martedì 30 ottobre 2012

ATTENTI A VOI CHE OGGI GIOITE. SARETE STROZZATI NELLA CULLA. SERENAMENTE



PROVIAMO A FARE IL PUNTO DELLA SETTIMANA:
- Berlusconi ha fatto il passo indietro e non si candida più a Palazzo Chigi;
- Il tribunale di Milano ha fatto un altro passo avanti e lo condanna per Mediaset; 
- Il terremoto all’Aquila poteva essere previsto e le toghe condannano gli scienziati;
- Il sisma del Pollino era previsto ma diventa imprevisto e nessun giudice però ha parlato:
- L’Ilva di Taranto è pronta a partire, ma i giudici continuano a frenare; 
- Si incoraggiano la paternità e la maternità sine die, ma con le sentenze poi si levano i figli ai genitori troppo anziani.
Sono solo alcuni campi dello scibile di cui ultimamente si è occupata la nostra brillante magistratura. La situazione è sotto gli occhi di tutti: la classe politica sta cedendo il passo all’innovazione, resiste, ma la voce del barbiere è rivelatoria: «Dotto’, se ne stanno a annà. Tutti».  Lo stesso non può dirsi di una casta che ci sta sopra le teste e non ha intenzione di schiodarsi: la magistratura. Ha svolto ruolo di supplenza in alcuni momenti, non necessario, poi ha scambiato la supplenza per un posto fisso. Così la magistratura è diventata il centro di gravità permanente di un Paese che di gravità ne ha poca. I magistrati, inquirenti, giudicanti, civili, penali, tutti, sono diventati nell’ordine: potere legislativo, esecutivo, costituzionale, incostituzionale, manageriale, sindacale, spettacolare, deprimente, utile, inutile, salutare, nocivo. Non esiste Paese nel quale la magistratura abbia questa dimensione abnorme. O meglio, Stati dove i magistrati sono onnipotenti esistono: sono le dittature.  La giustizia amministrata dalla magistratura coincide perfettamente con i pensieri del satrapo di turno. Non c’è alcuna differenza tra la democrazia italiana e la dittatura di Bananas perché il tiranno cade, il politico viene mandato a casa, ma la magistratura in entrambi i regimi resta.  I Torquemada sono utili a qualsiasi sistema politico. Il problema è che nel Belpaese è stato fatto un ulteriore salto di qualità: i procuratori da soprassalto sono legibus solutus, al di sopra della legge al di sotto di qualsiasi possibilità di applicazione delle regole democratiche al loro gioco. Il Csm, il cosiddetto organo di autogoverno delle toghe, non governa niente, ma fa da terza camera del Parlamento.  Mentre tutti gli altri dipendenti pubblici hanno subìto decurtazioni di ogni sorta dello stipendio e i pensionati il cambio in corsa delle regole per il meritato riposo, magistrati che giudicano sui magistrati hanno stabilito che gli stipendi delle toghe non si toccano.  Siccome devono essere «sereni nel giudicare» la Consulta altrettanto serenamente ha deciso che il loro portafogli deve essere intoccabile.  Se la terza Repubblica nasce sotto l’insegna di questa casta, verrà strozzata nella culla. Serenamente. Mario Sechi - Il Tempo

sabato 27 ottobre 2012

BERLUSCONI UN GRANDE: AVANTI TUTTA, A CASA MONTI, ELEZIONI SUBITO



La conferenza stampa di Silvio Berlusconi ha tolto la tristezza a tutti i berlusconiani che hanno sempre avuto fiducia in lui dal 1994 ad oggi. Il Presidente ha avuto una grinta che ci ha fatto piacere, il Berlusconi che avuto il coraggio di dire la verità su tutti i problemi dell’Italia.
 Avanti tutta presidente siamo con te………

MAGISTRATURA POLITICIZZATA: CHIEDIAMO LA “CLASS ACTION” PER I DANNI PROVOCATI



Quanti punti percentuali costa ogni anno la magistratura italiana al PIL dell’Italia? E quanti diritti umani garantiti dalla Convenzione Europea, vengono violati quotidianamente dalla magistratura italiana? Quante aziende straniere non vengono in Italia temendo la paura di finire indagato da un giudice italiano.   Come possiamo difenderci avviare: una “class action”, ovvero una “nation action” una denuncia firmata dalla nazione intera (salvo  Repubblica-Santoro-Travaglio spa) contro una categoria le toghe per denunciare i danni fenomenali da loro perpetrati sia nel campo del Pil massacrato che in quello dei diritti umani calpestati, processi  che durano degli anni, distruggendo la reputazione della gente, senza trovare un colpevole o un innocente per tutto quello che succede a tutti i livelli (Berlusconi,Terremoto, Ilva, ecc. ecc.). Vi sembra giustizia questa?  Pensiamoci amici troviamo qualcuno che vuole prepararla? Avrà tantissime firme………

PAGATI DA DIRIGENTI MA SENZA LAURA. EMILIA, IL VIZIETTO DEL PARTITO. INDAGATO ANCHE L’EX PARLAMENTARE (on.le e Sen.) SINDACO DI IMOLA PCI SOLAROLI



