mercoledì 29 marzo 2017

BERLUSCONI GIOVEDI A MALTA PER IL CONGRESSO DEI POPOLARI: BASTA EGOISMI NAZIONALI E BUROCRAZIA


Berlusconi ancora centrale. Anche in Europa. A prescindere dalla sentenza della Corte di Strasburgo. Questo il senso della sua presenza a Malta al prossimo congresso del Ppe, in programma domani e dopo.
Il Cavaliere dovrebbe atterrare a La Valletta giovedì mattina, per essere al tavolo del pranzo con i capi di Stato e di governo popolari. Quindi anche con quell'Angela Merkel già cancelliera quando nel 2011 Berlusconi fu costretto alle dimissioni. Tra Merkel e Berlusconi gli attriti passati (tutti ricordano le risatine tra la cancelliera e l'ex capo dello Stato francese Nicolas Sarkozy del 23 ottobre 2011 ndr) sono da tempo superati. I due si rincontrarono il 22 ottobre a Madrid, proprio in occasione di un altro congresso del Ppe e si strinsero la mano durante un faccia a faccia di una buona mezz'ora. Insomma, un chiarimento a tutto tondo sulle passate incomprensioni.
La visita di giovedì prossimo ha però un altro significato e peso politico. Con la sua presenza, Berlusconi conferma di essere ancora in campo e di essere ancora un interlocutore privilegiato nel consesso internazionale. E questo nonostante l'ex premier sia ancora in attesa della sentenza degli eurogiudici di Strasburgo che dovrebbero riabilitarlo definitivamente, rendendogli giustizia e permettendogli così la candidatura alle prossime elezioni politiche. Nessun discorso ufficiale per il leader di Forza Italia che preferisce aspettare proprio il verdetto degli eurogiudici prima di intervenire su un palco. In ogni caso Berlusconi dirà la sua in occasione del pranzo con gli altri big popolari, non nascondendo le sue critiche a quest'Europa. Un'Europa che deve cambiare ma dalla quale non si deve e non si può uscire. E Forza Italia resta ancorata a questa visione: «Siamo stabilmente nella grande famiglia del Ppe - ripete l'ex premier - Siamo un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato alla destra. Siamo critici di questa Europa contraddittoria, poco solidale, troppo burocratica e alla mercé degli egoismi nazionali ma rimaniamo europeisti». Non a caso Forza Italia ha espresso, con Antonio Tajani, la prestigiosa figura del presidente del Parlamento europeo. Berlusconi sarà accompagnato da una folta delegazione azzurra. Oltre agli eurodeputati, per l'occasione ci saranno anche, in veste di delegati e ospiti, anche molti

