martedì 30 aprile 2013

GRAZIE BERLUSCONI!!!!



LO STOP ALL’IMU E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI E DEL PDL
 “L’annuncio del presidente del Consiglio, Enrico Letta, di sospendere per giugno il pagamento dell’Imu sulla prima casa, in attesa della più complessiva revisione delle tassazioni sugli immobili, é un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente Berlusconi, che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa fra i punti irrinunciabili per poter partecipare ad un governo di larghe intese e di pacificazione nazionale, nell’interesse dell’Italia e dei cittadini”.

domenica 28 aprile 2013

MOVIMENTO CINQUE STELLE: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRISIGHELLA DIA RISPOSTE SUL DESTINO DEL COPAF



"Mentre l'amministrazione interroga i cittadini con Brisighella 2.0 per capire quale può essere il futuro del territorio, si disinteressa delle sorti del Copaf". Sono queste le prime parole espresse da "Faenza fatti sentire", la lista civica promossa dal Movimento 5 Stelle faentino, in un comunicato che riprende la storia e fa il punto sulla situazione del COPAF, un Consorzio di valorizzazione dei prodotti tipici del territorio che da oltre vent'anni promuove e valorizza le peculiarità di Brisighella.  Nel comunicato stampa leggiamo inoltre che, a detta del movimento, "in questa fase di ristrutturazione societaria, l'amministrazione comunale (ndr) non si preoccupa del destino del macello pubblico e dei laboratori di trasformazione annessi realizzati grazie a notevoli quantità di soldi pubblici. Nel corso di questi anni sono stati commessi molti errori, l'ultimo, forse il più grave e foriero di tristi presagi, è l'aver permesso l'ingresso nel territorio dell'imprenditore Spadoni che pian piano sta subentrando con ben altri intenti e obbiettivi." Il Copaf è un Consorzio di produttori agricoli, allevatori ed artigiani nato nel 1989 grazie al sostegno delle amministrazioni pubbliche. In particolare, attualmente, il Consorzio Copaf gestisce il macello comunale di Brisighella e i due laboratori annessi, uno per la produzione di carne fresca e salumi stagionati ed uno per la produzione di marmellate, sott'oli e prodotti a base di carne.

giovedì 25 aprile 2013

DOPO 68 ANNI L’ATTUALITA’ DEL 25 APRILE PUO’ DIVENIRE SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA.



COME OGNI ANNO, NEL GIORNO DEDICATO ALLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA COME PDL ABBIAMO RESO OMAGGIO AI CADUTI ALLEATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL CIMITERO DI SANTA LUCIA
Rodolfo Ridolfi* Quest’anno il 68° anniversario del 25 aprile assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto il 25 Aprile 2009 ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava “….Benché frutto evidente di compromessi, la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune” della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo. Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme, quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme, avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all'altra, ma al popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere in una democrazia finalmente pacificata… “ In Italia il 25 aprile, in Europa l'8 maggio 1945 (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della parte orientale dell'Europa caduta dopo l'oppressione nazista nell'altrettanto odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare  Infatti come avrebbe riconosciuto per primo Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: "da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare l'Europa”. Il 25 aprile dobbiamo onorare tutti i resistenti: i nostri giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi, polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue, senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo ricordare, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando in buona fede la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta
.*Del Coordinamento Provinciale e Regionale Pdl

mercoledì 24 aprile 2013

FELICITA’: GIANGUIDO BAZZONI NUOVO CAPOGRUPPO DEL GRUPPO ASSEMBLEARE DEL PDL, DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA.



