componente del Consiglio di indirizzo della Scuola di Pace di Montesole La Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole, nata nel 2002, ha sede legale, direzione e struttura operativa nel Parco Storico di Monte Sole, istituito con legge della Regione Emilia Romagna nel 1989, ed ha lo scopo di promuovere iniziative di formazione ed educazione alla pace, alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, al rispetto dei diritti umani, per la convivenza pacifica tra popoli e culture diverse, per una società senza xenofobia, razzismo ed ogni altra violenza verso la persona umana ed il suo ambiente, ha un consiglio di 17 rappresentanti! Quanto è costata dal 1989  ad oggi?
Legge Regionale n. 7 del 2011. Art. 1 - Contributo al Comitato promotore e partecipazione alla Fondazione. 1. La Regione Emilia-Romagna è autorizzata a partecipare all'istituzione della Fondazione "Scuola di Pace di Monte Sole" . Il Presidente della Regione compirà tutti gli atti necessari al fine di perfezionare tale partecipazione. 2. Al fine di promuovere l'adesione di altri soci fondatori, nonché la sperimentazione delle attività oggetto dell'istituenda Fondazione, la Regione Emilia-Romagna è autorizzata a concedere un contributo straordinario, dell'ammontare di L.100.000.000 (pari a euro 51.645,69) per l'esercizio 2001 e Lire 100.000.000 (pari a euro 51.645,69) per l'esercizio 2002, al "Comitato promotore della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole" costituito con la scrittura privata il 12 dicembre 1997.
Art. 5- Conferimenti. 1. La Regione concorre alla formazione del fondo di dotazione della Fondazione con un conferimento di Lire 400.000.000 (pari a euro 206.582,76).

martedì 4 settembre 2012

SONO SEMPRE LORO! E’ IL LORO METODO ED E’ COSI' DA SEMPRE.


COME SEMPRE VOGLIONO COLPIRE E UMILIARE LE PERSONE PER TAGLIARE ALLA RADICE OGNI OPPOSIZIONE. SONO E RIMANGONO COMUNISTI.
A proposito di un breve commento con il quale dichiaravo l’opportunità di dismettere il patrimonio comunale per ripianare il nostro debito, il Pd dice di me che:a) uso la “nota sicumera”; b) sono o incompetente o in malafede; c) faccio l’ennesima figuretta. Correrò, allora, il rischio di evocare nuovamente l’accusa di “sicumera”, confermando esattamente il giudizio espresso. La proposta di vendita dei beni immobiliari per fare fronte al debito del Comune di Casola Valsenio accumulato in decenni di pessima amministrazione della sinistra potrà non essere condivisa - come appunto non lo è dal Pd - ma rientra nella legittima espressione di una forza politica antagonista che non può essere messa a tacere contrastando non tanto la proposta, quanto la persona che la esprime. Il Pd continua a usare un modo di confronto politico che viene da molto lontano e che non può essere lavato via facilmente dal dna di un partito che trae le sue origini dal comunismo sovietico e che, per quanti sforzi faccia e per quante trasfusioni subisca, rimane ancora profondamente illiberale e pericoloso come denuncia, ancora una volta, il suo modo di argomentare. Correrò poi il rischio di evocare l’accusa di incompetenza o di

lunedì 3 settembre 2012

A CHE SETTIMANA ARRIVANO LE FAMIGLIE ITALIANE? L’INFORMAZIONE DI REGIME NON SE LO CHIEDE PIU’


Ci avete fatto caso? L’informazione di regime al servizio di Monti e della finanza non si chiede più, come faceva ai tempi di Berlusconi, a che settimana del mese arrivano oggi le famiglie italiane. Ora che il loro Duce non votato dal popolo e non eletto ha massacrato di tasse le famiglie italiane per conto della speculazione globale, non se lo chiedono più. xkom55

sabato 1 settembre 2012

PARCO CARNE’: URGENTE DA DECENNI UNA STRADA DI COLLEGAMENTO PROVINCIALE ADEGUATA. LA REGIONE, LA PROVINCIA, IL COMUNE DI BRISIGHELLA INSTALLANO INVECE UNA STAZIONE METEREOLOGICA PER IL PARCO DELLA VENA DEL GESSO


La centralina, pagata con i soldi europei e dello Stato Italiano, di facile manomissione, e IO PAGO

Da oltre venti anni al Parco Carne’ di proprietà del Comune di Brisighella  e Faenza e la Provincia di Ravenna occorre una strada di collegamento adeguata al traffico di visitatori che da oltre 40 anni visitano un parco di proprietà pubblica. Una richiesta sempre avanzata e mai risolta, una strada che poteva diventare provinciale collegando  due strade provinciali la “Monticino” e la “Valletta”. Ebbene in questi giorni cosa hanno fatto i nostri bravi amministratori, con  progetto denominato “Programma europeo Sigma 2, Rete transfrontaliera Italia-Slovenia” fondi Europei e Statali, hanno installato, con decisione presa sopra  la testa dei rispettivi consigli, una  stazione meteorologica lungo via Monticino. Un intervento per la gestione sostenibile dell’ambiente e la biodiversità. Giustificato per un “Utile per il monitoraggio dei dati meteo,…..per i rilevamenti associati al flusso turistico sul territorio brisighellese, in particolare quello legato ai visitatori della Vena del gesso romagnola” sic!. La maggiore necessità non è stata affrontata si cerca ogni forma dì investimento pubblico, ma non si coglie l’occasione per attuare quanto necessario, come di un’adeguata strada di accesso provinciale. Si continuano spendere i nostri soldi per il Parco della Vena del Gesso, in proprietà private, quando la legge Berlusconi nel 2010 aveva tolto queste forme di finanziamento. Non c’è niente da fare questa “sinistra” continua a fare quello che vuole con i nostri soldi aumentando il disavanzo che arriva ora a quasi due milio di miliardi. Vincenzo Galassini consigliere provinciale PDL Ravenna