I TROPPO BUONI O…


La vecchia polemica sulla necessità dei corridoi umanitari per i migranti provenienti dall’Africa è superata. Perché i corridoi umanitari sono già stati realizzati. Da dicembre dello scorso anno ad oggi, cioè nel giro di appena quattro mesi, i migranti che hanno usufruito di questi corridoi umanitari sono stati più di 44mila. Il maltempo invernale, che fino all’anno scorso frenava l’afflusso dei profughi, è stato bellamente debellato da 14 navi attrezzate di proprietà delle Ong che hanno assicurato un viaggio tranquillo ai fuggitivi da fame e guerre raccogliendoli dai barchini dei trafficanti di persone e depositandoli nei porti italiani. A prima vista sembra una vicenda da premio Nobel per la solidarietà. Ma 14 navi private che operano quotidianamente nel Canale di Sicilia e fanno la spola tra le acque antistanti i porti libici e i moli dei porti italiani costituiscono un fenomeno che non può essere derubricato ad atto di bontà di privati generosi. Perché queste Organizzazioni non governative saranno pure guidate da novelli buoni samaritani decisi a garantirsi il Paradiso, ma quando la bontà costa ai neosamaritani parecchi milioni al giorno (i costi delle navi sono particolarmente elevati) e rischia di scaricare sul nostro Paese il costo dell’accoglienza di più di duecentomila migranti all’anno, è necessario porsi qualche interrogativo oltre il plauso per una bontà così esasperata e carica di inquietanti e pericolose conseguenze. A Catania, il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro ha aperto un’inchiesta per scoprire la legalità o meno secondo la legge italiana di questo singolare fenomeno. Ed è bene che la magistratura metta in chiaro se, ad esempio, esista un qualche rapporto tra Ong e trafficanti di persone. Ma è fin troppo evidente come la vicenda non sia una questione esclusivamente giudiziaria. Queste Organizzazioni non governative introducono nel nostro Paese un flusso di migranti che incide pesantemente sul bilancio dello Stato al punto da costringere il nostro Governo a chiedere l’aiuto dell’Unione europea. Cioè compiono un atto che non essendo stato concordato con le autorità nazionali e, a quanto pare, neppure con quelle sovranazionali, costituisce una pesante ingerenza negli affari interni di una nazione sovrana. Nessuno pretende che l’Italia dichiari guerra alle Ong che fanno traffico di migranti. Ma sapere chi finanzia queste Organizzazioni e perché sia così interessato ad introdurre fattori di oggettiva destabilizzazione della società italiana e di quella europea diventa una necessità assoluta.
Che aspettano i partiti, non solo di opposizione ma anche di maggioranza, a sollevare il problema ed a chiedere al Governo di sciogliere gli interrogativi prima che le Ong samaritane abbiano trasportato in Italia qualche milione di mine vaganti? Arturo Diaconale

ETICHETTA. I TROPPO BUONI O…
La vecchia polemica sulla necessità dei corridoi umanitari per i migranti provenienti dall’Africa è superata. Perché i corridoi umanitari sono già stati realizzati. Da dicembre dello scorso anno ad oggi, cioè nel giro di appena quattro mesi, i migranti che hanno usufruito di questi corridoi umanitari sono stati più di 44mila. Il maltempo invernale, che fino all’anno scorso frenava l’afflusso dei profughi, è stato bellamente debellato da 14 navi attrezzate di proprietà delle Ong che hanno assicurato un viaggio tranquillo ai fuggitivi da fame e guerre raccogliendoli dai barchini dei trafficanti di persone e depositandoli nei porti italiani. A prima vista sembra una vicenda da premio Nobel per la solidarietà. Ma 14 navi private che operano quotidianamente nel Canale di Sicilia e fanno la spola tra le acque antistanti i porti libici e i moli dei porti italiani costituiscono un fenomeno che non può essere derubricato ad atto di bontà di privati generosi. Perché queste Organizzazioni non governative saranno pure guidate da novelli buoni samaritani decisi a garantirsi il Paradiso, ma quando la bontà costa ai neosamaritani parecchi milioni al giorno (i costi delle navi sono particolarmente elevati) e rischia di scaricare sul nostro Paese il costo dell’accoglienza di più di duecentomila migranti all’anno, è necessario porsi qualche interrogativo oltre il plauso per una bontà così esasperata e carica di inquietanti e pericolose conseguenze. A Catania, il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro ha aperto un’inchiesta per scoprire la legalità o meno secondo la legge italiana di questo singolare fenomeno. Ed è bene che la magistratura metta in chiaro se, ad esempio, esista un qualche rapporto tra Ong e trafficanti di persone. Ma è fin troppo evidente come la vicenda non sia una questione esclusivamente giudiziaria. Queste Organizzazioni non governative introducono nel nostro Paese un flusso di migranti che incide pesantemente sul bilancio dello Stato al punto da costringere il nostro Governo a chiedere l’aiuto dell’Unione europea. Cioè compiono un atto che non essendo stato concordato con le autorità nazionali e, a quanto pare, neppure con quelle sovranazionali, costituisce una pesante ingerenza negli affari interni di una nazione sovrana. Nessuno pretende che l’Italia dichiari guerra alle Ong che fanno traffico di migranti. Ma sapere chi finanzia queste Organizzazioni e perché sia così interessato ad introdurre fattori di oggettiva destabilizzazione della società italiana e di quella europea diventa una necessità assoluta.
Che aspettano i partiti, non solo di opposizione ma anche di maggioranza, a sollevare il problema ed a chiedere al Governo di sciogliere gli interrogativi prima che le Ong samaritane abbiano trasportato in Italia qualche milione di mine vaganti? Arturo Diaconale