BOLOGNA – Dall'indagine per truffa nella quale è coinvolta l'assistente storica del segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani emerge una continuità interessante. L'accusa sostiene che Zoia Veronesi, il nome dell'assistente, continuava a essere pagata dalla Regione Emilia Romagna anche se lavorare per Bersani. E così i Pm hanno aperto un fascicolo dopo un esposto del deputato di Fli Enzo Raisi e del consigliere comunale Pdl Michele Facci. Ma emerge che il suo ruolo di dirigente istituito ad hoc nel 2008 dalla Regione non poteva essere tale per legge perché la segretaria non ha una laurea, titolo obbligatorio almeno dal 2001 per i “dirigenti professional”. Come fa la segretaria di Bersani a diventare dirigente nel 2008 se non ha la laurea? Nell'inchiesta è indagato per abuso d'uffico anche l'ex Capo di Gabinetto di Errani Bruno Solaroli ex on.le PD e sindaco di Imola.. Lo stesso particolare è emerso in un'inchiesta giornalistica condotta da Affaritaliani sul Capo di Gabinetto del sindaco di Bologna Virginio Merola, Marco Lombardelli. Anche lui in possesso addirittura solo della terza media svolgeva l'incarico al Comune di Bologna con un contratto di categoria D ma senza possedere la laurea, in questi casi obbligatoria. Entrambi, sia Zoia Veronesi che Marco Lombardelli sono dei funzionari e dipendenti del Pd. Dopo l'inchiesta giornalistica Lombardelli si è dimesso. E dopo diversi esposti la Corte dei Conti sta indagando per valutare l'eventuale danno erariale. Nel caso dell'assistente di Bersani il contratto è stato siglato dal Capo di Gabinetto di Errani Bruno Solaroli. La giunta Errani avrà pensato che non fosse un fatto importante visto che neanche il presidente in persona Vasco Errani è in possesso della laurea. Lui stesso dalla seconda metà del 1993 al 1995 svolse il ruolo di dirigente presso la Presidenza della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna (prima di diventare presidente della Regione). Ma allora non era per il nostro codice un reato. Resta solo l'abitudine anche se sono cambiate le leggi? Difficile da capite. Dopo l'inchiesta sulla segretaria di Bersani il ruolo del presidente Errani potrebbe diventare ancora più vacillante. Il prossimo 7 novembre i giudici dovranno decidere se accogliere la richiesta della Procura di Bologna di rinviarlo a giudizio per falso. L'inchiesta a suo carico è dovuta a un finanziamento anomalo di 1 milione di euro della regione al fratello Giovanni. Il presidente Vasco Errani si è dichiarato innocente.

giovedì 25 ottobre 2012

POVERA ITALIA: NON HANNO SOLDI, LA REGIONE E L’EUROPA, MA SPENDONO 600.000 EURO (1 MILIARDO E.200 MILIONI) PER OPERE NON NECESSARIE!!!


TUTTO CON IL PARERE DEI COMUNI E DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

Spese pazzesche e inutili, tramite i progetti EU e Regione Emilia Romagna, senza controllo di spesa e scelta politica degli enti. Il Caso Parco Vena del Gesso (proprietà privata), Regionale, da sciogliere con decreto Berlusconi ma rimasto come le comunità montane, hanno richiesto e ottenuto un intervento di 600.000 milioni per progetto “clima park” monitoraggio clima,  ampliamento Casa parco Carne,  la chiusura degli ingressi e la pulizia delle Grotte (in 100 anni non è mai accaduto nessun incidente), la pulizia delle grotte, l’acquisto di terreni,  la prioritaria per la tutela dei pipistrellii, l’ampliamento del Rifugio Carnè per ristoro, gestito in modo clientelare……quanto basta per arrabbiarsi quando la situazione delle strade, le manutenzioni degli edifici è pessima. La sinistra si bea per salvare i “pipistrelli”.



NOI NON ABBIAMO RISPOSTO


Otto mesi fa si è costituito il Comitato Provinciale del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio per sollecitare i Comuni del ravennate a compilare un censimento capillare degli immobili. Questo censimento ha come scopo quello di mettere in luce quante sono le abitazioni e gli edifici produttivi costruiti ma non utilizzati, vuoti, sfitti.  Come hanno reagito i nostri comuni? Il Comune di Faenza è stato il primo comune italiano con un numero di abitanti superiore a 50.000 ad avere risposto in modo puntuale alle varie domande. La scheda compilata è disponibile sul sitohttp://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/. L'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, che comprende Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno, ha condiviso, con delibera del Consiglio dell'Unione del giugno 2012, la proposta di completare il censimento. Attendiamo entro la settimana i risultati di questo impegno. Fin qui le risposte positive. Non tutti i comuni, infatti, hanno aderito alla richiesta di rendere nota la situazione del costruito. Il Comune di Russi ha deliberato in senso contrario. I cittadini di questa città non hanno evidentemente gli stessi diritti alla trasparenza dei dati che hanno i cittadini dei comuni limitrofi. E poi ci sono gli altri comuni, piccoli e grandi, che non hanno risposto in alcun modo ai vari solleciti del Forum: Ravenna, Cervia, Riolo Terme, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Castel de Rio. A questi il Comitato ha recentemente inviato un terzo sollecito. Qualche giorno fa è stato ottenuto un importante risultato: la Giunta Regionale dell'Emilia Romagna è intervenuta mediante una risoluzione con la quale si impegna a sollecitare i comuni renitenti a compilare il questionario in tempi brevi. Non sappiamo se e come i comuni accetteranno di adempiere a un obbligo unicamente civico. Noi continueremo nel nostro impegno per mantenere un'attenzione viva su quanto accade, spronando le amministrazioni e informando i nostri concittadini. Per rimanere aggiornata/o, per segnalazioni e interventi: http://www.salviamoilpaesaggio.it Fonte: Faenza Notizie 