LA RICONOSCENZA DI  UN LUNGO E FRUTTIVO LAVORO, PRIMA A RAVENNA E POI A BOLOGNA, BRAVO GUIDO!
Nella riunione di ieri del Gruppo consigliare del PdL alla Regione Emilia-Romagna,  è stato deciso all’unanimità di nominare nuovo capogruppo il Consigliere ravennate Gianguido Bazzoni, in sostituzione del dimissionario Villani. Al nuovo capogruppo sono giunte immediatamente le congratulazioni, oltre che dei colleghi consiglieri, anche del coordinatore regionale di “Azzurri ‘94”, Rodolfo Ridolfi e quelle graditissime del Capogruppo alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, che ha ricordato come Bazzoni sia da sempre una certezza per il partito, nei vari incarichi che ha ricoperto sempre al fianco del Presidente Berlusconi senza esitazioni o tentennamenti. Le congratulazioni della redazione e dai tanti amici dei diciotto  comuni della Provincia di Ravenna. FORZA GUIDO, FORZA ITALIA     


lunedì 22 aprile 2013

PRESENTABILI



IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro Sallusti - Napolitano ha accettato di cavare le castagne dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito; meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale. Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che, infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza, la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.



giovedì 18 aprile 2013

BERSANI CANDIDA MARINI. E IL PD ESPLODE. PERCHE’ SOLO DAL PDL UN VOTO COESO!



Quando domani alle 10 si inizierà a votare per il capo dello Stato, si può stare certi che da un gruppo politico non mancheranno voti né verranno sorprese: il Popolo della Libertà. Al contrario, tutti i dubbi dei commentatori e degli stessi esponenti dei partiti si concentrano sugli altri, a cominciare dalla sinistra. Il discorso riguarda ovviamente il Pd, ormai un campo di battaglia tra ex Ds ed ex margheritini, a loro volta eredi del vecchio Pci e della vecchia Dc. E il bello, anzi il brutto, è che tutti i candidati vengono da quella parte: l'ambizione personale è legittima, ma dov'è finito il senso dello Stato del quale il centrosinistra si è sempre ammantato, quasi fosse un suo patrimonio genetico?
E molto semplice, anche se la cosiddetta grande stampa non lo ammette: il senso dello Stato, il concetto di bene del Paese, lo abbiamo noi, e soltanto noi siamo in grado di garantirlo nelle occasioni più importanti. Ripetiamo: il Pdl non agisce per proprio tornaconto, non abbiamo nessun candidato il lizza. E' ovvio che alcuni dei nomi ci vanno bene, altri meno, altri proprio no. Ma c'è una bella differenza ad essere direttamente parti in causa, oppure contribuire con tutta la forza dei nostri voti.

mercoledì 17 aprile 2013

RITORNIAMO AL 18 APRILE 1948, QUANDO SI SCELSE LA LIBERTA’, QUANDO L’ITALIA DECISE DI ESSERE “LIBERA E FORTE”


Rodolfo Ridolfi* Speriamo che i grandi elettori che si riuniscono proprio giovedì 18 aprile per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica non dimentichino che:

Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell'Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del '45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista. Come non sottolineare l'intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico?
Sessantacinque anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso».

martedì 16 aprile 2013

AL SIGNOR BERSANI E AI SUOI AMICI….. DICIAMO, ALTO E FORTE



1. Non vi è consentito di darci lezioni. 2. Non vi è consentito di stabilire chi è presentabile e chi non lo è. 3. Non vi è consentito di concedere o di negare a nessuno patenti di libertà e di democrazia.  4. Abbiate rispetto di chi ha compreso le cose 50, 60, 70 anni prima di voi, e che voi avete            ripagato con 50, 60, 70 anni di ostilità e di inimicizia e di odio. 5. Avete sbagliato tutte le scelte di fondo della storia, tutte! 6. Non avete alcun titolo per ergervi a maestri di politica, e men che meno a maestri di morale.
“Siamo noi che dovremmo avere  grossi problemi a collaborare con voi”, eppure è tale il dramma
che l’Italia vive, che noi siamo pronti a mettere l’interesse dell’Italia prima del nostro interesse di partito. La casa brucia, altro che pettinare le bambole.