VERTICI BCC A PROCESSO PER IL CASO ZAMA


PD NASCE IL COMITATO PER ORLANDO


Nasce anche nella Romagna Faentina il Comitato a sostegno della candidatura di Andrea Orlando a segretario del pd per FAENZA: Massimo Isola, Simona Sangiorgi, Andrea  Piazza, Mauro Ghetti, Antonio Ricchi, Angelo Zoli. BRISIGHELLA. Viscardo Baldi, CASOLA VALSENIO. Nicola Iseppi, Marco Unibosi, RIOLO TERME. Valeriano Solaroli, CASTELBOLOGNESE. Luca Della Godenza, Jader Dardi, Attilio Della Godenza, Mauro Zani. SOLAROLO. Fabio Anconelli,Alessandro Carroli, Nicola Dalmonte.
Fanno parte, come coordinatore provinciale, l'onorevole Alberto Pagani, affiancato da Fabio Sbaraglia come referente per il Comune di Ravenna, Matteo Fantuzzi per la Bassa Romagna, e Massimiliano Venturiper la comunicazione. Le attività del comitato sono aperte alle adesioni e ai contributi di tutti gli interessati: tra i primi ad aderire vi sono stati, il consigliere regionale Mirco Bagnari, gli ex parlamentari Widmer Mercatali e Aldo Preda, la presidente del Consiglio Comunale Livia Molducci,l'assessore Ouidad Bakkali, i consiglieri comunali Fiorenza Campidelli eMarco Turchetti, i quattro sindaci della Bassa Romagna Ranalli (Lugo), Venturi (Alfonsine), Pasi (Fusignano) e Piovaccari (Cotignola).


domenica 26 marzo 2017

ALFONSO NICOLARDI SI RICANDIDA A SINDACO: LA COALIZIONE FORMATA DA PD, SOCIALISTI E IDV


Mercoledì 22 marzo presso la sala del Consiglio Comunale, il Sindaco Alfonso Nicolardi ha ufficialmente annunciato la sua ricandidatura alle Elezioni Comunali 2017. La lista civica che lo sostiene si chiamerà "Centrosinistra per Riolo Terme".  La coalizione sarà formata da esponenti del Partito Democratico, del Partito Socialista, dell'Italia dei Valori e da tutti coloro si riconosceranno in questo progetto. Le caratteristiche di dialogo, ascolto e responsabilità che hanno accompagnato tutto lo scorso mandato e che per il Sindaco sono il fondamento di una città e di una società coesa, che cerca di migliorarsi sempre, si arricchiscono dell’esperienza dei cinque anni trascorsi.
 A partire da ora, la campagna elettorale di “Centrosinistra per Riolo Terme” dispiegherà tutte le iniziative utili a favorire e promuovere confronto e partecipazione, cominciando dalla costituzione dei gruppi di lavoro sul programma. Sviluppo economico e Turismo, Politiche sociali e sanitarie, Politiche ambientali e urbanistiche, Politiche scolastiche, sportive e culturali, sono i temi di approfondimento affidati all’elaborazione di ogni gruppo, che si incontreranno nei prossimi mesi per dare un contributo diretto allo sviluppo del programma di mandato del Sindaco che naturalmente sarà in continuità con il lavoro svolto fin ora.