mercoledì 24 ottobre 2012

PER CHI VUOLE FARE LO SCRUTATORE ENTRO NOVEMBRE



CI SI PUO’ ISCRIVERE PRESSO OGNI COMUNE (PERO’ LE NOMINE LE FANNO I PARTITI
Leggi un manifesto tipo oppure recarsi presso l’ufficio elettorale del proprio Comune.
partiti)

martedì 23 ottobre 2012

BIANCOFIORE SPACCA TUTTO: PARTITO MORTO, BASTA POLITICA “ALLA GASPARRI”



Michaela Biancofiore, deputata del Popolo della Libertà. Alfano? ‘Il partito gli si e' sgretolato tra le mani e ora che ha capito come e quanto Berlusconi si senta distante e distinto dal Pdl, tenta dei colpi di coda’.  Non ha peli sulla lingua Michaela Biancofiore, deputata del Popolo della Libertà, e le cose che pensa le dice in maniera chiara. Un po’ come Daniela Santanchè, la “rottamatrice” del PdL. E come l’ex sottosegretario del governo Berlusconi, Biancofiore è convinta che il partito fondato da Berlusconi ormai sia morto, “fi-ni-to”, e che si debba ricominciare tutto dall’inizio. E per farlo non basta certo un cambio di nome, spiega intervistata dal Corriere della Sera: servono facce nuove e bisogna smetterla con un modo di fare politica “alla Gasparri”. Lei è orgogliosa di essere fra le “amazzoni azzurre” e spiega che non si tratta di una “stupida iniziativa di quattro donnette nostalgiche di Forza Italia che non si rassegnano al disastro in cui e precipitato il partito, come vorrebbero far credere in giro certi maschietti della nostra nomenclatura”. Gli uomini che la raccontano in questo modo, sono proprio quelli “che hanno deplorato le parole di Daniela Santanche, la quale ha suggerito a tutti e tutte di dimettersi, considerando conclusa l'esperienza del Pdl. Si tratta di una decina di deputati che non accettano la realtà e lavorano per difendere le proprie posizioni di potere”. Solo dieci? Sì, perché tutti gli altri, 250, in realtà “pensano che Daniela abbia ragione”. Dunque? La verità è che gli ex An hanno rovinato il partito: il loro modo di fare è completamente diverso a quello degli ex forzisti. Biancofiore lo spiega così: il partito “ha pagato e paga l'arrivo degli ex An che hanno portato un modo di fare politica a noi forzisti sconosciuto. Per noi la politica e sempre stata fondata sul merito e non sulla clientela”. Gli ex An, da Gasparri a La Russa fino ad arrivare a Meloni e Gasparri – sì, Biancofiore nell’intervista li cita tutti per nome – “per qualche settimana hanno pensato seriamente di rimettere insieme i cocci di Alleanza nazionale, magari riabbracciando pure il vecchio camerata Storace. Poi però hanno fatto fare qualche sondaggino…”. Risultato? “Una nuova An starebbe, si' e no, intorno al 5%”. Marcia indietro, dunque, con questi numeri difficile fare bene. Angelino Alfano? “Il partito gli si e' sgretolato tra le mani e ora che ha capito come e quanto Berlusconi si senta distante e distinto dal Pdl, tenta dei colpi di coda”. Ma una cosa deve essere chiara a tutti: piaccia o no, senza il Cavaliere “non si va da nessuna parte”.

domenica 21 ottobre 2012

I FORLIVESI ATTACCANO IL PRESIDENTE ERRANI PER IL FALLIMENTO DELL’AEREOPORTO.