domenica 14 aprile 2013

GOVERNO FORTE O ELEZIONI A GIUGNO. IL MIO DISCORSO DI BARI



"Lo ripeto ancora una volta, in modo che nessuno possa fingere di non aver capito: le strade sono due. O accettate di dialogare con noi, di scegliere con noi il Capo dello Stato e di formare con noi il nuovo governo, oppure l’interesse del Paese e la gravità della situazione esigono che si torni subito al voto. E bisogna farlo già a giugno, senza perdite di tempo che ci porterebbero all’autunno prossimo, o alla primavera 2014, o a chissà quando.  Il Paese, le imprese, le famiglie non possono più aspettare.". Questo il passaggio saliente del mio discorso di Bari, che puoi leggere e commentare qui: https://www.forzasilvio.it/news/4221 Non riusciranno a toglierci la nostra positività, la nostra carica, la nostra passione, la nostra voglia di credere nel futuro, e soprattutto le nostre idee e le nostre proposte per cambiare in meglio il Paese che amiamo.  Ancora grazie per essere in forzasilvio.it. Vi voglio bene, e anche voi continuate a volermi bene! Viva l’Italia, Forza Italia, Viva il Popolo della Libertà! 

venerdì 12 aprile 2013

I GRILLINI: SOPRAVVIVERE CON 11.059 EURO NETTI AL MESE E’ UN’IMPRESA DAVVERO DIFFICILE, IMPOSSIBILE.



Predicare bene e razzolare male, fino a qualche mese fa, era lo sport prediletto dei rappresentanti dell’Italia dei Valori: di giorno dichiaravano una cosa, di notte, puntualmente, ne facevano un’altra. Oggi, invece, pare sia l’attività esclusiva dei Pentacolari. Si prenda la diretta streaming. In campagna elettorale, essi promettevano che, una volta eletti, vi avrebbero fatto ricorso sistematicamente per assumere, assieme agli elettori, in modo partecipato ed autenticamente democratico, e rendere pubblica ogni singola decisione politica. Entrati nel Palazzo, invece, hanno mutato opinione: la diretta streaming si fa solo quando fa comodo loro. Quando erano fuori dai giochi politici, lamentavano che i parlamentari fossero scarsamente produttivi e troppo dediti al cazzeggio; e che pensassero troppo poco alle soluzioni da approntare per superare le difficoltà indotte dalla crisi economica. Scesi in campo, però, hanno dimostrato di prediligere il fancazzismo finanche più dei loro colleghi della Casta: su 1.000 proposte di legge sin qui presentate alle Camere, infatti, solo 3 recano in calce la loro firma; e tutte hanno ad oggetto l’introduzione del matrimonio gay. Non proprio una questione che abbia a che fare con la crisi, si direbbe. Promettevano, poi, ed era il loro cavallo di battaglia, che, se avessero messo piede nel Palazzo, avrebbero incassato solo 5.000 euro lordi al mese (2.500 euro netti), anziché fino a 18.994,56 euro (13.559,56 netti). Adesso, invece,

giovedì 11 aprile 2013

LE PRIORITA’: M5S, LE PRIME PROPOSTE DI LEGGE, MATRIONI GAY, LEGGE ANTI OMOFOBIA E CAMBIO DI GENERE. MA COSA HANNO CAPITO?



Dopo alcune polemiche e impasse istituzionali sono arrivati finalmente anche le prime proposte di legge dei parlamentari del Movimento cinque Stelle con tre ddl un po’ a sorpresa. I tre disegni di legge a firma dei tre senatori 5 Stelle Michela Montevecchi, Alberto Airola e Luis Alberto Orellana riguardano infatti temi molto dibattuti in materia di diritti civili come i matrimoni gay, una legge anti omofobia e una sulla possibilità di cambio di genere. I ddl 391, 392 e 393 depositati in Parlamento il 5 aprile riguardano rispettivamente ”disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”, “norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso” e “modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso”. Quest’ultima proposta in particolare fa un passo avanti e scavalca decisamente anche le posizioni del centrosinistra. Oltre a introdurre il “matrimonio egualitario”, quindi non più solo tra uomo e donna, il ddl specifica anche che i figli di un “coniuge” saranno riconosciuti come figli dell’altro coniuge “anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”. Per quanto riguarda le altre due proposte di legge, quella contro l’omofobia prevede reati penali punibili fino a quattro anni di carcere, mentre quella sull’attribuzione di sesso fa suo il principio base che ogni persona può sentirsi di non appartenere più al sesso con cui è nato e ha diritto a cambiarlo.