INTERROGAZIONE FORZA ITALIA: L’ASL DELLA ROMAGNA, ENORME E INGOVERNABILE PACHIDERMA OFFRE SOLO UN PEGGIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI E INEVITABILE AUMENTO DEI COSTI



Al Presidente, dell’Assemblea Legislativa Simonetta Saliera Sede
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Il sottoscritto Enrico Aimi Consigliere Regionale del Gruppo di Forza Italia,
premesso che nei giorni scorsi la Cgil ravennate ha lanciato un grido d’allarme sulla grave difficoltà che si sta manifestando negli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, dovuta alla mancata di sostituzione di medici, infermieri e personale tecnico che, gradualmente, ha lasciato sguarniti ben 130 posti;
considerato che le carenze riguardano diversi reparti, anche se il problema è più evidente in quelli di  medicina, dove si focalizza la maggiore richiesta di assistenza;
preso atto che all’origine ti tale situazione ci sarebbero tagli agli  organici, perdurati negli anni, che hanno pesantemente penalizzato gli Ospedali del comprensorio Ravennate;
valutato infine che, già dalla nascita dell’Asl della Romagna, era stata riscontrata una disparità riorganizzativa che ad oggi non è stata ancora compensata dalla attuale Direzione Amministrativa;
Tutto ciò premesso: INTERROGA La Giunta per sapere:
·         Se è a conoscenza della situazione sopra esposta;
·         Se tutto ciò non determina un eccessivo carico di lavoro che finisce per costringere medici e operatori sanitari ad inaccettabili doppi turni e rientri in servizio, con inevitabile deterioramento fisico e psicologico che nuoce alla qualità e tempestività delle loro prestazioni, senza escludere ovviamente rischi per i pazienti;
·         Se non si reputi ormai più che evidente che l’ Asl della Romagna, questo enorme e ingovernabile pachiderma, sia riuscita solo ad offrire un peggioramento delle prestazioni con inevitabile aumento dei costi.
Enrico Aimi

BERLUSCONI AI SENIORES; “NO TASSE SU PRIMA CASA, SUCCESSIONI, E POI PENSIONI MINIME A TUTTI


Silvio Berlusconi, parlando ai seniores di Forza Italia riuniti a Villa Gernetto, suona la carica al partito e garantisce: "Confido in Strasburgo. Ma, se anche per assurdo, non potessi candidarmi, sarò comunque in campo per fare la campagna elettorale, Ma, se anche per assurdo, non potessi candidarmi, sarò comunque in campo per fare la campagna elettorale. Sto in campo per senso di responsabilità verso il mio paese, che continuo ad amare, sto in campo per rispetto agli italiani che mi hanno dato negli anni 200 milioni di voti, sto in campo anche per voi, che avete combattuto con me in tutti questi anni le nostre battaglie di libertà. Contate su di me, io ci sarò. D'altronde neppure Renzi e Grillo sono in Parlamento. I sondaggi dicono che sul referendum ho spostato il 5% a favore del No. Farò la stessa cosa in campagna elettorale, proprio come accadde nel 2013".

Il Cav poi ribadisce il programma di Forza Italia: "Vogliamo garantire una pensione minima a 1000 euro per tutti. La pensione alle mamme per dare loro una vecchiaia dignitosa e serena. Vogliamo introdurre un sussidio di compensazione per le famiglie in condizione di povertà assoluta e relativa, una convenzione con i cinema per l'ingresso gratuito agli anziani, viaggi gratuiti per gli anziani in treno in certi giorni della settimana, cure odontoiatriche gratis per gli anziani, molti dei quali non possono permettersi il dentista, e aiuti agli anziani che possiedono un animale domestico".
In merito alle imposte, Berlusconi spiega: "Nel nostro programma prevediamo nessuna tassa sulla prima casa, che per noi è sacra, nessuna tassa sulla successione, che è ricchezza già tassata quando è stata prodotta, nessuna tassa sulla prima auto, che è uno strumento di lavoro, Flat Tax uguale per tutti al 22-24%. Meno non è credibile. E ancora abolizione dell'Irap che l'azienda paga anche quando perde. Le imposte non sono un diritto dello stato, sono il pagamento di servizi. Per questo se lo stato ci chiede 1/3 di quello che guadagniamo lo sentiamo giusto e lo paghiamo volentieri, se invece ci chiede oltre il 60% ci sembra una rapina. Questo non vuol dire ovviamente che le tasse non vanno pagate, significa che vanno ridotte".  Poi il leader di Forza Italia aggiunge: "Il Movimento Cinque Stelle può fare qualsiasi figuraccia. Eppure continua ad aumentare i propri voti. Perché? Perché con gli ultimi governi il numero dei poveri è aumentato a dismisura: 15 milioni di italiani sono in condizione di povertà e 4.600.000