ANCHE A RAVENNA DOVREBBE NASCERE UN COMITATO DEL GENERE PER I BUCHI MILIARDARI DEL CONSORZIO E …….…
Amministratori comunali a processo da parte dell'Associazione ex consiglieri comunali del Comune di Forlì, il cui presidente è Romano Baccarini, ex senatore Dc, vice è l'ex sindaco Nadia Masini e segretario Flavio Giunchi, ex consigliere PdL. Un incontro dedicato al tema delle infrastrutture, con duri attacchi - come riportato dalla stampa alcuni giorni fa - all'amministrazione in carica.  Con una nota, intanto, i "vecchi leoni" della politica di dicono dispiaciuti "per l'assenza alla manifestazione di rappresentanti politici della maggioranza che non essendo stati presenti non hanno colto il senso dell'iniziativa. Così come l'Amministrazione comunale, anch'essa assente, avrebbe potuto, partecipando, esprimere le proprie posizioni ed esplicitare i propri progetti e ribattere nel merito le critiche che inevitabilmente emergono quando la discussione è vera e le posizioni possono essere diverse".
L'Associazione, sostiene di avere "come unico obiettivo lo sviluppo delle nostre comunità, ha voluto richiamare l'attenzione e l'interesse degli addetti ai lavori e non sull'importanza di compiere una riflessione, seria, sulla politica infrastrutturale ed essere di stimolo a chi governa a non sottovalutare questi argomenti". "La grave crisi che attanaglia il nostro Paese - ha detto Romano Baccarini che presiedeva l'incontro - non può esimerci da una progettualità su questa grande problematica e la mancanza di risorse non può giustificare atteggiamenti dilatori o peggio che non affrontano i nodi dello sviluppo e della crescita". "Già dalla riflessione e dall'esame del PRIT sono emerse tutta una serie di criticità, di insufficienze e di ritardi che riguardano in particolare l'area forlivese - ha sostenuto Danilo Casadei che ha preso la parola dopo Baccarini - ritardi e insufficienze che ritroviamo anche sul versante delle infrastrutture". Il confronto della serata si è incentrato prevalentemente su alcune grandi questioni: L'Aeroporto "Luigi Ridolfi" Lo Scalo Merci di Villa Selva La Via Emilia Bis con la Cervese e la nuova E55. Diversi gli interventi che si sono succeduti: l'Assessore provinciale Maurizio Castagnoli, il Vice Presidente della provincia Guglielmo Russo, i capi gruppo consiliari Alessandro Rondoni e Andrea Pasini, i consiglieri della Lega Nord Paola Casara e Gianluca Zanoni e l'ex Sindaco di Forlì Franco Rusticali. L'associazione degli ex consiglieri attacca la Regione e il presidente Vasco Errani, nella sua nota, attribuendo la dichiarazione all'assessore provinciale Maurizio Castagnoli: "Un dato comune a tutti è stata la stigmatizzazione del ruolo avuto dalla Regione soprattutto per l'incapacità di svolgere la funzione di coordinamento e indirizzo sul sistema aeroportuale, sulla vicenda dello scalo merci e più in generale sull'intero sistema della mobilità regionale. Con l'emiliano Bersani la Regione aveva fatto sostanziosi passi in avanti. Con il romagnolo Errani il progetto aeroporti è fallito miseramente e il PRIT è nato vecchio".

venerdì 19 ottobre 2012

ALTRO CHE PD, SONO TORNATI I COMUNISTI.


CAMBIANO I TEMPI, MA LA SINISTRA E’ SEMPRE QUELLA DI BOTTEGHE OSCURE
Salvatore Tramontano - Sotto sotto continuano ad alzare il pugno chiuso.  Cambiano i tempi, ma la sinistra è sempre quella di Botteghe Oscure. L’anima del Pd in questa stagione da autunno dei tecnici appare ancora più rossa. Il lato cattolico, bianco, da ex democristiani, sta perdendo la sua battaglia culturale per rendere questo partito qualcosa di diverso dall’ultimo clone dei post Pci. Franceschini e Fioroni fanno tappezzeria, la Bindi pretende che la si chiami presidente, ma la sua stella è in caduta libera, le sue ambizioni puntano al Quirinale, ma tra i suoi colleghi pochi la sopportano. Franco Marini è un vecchio signore con un passato da sindacalista e i prodiani vivono di rimpianti. L’unico con il Dna da democristiano che si sta giocando una partita da protagonista è Matteo Renzi, ma la sua identità si fonda più sul rinnovamento generazionale che sullo scudo crociato. La classe dirigente del Pd, e i cortigiani più o meno intellettuali, considerano Renzi un alieno, un virus berlusconiano da debellare. Non è un caso che l’Unità ,quotidiano del Pd, ma pur sempre fondato da An­tonio Gramsci, tratti il sindaco di Fi­renze come il nuovo nemico pubblico numero uno. Lo fa con un editoriale che liquida Renzi e la sua campagna di rottamazione con due parole: rozzo fascismo. Renzi il fascistoide, Renzi il berluscones, Renzi il liberista, Renzi come tutto ciò che in questo momento rappresenta il demonio per la sini­stra. Questo perché al di là di tutte le metamorfosi gli eredi del Pci sono sopravvissuti alla caduta del Muro e alla fine del Novecento. Passano gli anni ma restano e si sen­tono comunisti. Non il comunismo so­vietico, certo, ma figli comunque del­la variante berlingueriana, che fa com­promessi, ma non rinnega nulla del proprio passato. È come il richiamo della foresta. Bersani alla fine se deve scegliere tra Vendola e Casini si butta nelle braccia del primo e poi va a rac­cattare i voti dove può, tanto da ristam­pare la foto di Vasto riesumando il moribondo Di Pietro. L’obiettivo è sempre lo stesso, al governo con il vestito di Arlecchino e pazienza se poi non si riesce a governare. Moriranno da comunisti, ma con il volto nascosto dietro un’intera collezione di maschere.