domenica 7 aprile 2013

OTTO PROPOSTE PER DARE UNO SHOCK AL PAESE



LA NOTA DEL PRESIDENTE
Care amiche, cari amici,
mentre le altre forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo, noi del Popolo della Libertà teniamo sempre in mente l’interesse del Paese e nella settimana che inizia il 15 aprile, presenteremo in Parlamento otto disegni di Legge che costituiscono la prima applicazione del programma che ha portato la coalizione di centrodestra a un soffio dalla vittoria nelle ultime elezioni.  Sono otto proposte concrete, che avranno un immediato impatto positivo sull’economia reale e sulla società, soprattutto per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro. Otto punti su cui si sono espressi i cittadini e che porteremo avanti con impegno quotidiano nel nostro lavoro parlamentare. Mentre la politica si impantana, si fa del male e ci fa del male, noi avvertiamo la necessità e l’urgenza di cambiare rotta per ridare alle famiglie e alle imprese la fiducia e la forza di andare avanti in una situazione economica davvero difficile. Per questo motivo, sabato 13 aprile a Bari, illustreremo il contenuto di questi otto disegni di Legge, già pronti per essere presentati al Senato della Repubblica. E che riguarderanno:
1) l’abrogazione dell’Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attività agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012;
2) la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione;
3) il riconoscimento alle imprese - per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati - di una detrazione (sotto forma di credito d’imposta) per i primi 5 anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonché l’esenzione, per questi ultimi, dall’IRPEF sul salario percepito;
4) il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attività di impresa;
5) l’abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici;
6) le norme per la riforma del sistema fiscale;
7) le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri;
8) le disposizioni per la riforma della giustizia.
Queste nostre proposte hanno in sé la forza di un cambio di passo, di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall’altro, al ritorno della fiducia nello Stato, il cui compito resta quello di creare le condizioni adatte perché i cittadini possano realizzare le proprie ambizioni e i propri progetti.  È questo che il Paese ci ha chiesto con il voto. È con questi primi atti che intendiamo recuperare l’orgoglio di essere italiani, l’orgoglio di crescere, l’orgoglio di sprigionare le energie che ciascuno ha in sé. Grazie per l’attenzione e per il sostegno. Ci vediamo tutti sabato prossimo, 13 aprile, in Piazza della Libertà a Bari! Un abbraccio a tutti. Cordialmente, Silvio Berlusconi


MAI UNA GIOIA! LA SINISTRA ITALIANA NON VINCE MAI………



Mi ricordo ancora la battuta che pronunciò Matteo Renzi dopo aver perso le primarie contro Bersani:
“Uno su Twitter mi ha detto che finalmente ho fatto una cosa di sinistra: ho perso!”. Il fatto che Renzi abbia perso le primarie del Pd è ormai cosa acclarata e consegnata alla storia, ma la sinistra italiana in tema di sconfitte ha sempre regalato grandi soddisfazioni… Si comincia nel 1994 quando “la gioiosa macchina da guerra” guidata da Achille Occhetto si inceppa e viene sconfitta da Silvio Berlusconi. La prima di una delle tante disfatte del Centro Sinistra. A distanza di 2 anni si ritorna al voto e L’Ulivo di Romano Prodi riesce a vincere le elezioni. Il Governo Prodi I dura però poco più di 2 anni. Il Mortadella cade e al suo posto subentra Massimo D’Alema, il quale non si fa scappare l’occasione di cadere per ben due volte consecutive: la prima nel 1999 e la seconda nel 2000. Al quarto tentativo la sinistra italiana decide di affidarsi al sempreverde Giuliano Amato che arriverà a scadenza naturale della legislatura. In sostanza 5 anni e 4 Governi diversi! Ottimo direi! Dopo il quinquennio berlusconiano (2001-2006) si ritorna alle urne e a sfidare il Cavaliere è ancora una volta Romano Prodi, l’unico di fatto ad aver battuto Silvio (nel 1996). Il Centro Sinistra vince per pochissimi voti e riesce così ad avere una risicatissima maggioranza al Senato (anche grazie all’aiuto dei senatori a vita, letteralmente accompagnati in Aula per votare la fiducia ad un Governo la cui vita era perennemente appesa ad un filo). Infatti nel brevissimo giro di due anni Prodi cade per la seconda volta e il Paese ritorna alle urne. Un Governo durato 2 anni tra litigi e inchieste giudiziarie.