martedì 21 marzo 2017

MINZOLINI, SALLUSTI QUELLI CHE MILLANTANO DI NON ESSERE MAIALI.


Alessandro Sallusti - Pensandola diversamente su molte cose abbiamo preso strade diverse ma ci siamo sempre rispettati, per cui mi sento di parlarne liberamente. In queste ore è a capo, con la sua penna, del partito degli indignati per il voto del Senato contrario alla decadenza di Augusto Minzolini, condannato in via definitiva per peculato per fatti che risalgono a quando dirigeva il Tg1. «Politicamente parlando - ha scritto tra l'altro Gomez - i senatori che si sono rifiutati di applicare una legge dello Stato nei confronti di un pregiudicato loro collega sono dei maiali. Del resto era stato proprio George Orwell a insegnarci che tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Ora, mi risulta che la legge in questione preveda appunto sulla decadenza il voto del Senato a garanzia delle non rare e documentate porcate della magistratura. E il voto, almeno per ora, nel nostro paese è libero e legittimo, altrimenti saremmo in una dittatura. L'Italia, caro Peter, ancora non è un enorme partito unico dei tuoi amici grillini, nel quale se non voti come dice il capo l'elezione è annullata (vedi primarie Cinquestelle a Genova). Da noi ancora il voto vale, non è ripetibile, e qualsiasi sia l'esito, non ci crederai, è considerato legale. Non solo: nel tuo articolo, caro Gomez, accomuni nelle maialate il caso Minzolini al caso Napoletano, il direttore del Sole-24 ore indagato per false comunicazioni sociali (si è autosospeso in attesa di chiarimenti). Ti chiedi: ma come fanno, quelli di Confindustria, a non cacciare un indagato? Già, probabilmente fanno come voi che avete tenuto e tenete tra i vostri opinionisti di punta la brava Selvaggia Lucarelli, che non solo è indagata ma è a processo per intercettazione abusiva e accesso abusivo a sistemi informatici (ai danni di Mara Venier ed Elisabetta Canalis). Io spero sia assolta, ma voi del Fatto - tenendola in squadra a mo' di casta - già vi siete comportati come i «senatori maiali». Perché Napoletano fuori e la Lucarelli dentro? E anche tu, caro Peter, nulla hai scritto - maialescamente parlando - contro un vostro amico, l'ex pm Ingroia, che accusato (esattamente come Minzolini) di peculato per le sue note spese è appena stato riconfermato nel posto e nel lauto stipendio. E no, se tutti i maiali sono uguali - per dirla alla Orwell - non è possibile che voi e i vostri amici millantiate di esserlo un po' meno o per niente. Altrimenti è solo una maialata. Con immutata amicizia.


venerdì 17 marzo 2017

LA FED ALZA I TASSI DI UN QUARTO DI PUNTO: TEMPI DURI PER L’ITALIA, PER GLI INTERESSI CHE DOVREMMO PAGARE.


La Fed alza i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli in una forchetta fra lo 0,75% e l’1%. Si tratta del primo aumento del 2017 e del terzo dal 2006. Gli aumenti dei tassi, afferma la Fed al termine della due giorni di riunione, saranno «graduali». La Fed prevede altri due rialzi nel 2017, per un totale di tre nell’anno. Altri tre rialzi sono attesi per il 2018. Wall Street resta in territorio positivo dopo l’aumento dei tassi da parte della Fed, il secondo in tre mesi. Il Dow Jones sale dello 0,46% a 20.932,09 punti, il Nasdaq avanza dello 0,63% a 5.893,57 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,38% a 2.374,38 punti. 