giovedì 18 ottobre 2012

C’E’ LA FIDUCIA DEL SENATO AL DDL ANTI CORRUZIONE


IL BELLO CHE TUTTI DICHIARANO CHE NON SERVE A NULLA A COMINCIARE DAL PROCURATORE GRASSO!
Con 228 voti a favore, 33 contrari e 2 astenuti, il Senato ha dato la fiducia al Governo sul ddl anti corruzione. La legge era stata definita in giornata dal premier, Mario Monti, "uno strumento fondamentale per creare attrattività del Paese e crescita". "Finalmente la legge anti corruzione. Non se ne poteva più delle perdite di tempo", ha così commentato attraverso il suo profilo twitter il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Dissenso invece da parte del senatore del Pdl, Carlo Giovanardi, che annunciando il suo voto contro il ddl, ha detto che "Non accetto che il Parlamento venga umiliato da voti di fiducia, quando, anche tornando alla Camera il testo, c'era tutta la possibilità di modifiche in aula”. Favorevole invece il commento del presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, secondo cui “Questa legge, tutta, anche nella parte cosi' trascurata dal dibattito pubblico, quella che riguarda la prevenzione della corruzione nella Pubblica Amministrazione e il sistema di incompatibilità e  incandidabilita', segna ci pare, e finalmente, uno scarto. E’ necessario approvare la legge anticorruzione per dare un segnale, ma poi non risolve i problemi. La corruzione è un accordo tra due persone, un corrotto e un corruttore. Finché non riusciremo a spezzare questo accordo non troveremo le prove della corruzione.”Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso boccia così la legge anticorruzione in discussione in Parlamento. Per essere davvero efficace ci sarebbe bisogno di più strumenti. “Non ci sono per chi collabora attenuanti, nessun premio o immunità – ha spiegato Grasso – c’è un aumento di pena ma favorisce il mantenimento dell’accordo. Io se rischio 5 anni di carcere non denuncio. Se ne rischio 8 ancora di più non denuncio. Poi c’è la concussione per induzione: se uno induce uno a farsi dare del denaro e poi viene punito anche chi quel denaro è stato costretto a darlo, la vittima viene in pratica punita insieme al concusso per induzione, è chiaro – ha concluso il procuratore nazionale antimafia – che la vittima non parlerà mai.” Questa mattina il ministro della Giustizia Paola Severino ha posto in aula al Senato la questione di fiducia sul maxi emendamento interamente sostitutivo del ddl anticorruzione. “Per quanto attiene alla corruzione consideriamo soddisfacente questo provvedimento", ha affermato il ministro. Il Guardasigilli ha affrontato anche le critiche relative alla mancanza di riferimenti al falso in bilancio, all'autoriciclaggio, ai tempi di prescrizione, al voto di scambio dichiarando: "C'è una diversità strutturale, sono reati diversi dalla corruzione”, rilevando inoltre che "la prescrizione è un istituto di carattere generale che deve riguardare tutti i reati". Quanto alla riforma dei reati societari, il ministro si è così espressa: "Ci deve essere, ma non può stare in questo provvedimento. Avremmo fatto una scelta scientificamente non corretta". L'aula del Senato voterà sul ddl anticorruzione due volte: la prima sarà il voto di fiducia sul maxi emendamento, con dichiarazioni di voto a partire dalle 17, e la seconda sulla "clausola di invarianza" che era stata già approvata in modo conforme da Camera e Senato e che proceduralmente non poteva essere "coperta" da un nuovo voto di fiducia a palazzo Madama. © - FOGLIO QUOTIDIANO


martedì 16 ottobre 2012

EMILIA ROMAGNA: PER PRESUNTO PECULATO, FALSO IDEOLOGICO, SPESE FOLLI, COSI’ IL CONSIGLIO REGIONALE RISCHIA DA SALTARE MA CI SONO ANCHE ALTRI FATTI COME………