sabato 6 aprile 2013

SE RENZI DICE LE STESSE COSE DI BERLUSCONI. DECIDETIVI, LA CHIESA HA FATTO PRIMA



Prosegue il pressing del sindaco di Firenze nei confronti del Pd affinché sblocchi la situazione politica avviando un confronto con il Pdl  Effettivamente la posizione offerta da Renzi oggi al Corriere è molto simile a quella di Berlusconi: o si fa un governo appoggiato dai primi e dai secondi arrivati alle elezioni (centrosinistra e centrodestra) oppure si torna a votare. Di solito, quando c’è un mezzo pareggio e quando gli altri ti mandano a quel paese e quando il presidente della repubblica ti dice che servono numeri certi per governare, nei paesi normali funziona così. No?

giovedì 4 aprile 2013

BERSANI, DA PREMIER A TROMBATO……SENZA VASELINA!



Rideva il Segretario del Pd sul finire del 2012. Il Partito Democratico aveva appena concluso le primarie per scegliere i parlamentari e al netto della Bindi fuori sede sembrava procedere tutto per il verso giusto.  La fine dell’anno poteva essere festeggiata in grande allegria con il Pd quasi al 40%. Bersani poi era raggiante! Aveva sconfitto Renzi, il Sindaco rottamatore che voleva fare il Premier. Non una ma due volte! Il Pd aveva infatti previsto il doppio turno per le primarie e “Pier from Bettola” aveva stracciato il rampante fanciullo fiorentino. Monti era caduto da poco, le elezioni si avvicinavano e il giaguaro era praticamente smacchiato!  “Lo smacchiamo, lo smacchiamo” cantavano, non senza qualche imbarazzo, i militanti del Pd su una terrazza. Preparavano già la festa e grazie alla gioiosa macchina da guerra Pier aveva già preparato il discorso di insediamento alle Camere: “Oh ragassi siam mica qui a…”  Poi arriva febbraio: gli italiani votano, i sondaggisti sondaggiano (e male!) e” Pier from Bettola”, sicuro del vantaggio di 10 punti percentuali, è praticamente convinto di vincere. Le urne si chiudono e nella notte Berlusconi arriva a 0,3 punti da Bersani! Ma come??? E i 10 punti di vantaggio??? E gli exit poll di Mentana e di Rai3??? Tutte cazzate Pier!!! Tutte cazzate!!!  Il Segretario smacchiatore arriva primo ma non vince le elezioni. Una cosa più unica che rara se ci si pensa: vinco, ma non vinco! Vinco, ma in realtà ho perso. Insomma su Twitter si direbbe #cosedaPd. Il buon Pier, nonostante si sia mangiato (anzi sbranato!!!) un vantaggio clamoroso, è comunque arrivato primo e quindi giustamente Napolitano gli conferisce l’incarico: “Vai ed esplora!”. Bersani allora va ed esplora, forse troppo, perché oltre ai partiti in Parlamento, che poi sono quelli che gli devono votare la fiducia, inizia ad incontrare Saviano, i sindacati, il WWF, Bagnasco… Ci mancavano solo i Gormiti e Pikachu dei Pokemon e poi il quadro era completo. Una settimana di incontri per… nulla!!!
Infatti il povero “Pier from Bettola” i numeri proprio non riesce a trovarli, neanche con il M5S in “striming” e quindi ritorna da Napolitano con un pugno di mosche. E adesso??? E Adesso niente! Napolitano nominerà un’altra illustre personalità al suo posto e lui passerà alla storia come “colui che voleva smacchiare il giaguaro”! di Giorgio Cafaro

mercoledì 3 aprile 2013

ATTENTI AL TRUCCO!