RIPARTE LA RIFORMA DEL CATASTO. MA E’ STANGATA SUGLI IMMOBILI


L'Europa chiede all'Italia una riforma del catasto in tempi brevi. Confedilizia: "Emergenza vera è ridurre le tasse sugli immobili". Infatti il nuovo catasto, come sottolinea il Sole24Ore, rientra nel Pnr, il piano nazionale delle riforme che arriverà con il Def. La riforma del catasto di fatto ritorna sulla scena dopo alcune raccomandazioni da parte di Bruxelles per l'Italia. E soprattutto dopo le previsioni macroeconomiche. E Bruxelles su questo punto è molto chiara sottolineando come Roma abbia fatto "progressi limitati" proprio sul completamento della "riforma del catasto". La riforma di fatto era già pronta e il governo Renzi era in procinto di mandarla alle Camere. Ma è arrivato lo stop per l'esecutivo sono stati i rilievi sull'osservanza della clausola della invarianza per la tassazione degli immobili. Insomma il rischio è che possano mutare ancora le tasse sugli immobili col nuovo catasto. E così Confedilizia prova a lanciare un messaggio chiaro a Gentiloni: “Leggiamo sulla stampa che il Governo Gentiloni starebbe pensando di riesumare quella riforma del catasto che il Governo Renzi aveva ritirato, nel giugno del 2015, perché non forniva adeguate garanzie di invarianza di gettito, aprendo all’opposto uno scenario di ulteriori aumenti di tassazione sugli immobili, mascherati attraverso improbabili "redistribuzioni", si legge in una nota. Poi l'avvertimento: "Quella legge delega è scaduta e non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso, checché ne dica la Commissione europea, che inserisce pigramente il tema catasto nelle sue rituali raccomandazioni copia e incolla, senza avere un minimo contatto con la realtà.Per il settore immobiliare l’urgenza non è la riforma del catasto, ma una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l’economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile

giovedì 16 marzo 2017

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI


UN BILANCIO SEMPRE PIU’ DI UNIONE: LA SINISTRA ELIMINA I COMUNI SENZA CONSULTAZIONE REFERENDARIA



Contrastare la riduzione del personale con economicità, uniformità, e un piano unico per la formazione: sono questi alcuni degli strumenti con cui l’Unione dei Comuni vuole sopperire al calo delle risorse umane nei vari presidi comunali. Negli ultimi cinque anni il personale è calato del 10%. Il processo che porterà all’Unione della Romagna faentina si completerà il primo gennaio 2018: nel prossimo anno si proseguirà dunque con il conferimento di tutte le funzioni mancanti all’Unione dei Comuni ed entro il 31 dicembre 2017 tutto il personale sarà trasferito (al momento il Comune di Faenza conta ancora 75 dipendenti su 492 complessivi nell’Unione).
Nel 2017 si prevedono una ventina di assunzioni
Il 2016 ha visto complessivamente 33 assunzioni (di cui 23 tra settembre e dicembre) mentre per il 2017 «nonostante si avranno maggiori difficoltà dal punto di vista economico – afferma il sindaco Giovanni Malpezzi – sono già in cantiere una ventina di ulteriori assunzioni per recuperare gap che negli ultimi anni ha gravato sulla nostra struttura per via dei pensionamenti».
I numeri dei dipendenti dei sei Comuni dell’Unione della Romagna faentina: dal 2018 faranno tutti capo all’Unione.



RAVENNA SEMPRE MENO ESPOSTA ALLA PENETRAZIONE MALAVITOSA, LO DICE IL RAPPORTO AGROMAFIE NAZIONALE: SARA’ VERO?