Ieri abbiamo riportato la nota del Fatto Quotidiano sulla Regione Emilia Romagna, vorremmo aggiungere altri motivi come i milioni alla cooperativa Terre Emerse, denunciato dal consigliere Filippi che aveva  chiesto, a viso aperto, mentre altri tacevano o fingevano di non sapere, che la cooperativa rossa Terremerse, presieduta dal fratello di Vasco Errani, Giovanni, indagato per truffa, restituisse alla Regione Emilia Romagna la somma di 1 milione di Euro che la stessa aveva incassato, come forma di finanziamento pubblico, nonostante non avesse rispettato le regole e presentato documenti non veritieri. non per ragioni partitiche o ideologiche, ma solo per una questione di giustizia e per contrastare un uso illegittimo di soldi pubblici, che sono, prima di tutto, soldi dei cittadini contribuenti. Oppure  quello  relativo allo scandalo Miccoli (Immobiliare Forlimpopoli).  discussa in consiglio regionale il 5 giugno 2012 scorso, con la richiesta di un atto ispettivo (segnalato alla Giunta dal consigliere Filippi) di un dipendente del Servizio di bacino dell’area di Ravenna che aveva istituito due società immobiliari, delle quali era presidente. Curava, quindi, con queste società immobiliari facendo i propri interessi e non quelli della Regione, le società immobiliari create da questo dipendente, causa crisi e altre difficoltà di mercato, sono fallite, mettendo sul lastrico tredici famiglie che si sono fidate del buon nome della Regione. Questo dipendente infedele, infatti, diceva di lavorare in Regione così da sembrare una persona seria, con i documenti in regola per fare quello che faceva al termine ha abbandonato l’incarico, ma non è stato preso alcun provvedimento e, per di più. questo dirigente infedele ha ricevuto dall’assessorato competente un premio di produzione di circa 13.859 euro. Questo dirigente è stato infedele, ma non è stato licenziato. Ha utilizzato le ore lavorative per fare un altro mestiere e doveva essere punito. Se fosse stato un dipendente di un’azienda privata sarebbe stato licenziato chiedendo anche i danni causati,ma la Regione Emilia-Romagna gli dà un premio. Una vergogna che si premi un dirigente che ruba. Non si dà un premio a un dirigente che ruba, e invece è stato così e nessun assessore e/o dirigente  pubblico ha pagato i danni ma solo le tredici famiglie. Interverrà la magistratura contabile (Corte dei conti) e/o con tutte le inchieste e i fascicoli aperti, la Procura di Bologna sull'uso "disinvolto" dei soldi pubblici in Regione

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lunedì 15 ottobre 2012

IL PAREGGIO DI BILANCIO NEL 2013 E’ MERITO DI BERLUSCONI


Brunetta: ''Concordiamo totalmente con il presidente Monti: l'Italia raggiungera' il pareggio di bilancio nel 2013. Ma, come lui ben sa, ai fini del conseguimento dell'obiettivo il governo Berlusconi ha contribuito per l'80%, il governo Monti per il restante 20% (al netto dell'ultima Legge di Stabilita', il cui testo ufficiale ancora non si conosce)''. Lo precisa in una nota Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl. ''I conti - spiega - sono della Banca d'Italia: dal 2008 al 2011, il governo Berlusconi ha varato 4 manovre di finanza pubblica, finalizzate al pareggio di bilancio nel 2013, aventi effetto cumulato, fino al 2014, di 265 miliardi di euro. Il decreto 'Salva-Italia' del governo Monti avra' un impatto complessivo sulle finanze pubbliche, nel triennio 2012-2014, di 63 miliardi, e si e' reso necessario a causa del peggioramento della congiuntura economica nell'intera eurozona nell'autunno 2011''. ''L'ultima correzione contenuta nella Legge di Stabilita', varata nella notte tra il 9 e il 10 ottobre - aggiunge Brunetta - si e' resa necessaria in ragione dell'ulteriore peggioramento della congiuntura nell'eurozona nell'ultimo anno, che ha avuto in Italia un impatto ancor maggiore, anche a causa delle politiche economiche recessive adottate''.

giovedì 11 ottobre 2012

HALLOWEEN 2012 IN ROMAGNA: A RIOLO LA NOTTE DI HALLOWEEN-SAMHAIN CAPODANNO CELTICO


La nostra ricerca degli eventi di Halloween 2012 più interessanti in Italia ci porta a Riolo Terme (Ra) dove torna la Notte di Halloween -Samhain Capodanno celtico. In Italia sta prendendo piede sempre più la tradizione anglosassone che prevede una specie di carnevale a tema fuori stagione, al motto di ‘Dolcetto o scherzetto’. E mentre c’è chi come al Maschio Angioino di Napoli tenta di far rivivere il culto dei morti italico, ecco che molte altre città preferiscono attenersi all’Halloween dell’immaginario collettivo.

mercoledì 10 ottobre 2012

CARO SEGRETARIO: QUANDO IL RIMBORSO SPESE DIVENTA UN INCREDIBILE ESPEDIENTE PER MUNGERE TANTI SOLDI AI COMUNI.