Con la melina dei “Saggi”, fa passare il tempo e lascia a un teleguidato Monti, il governo che non ha ricevuto  nessuna fiducia dal Parlamento in carica,  e che farà tre o quattro cosette insignificanti,  del tipo "fumo negli occhi".  Poi si elegge un Presidente ancor più rosso  e più antiberlusconiano di lui,  (al quarto scrutinio basta la maggioranza semplice e le sinistre con i 200 deputati regalati  dall’(ex) schifoso Porcellum,  a camere riunite e sommate,  non avranno problemi di numeri),  il quale dà l'incarico a Bersani o chi per lui.
Nel frattempo qualche senatore grillino o randagio l'avranno convinto e la frittata é fatta.
In italiano si chiama  Colpo di Stato.  Alla faccia degli elettori.


martedì 2 aprile 2013

DUE COMMISSIONI COMPOSTE DA PRESUNTI SAGGI SONO UNA SCELTA PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE. SECONDO GOLPE DI NAPOLITANO




Il presidente Napolita­no ha deciso di non decidere. Non un nuovo incarico, non la conferma di quello dato giorni fa a Bersani, non le di­mi­ssioni ventilate nelle ultime ore. Non avremo quindi un nuovo governo, né torneremo a votare. In com­penso due commissioni composte da presunti saggi incaricati da Napolitano stesso tenteranno di sbro­gliare la matassa. Cioè il nul­la assoluto, ben sapendo che in Italia le commissioni si insediano quando si vuo­le prendere tempo invece che risolvere il problema. Ma non solo. Detto con ri­spetto, il Quirinale non ce la dice giusta, né tutta. Per questo ci poniamo qualche domanda. 1) Napolitano l’altra sera aveva lasciato intendere che in mancanza di soluzio­ne si sarebbe dimesso per accelerare la nomina del suo successore, non poten­do lui sciogliere le Camere in scadenza di mandato. Perché nella notte ha cam­biato idea, allontanando così il voto? E con chi si è consi­gliato? Forse le stesse «enti­tà » che lo spinsero, nel no­vembre del 2011, al blitz che insediò Monti e il gover­no dei tecnici pur di sbarrare la strada sia a Berlusconi sia alle elezioni anticipate? 2) Come mai il custode della Costituzione ha fatto una scelta senza preceden­ti e palesemente incostitu­zionale come quella di dare il mandato esplorativo a due commissioni? E perché permette a un governo, quello di Monti, di restare in carica e operare senza aver avuto la fiducia del nuovo Parlamento? La co­sa non sta in piedi da qualunque parte la si giri. 3) Grillo ha teorizzato che si può governare senza governo (dove non vuole né può entrare) perché basta il Parlamento (dove lui è deci­sivo). È un caso che questa operazione lo accontenti? 4) Ed è ancora un caso che a trarre enorme vantaggio da questa melina sia so­lo il Pd, sconfitto prima nel­le urne e poi dall­a sciagura­ta scelta di Bersani di esclu­dere il Pdl? La sinistra era in­fatti con le spalle al muro: o elezioni o accordo con Berlusconi. Napolitano le ha spianato la via d’uscita e concesso il tempo per rior­ganizzarsi. Più in là saran­no eventuali elezioni, più è possibile per il Pd rottama­re definitivamente Bersani e schierare Renzi, avversa­ri­o ben più ostico per il cen­trodestra.
5 ) Come mai a Bersani non è stato ritirato il manda­to esplorativo ch­e gli era sta­to affidato la scorsa settimana? Strano, no? 6) Sta di fatto che l’amico (di Napolitano) Mario Mon­ti potrà continuare a con­trollare indisturbato le leve economiche del Paese in mesi complicati e decisivi. Non è che per caso la Ger­man­ia e le centrali finanzia­rie e bancarie internaziona­li, che con Monti si trovano benissimo, abbiano chie­sto a qualcuno garanzie in tal senso? 7) Insomma, chi comanda in questo Paese? C’è più che qualcosa di losco in que­sta operazione. Sa di golpe, di un tentativo per congela­re gli inaspettati otto milio­ni di voti raccolti dal centro­destra e imbrigliare la vo­lontà popolare. Non c’è da fidarsi.

il giornale