Per il Rapporto Agromafie Ravenna scende dal poco onorevole podio regionale

La nostra provincia scivola all'84° posto della classifica elaborata da Coldiretti. Pederzoli: “Questo è il momento di intensificare i controlli e stringere le maglie della legge"
Cala sul territorio provinciale l'intensità del fenomeno 'agromafie' nel settore agroindustriale. E’ quanto è emerso questa mattina alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, nel quale è stata calcolata, appunto, l’intensità del fenomeno per provincia sulla base delle risultanze quantitative delle azioni di contrasto specifiche poste in essere dalle diverse Forze dell’ordine per questo particolare aspetto criminale. La graduatoria, che fotografa una concentrazione del fenomeno soprattutto nel Mezzogiorno evidenziando però la presenza nella top ten anche di rilevanti realtà del Nord come Genova e Verona rispettivamente al secondo ed al terzo posto dopo Reggio Calabria per i traffici finalizzati al ricco business del falso Made in Italy, vede la provincia di Ravenna scendere dal 77° posto del 2015 all'attuale 84° posto, subito dietro altre quattro province emiliano-romagnole come Ferrara, Piacenza, Modena e Forlì-Cesena. Nella classifica 2016 Ravenna esce dalla zona più calda caratterizzata da un livello 'medio-basso' di penetrazione malavitosa assestandosi ad un livello 'basso' e scende anche dal poco onorevole podio regionale (oggi composto da Bologna (24ª), Parma (43ª) e Ferrara (80ª). “L'intensità del fenomeno agromafie sul nostro territorio è calata e questo è un dato alquanto positivo – commenta il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – tuttavia guai a mollare la presa e ad abbassare la guardia. Auspichiamo, soprattutto in una realtà economica come la nostra caratterizzata da un importante scalo portuale, che i controlli sulle merci in arrivo e sui traffici – sinora davvero efficaci - proseguano con ancora più intensità perché non possiamo lasciare nessuna breccia al malaffare e ai delinquenti che vogliono lucrare sulla pelle dei nostri agricoltori e dei consumatori tutti”. Sono oltre duecentomila, a livello nazionale, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel 2016 per combattere le agromafie dal campo allo scaffale e garantire all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. Ma il volume d'affari complessivo annuale dell'agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno. Numeri impressionanti che già nel maggio scorso, intervenendo al seminario ‘Solo con la legalità si protegge il Made in Italy da italian sounding e agromafie’ promosso da Coldiretti Ravenna in collaborazione con la Camera di Commercio di Ravenna all'Osservanza di Brisighella, erano stati stigmatizzati con forza dall’ex procuratore antimafia Gian Carlo Caselli, oggi Presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura.

martedì 14 marzo 2017

UN GRANDE BERLUSCONI….: L’ALBERO DELLA LIBERTA’


Foto Giorgio di Cento

È un Silvio Berlusconi in forma e carichissimo quello che parla alla manifestazione Primavera azzurra a Milano. Con il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, "non c'è nessuna concorrenza, abbiamo un programma comune che è stato approvato integralmente". "E' certo e sicuro che il centrodestra saprà riunirsi per le prossime elezioni", assicura Silvio, "con tutti coloro che aderiranno al nostro programma comune", ha aggiunto Berlusconi. Salvini e Meloni, ha sottolineato, "hanno già approvato questo programma, dobbiamo solo riunirci attorno a un tavolo per approfondire". Fra i punti da chiarire quello sull'euro che sta a cuore a Salvini. Secondo Berlusconi, la strada è quella di una "seconda moneta nazionale, come le Am Lire". Del Pd, dice: "Pd è imploso, è senz'anima e senza numeri. Da un lato vediamo che il M5s non ha neppure le capacità di governare la più piccola entità comunale, dall'altro il Pd è imploso. Oggi il Pd non ha, a mio parere, neppure un'anima e ha soltanto forse ancora l'eterna volontà di potere. Ma credo che non sia in grado di esprimere dei numeri per poter arrivare a governare il Paese". 
"Le persone disperate votano chi promette la rivoluzione", dice sempre a proposito di Grillo, "votano contro l'establishment, votano il Movimento 5 Stelle. Quello è un movimento fatto di sottoposti a un dittatore, di incapaci, di pauperisti e giustizialisti". "Oggi loro sono il primo partito, sono al 30%. E nulla ferma questa ascesa: aumenta la povertà, aumentano i voti ai 5 Stelle". 
Ogni volta che si ascolta il presidente Berlusconi capisci che se i politici da strapazzo lo avessero lasciato "comandare" in questo paese, l’Italia sarebbe stata diversa. il popolo con i suoi milioni di voti gli ha dato ampio consenso ma i giochi di palazzo ogni volta hanno creato problemi. Il popolo aimè è chiaro che non comanda basta pensare che 4 governi non eletti hanno fatto il bello e cattivo tempo alla faccia delle elezioni e a pagarne le conseguenze tutti noi che viviamo in un paese privo dell’autorevolezza politica che solo un grande leader come silvio può creare e dare. con #lalberodellaliberta si riparte speriamo che questa volta gli si riconosca l’autorevolezza del grande consenso popolare e che possa governare alleati permettendo che a suo confronto sono davvero pochissima cosa