 
Puntata di Report  del 7 ottobre sul fenomeno assi diffuso dei rimborsi spese. L’inchiesta di Report intitolata Caro Segretario racconta come questa figura obbligatoria in tutti gli enti comunali rappresenti spesso un costo spropositato per le casse pubbliche con retribuzioni dalle cifre ben più elevate di quelle di dirigenti e degli stessi organi politici. Insomma, quasi una vera e propria casta nella casta. Un esempio è stato prelevato, non a caso, da Camugnano, cittadina di appena duemila anime in provincia di Bologna in cui il segretario comunale, tra stipendio base, indennità e rimborsi, è arrivato a percepire qualcosa come 110 mila euro all’anno; altro caso-limite è balzato fuori in quel di Como, dove addirittura il segretario comunale ha dichiarato 234 mila euro annui. Cifre notevoli. Tutte da verificare. E che comunque un Paese con il debito pubblico tra i più alti d’Europa non può certo (più) permettersi. Castel di Casio e Camugnano sono due piccoli centri sull’Appennino bolognese, distanti poco più di 10 chilometri uno dall’altro. Hanno lo stesso prefisso telefonico e per effetto di una convenzione firmata nel settembre del 2009 hanno anche lo stesso segretario comunale. Una soluzione abbastanza diffusa nei piccoli paesi, adottata con l’intenzione di dare una sforbiciata alle spese. A Camugnano però, secondo il consigliere regionale Andrea De Franceschi, ha avuto l’effetto contrario e si è trasformata in un pretesto per accedere a rimborsi gonfiati. Il segretario comunale che ha ricevuto l’incarico si chiama Giorgio Cigna. Divide la settimana lavorando 3 giorni a Camugnano e 2 a Castel di Casio.  Il dirigente però non riceve solo il rimborso del viaggio tra un comune a l’altro, ma anche quello del tragitto casa lavoro. Che, abitando a Forlì, in 18 mesi ha superato i 23 mila euro. Da qui l’esposto in procura e la denuncia del consigliere regionale: “Il caso è semplice nella sua gravità – spiega De Franceschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle – La legge dice chiaramente che lui ha diritto alle spese di viaggio tra i due comini, ma esclude categoricamente che possa venir rimborsato per il percorso dalla residenza alla sede di lavoro. È assurdo che da gennaio 2010 a luglio 2011 abbia intascato, mediamente, oltre 1200 euro al mese solo per benzina e pedaggi autostradali.”.

martedì 9 ottobre 2012

GALAN: IL PDL, BERLUSCONI LO REGALI E RIFONDI FORZA ITALIA, SERVE PARTITO SENZA “CONGRESSI, TESSERE, CORRENTI”.


CONCORDO VINCENZO GALASSINI
"Berlusconi lasci il Pdl, lo regali a chi se lo vuole tenere": è questa la ricetta radicale che Giancarlo Galan, ex ministro ed ex presidente della Regione Veneto, propone all'ex presidente del Consiglio. "Noi - spiega in una intervista a Qn - facciamo con lui una roba nuova, diversa, buona, che assomigli a Forza Italia, aggiornata al 2013". Galan pensa a un partito leaderista "come era Forza Italia" quindi "niente congressi, niente tessere, niente correnti". Galan attacca quello che chiama "il cerchio tragico" di palazzo Grazioli, perché "noi proponiamo idee e metodi liberali ma di liberali veri, ahimè, lì non ce n'è uno". E per il futuro, prevede, il Pdl "si federerà con Forza Italia".

lunedì 8 ottobre 2012

PERCHE’ NON APRIRE AZIENDE ALL’ESTERO? PER ESEMPIO IN MACEDONIA

Da noi scarsa produttività, scioperi, leggi ingessate, sindacati sempre pronti a creare problemi, tasse su tasse. E allora te ne vai in Macedonia. In Macedonia infatti sono già presenti circa 100 imprese italiane proprio perché gli investimenti esteri sono incentivati come forse in nessun altro nazione.
Ed ecco alcuni esempi di incentivi:
1) finanziamenti internazionali;
2) zone franche industriali;
3) tassazione del 10% sia per le imprese che per i privati;
4) esenzione totale del pagamento dell’IVA e dei diritti doganali in caso di produzione destinata all’esportazione;
5) concessione di terreni fino a 99 anni a tassi molto favorevoli;
6) connessione gratuita di sistemi di erogazione di servizi;
7) nessuna imposta sull’utile non distribuito;
8) basso costo della manodopera altamente qualificata;
9) basso costo dell’energia e, tanto per concludere, costituzione e registrazione di nuove imprese, sotto qualsiasi forma giuridica, effettuata soltanto in… 4, diconsi QUATTRO, non giorni ma… ORE.

E c’è ancora qualcuno che osa lamentarsi con i nostri imprenditori

venerdì 5 ottobre 2012

MA VENDOLA, PENATI E ERRANI QUANDO SI DIMETTONO?



La Polverini si dimette (giustamente) dopo il mega scandalo dei rimborsi ai partiti. Ma non era indagata. La sinistra pontifica, si erge a moralizzatrice pur avendo avallato quell’aumento di soldi per i movimenti politici. Come al solito il doppiopesismo della sinistra non ha limiti. Ha 2 governatori indagati e con richieste di rinvio a giudizio e l’ex braccio destro di Bersani ancora in consiglio regionale in Lombardia. Eppure per loro la parola dimissioni non è nemmeno contemplata. Gli imbarazzi della sinistra sono taciuti, nascosti, censurati. I giornali li trattano con i guanti di velluto. E loro godono dell’appoggio dei propri partiti che non osano proprio contestarli. E così ci ritroviamo chi si deve dimettere ogni giorno e chi invece può dormire sonni tranquilli.

giovedì 4 ottobre 2012

ECCO LA PROVINCIA ROMAGNA


L’EMILIA TORNA AI TEMPI DEI DUCATI E LA ROMAGNA DIVENTA VISIBILE

Arriva un passo in avanti sulla strada della provincia unica romagnola: ieri il Comitato delle autonomie locali, che raggruppa gli enti amministrativi della regione, ha dato parere positivo a uno schema di riordino delle Province, che comprende anche l’unione di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. La proposta è stata approvata senza voti contrari, solo con alcune astensioni, tutte di parte emiliana: sembra insomma che anche i dubbi riminesi siano stati, per ora, messi da parte. «Il parere del Cal è ampiamente condiviso — commenta il presidente della Provincia Claudio Casadio — e la Regione lo farà suo. Da qui inizia il percorso per costruire un vero sistema istituzionale, sulla base delle leggi che dovranno essere approvate: il quadro normativo è ancora incerto ». Inizialmente, infatti, il decreto sulla revisione di spesa assegnava ai nuovi enti le sole competenze su trasporti, viabilità e ambiente, a cui è stata aggiunta l’edilizia scolastica. Tutto il resto dovrebbe passare ai Comuni e alle Regioni. Si tratta di aspetti importanti anche per chi, nell’ente di piazza dei Caduti, ci lavora: la Provincia conta 461 dipendenti, divisi in nove unità organizzative. In teoria dovrebbero ‘migrare’ i dipendenti dei settori cultura, formazione e politiche agricole, e parte dei lavoratori delle altre unità. Ma molto resta ancora da stabilire. «Alcune politiche non possono essere rinchiuse in ambito municipale, ma richiedono una scala più ampia — dice Casadio —. Penso, ad esempio, all’agricoltura, alla sanità, al turismo ». Fonte Il Resto del Carlino

mercoledì 3 ottobre 2012

L’EVASORE FISCALE E’ LO STATO, QUINDI E’ VERO! E’ COLPA DEGLI EVASORI.


Nel decreto Salva Italia, il governo Monti ha deciso di accorpare l’Inps (versamenti dei lavoratori del settore privato) e l’Inpdap (versamenti dei lavoratori del settore pubblico). E indovinate un po’? C’è un buco di 10 miliardi di euro nei conti dell’Inpdap. O meglio, lo STATO non ha versato i contributi all’Inpdap per 10 miliardi di euro, e ora cari contribuenti dell’Inps ve ne dovrete fare carico VOI. Eh si proprio voi che siete chiamati a versare un inferno di contributi per una pensione già oggi miserabile e niente affatto certa . Sapete perché lo Stato non ha versato i contributi? no? Per taroccare i conti pubblici di fronte all’Europa. Il bello è che pare (da un articolo di Panorama) che nel palazzo lo sapessero tutti, mi chiedo se lo sanno anche i tedeschi? da Panorama Nessun allarme, nessun problema”. Con queste parole il ministro del welfare Elsa Fornero e il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, hanno voluto tranquillizzare l’opinione pubblica sulla sostenibilità del sistema pensionistico italiano, dopo le notizie pubblicate dal Corriere della Sera sugli effetti dell’accorpamento dell’Inpdap, l’istituto di previdenza dei dipendenti pubblici. Dal gennaio scorso, con l’approvazione del decreto Salva-Italia a opera del governo Monti, questo ente è stato infatti inglobato dallo stesso Inps, allo scopo di ottenere consistenti risparmi sui costi amministrativi e del personale (20 milioni di euro già nel 2012). Si tratta di un’ottima soluzione che, tuttavia, ha messo in luce una realtà che molti conoscevano da tempo: l’Inpdap ha portato in dote al nuovo Super-Inps un passivo gigantesco, cioè circa 6 miliardi di euro di disavanzo finanziario e oltre 10 miliardi di deficit patrimoniale. “I dati erano tutti conosciuti e non rappresentano una novità”, ha detto oggi la Fornero parlando a un convegno a Torino. Il buco dell’Inpdap, che esiste da tempo, era già infatti previsto nell’ultimo rapporto annuale dell’Inps e verrà coperto dai trasferimenti statali, come è sempre avvenuto da qualche anno a questa parte. Alla base del rosso miliardario, ci sono diverse ragioni: la prima deriva da un artificio contabile che, come ha spiegato Giuliano Cazzola, deputato del Pdl e vice-presidente della Commissione Lavoro alla Camera, è stato adottato nei decenni scorsi per non incidere troppo sul debito pubblico. Di regola, infatti, gli enti dello stato devono versare all’Inpdap i contributi pensionistici dei propri dipendenti. Questi trasferimenti di denaro, però, sono stati classificati dal punto di vista contabile come anticipazioni di tesoreria e non come versamenti previdenziali, in modo da non accrescere troppo il debito pubblico. Il che, dal punto di vista formale, ha trasformato l’Inpdap da ente creditore dello stato centrale a ente debitore. I nodi alla fine sono venuti al pettine e, nel bilancio dell’istituto, si è creato un consistente deficit……” rischio calcolato