lunedì 13 marzo 2017

ALTRO CHE TAGLI ALLE TASSE MAZZATA DA 30 MILIARDI


È già sulla carta l'aumento previsto entro il 2019. Manovra, certo il ritocco sulle accise
Difficile dire sì a Gentiloni e no a nuove tasse, come ha fatto ieri l'ex premier Matteo Renzi nell'intervista alla Stampa.  Perché a legislazione invariata, cioè se il governo in carica non modificherà le decisioni prese dai precedessori, le tasse aumenteranno eccome. Un promemoria sull'andamento dei grandi numeri delle finanze pubbliche è il «Bilancio semplificato» della Ragioneria generale dello Stato. Una sintesi delle previsioni sugli andamenti dei conti pubblici che precede la pubblicazione del Def, il documento di economia e finanza. Quello del governo Gentiloni arriverà in aprile, conterrà gli effetti finanziari della prossima legge di bilancio, compresi quelli di misure come il taglio del cuneo fiscale e l'aumento dell'Iva. Se il governo Gentiloni non dovesse fare nulla, tra il 2017 e il 2019 le entrate dello Stato aumenteranno comunque di circa 30 miliardi. Nel complesso passeranno dai 523 miliardi di quest'anno ai 552,9 del 2019. Le entrate tributarie, cioè quelle tasse e imposte, passeranno da 463 miliardi a 497,6 nel 2019, per poi sfondare il muro dei 500 miliardi a partire dal 2020. Il tutto mentre la spesa corrente, nelle previsioni del governo, dovrebbe scendere: dai 502,6 miliardi al netto degli interessi sul debito, a 492,2 del 2019. In calo anche la spesa per gli interessi sul debito, da 79 a 76,7 miliardi di euro. Gli aumenti delle tasse, insomma, sono già sulla carta.

AIMI (FI): “CARENZA DI PERSONALE NEGLI OSPEDALI DI RAVENNA, FAENZA, LUGO E RISCHI PER I PAZIENTI”


 “Un eccessivo carico di lavoro finisce per costringere medici e operatori sanitari degli ospedali del comprensorio ravennate a inaccettabili doppi turni e rientri in servizio, con inevitabile deterioramento fisico e psicologico che nuoce alla qualità e tempestività delle loro prestazioni, senza escludere ovviamente rischi per i pazienti”. A denunciare i disagi degli operatori sanitari attivi negli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale è Enrico Aimi (Forza Italia).
 “La Cgil - si legge nel testo dell’atto ispettivo - ha lanciato un grido d’allarme sulla grave difficoltà che si sta manifestando negli ospedali ravennati, dovuta alla mancata sostituzione di medici, infermieri e personale tecnico che, gradualmente, ha lasciato sguarniti ben 130 posti: le carenze riguardano diversi reparti, anche se il problema è più evidente in quelli di medicina, dove si focalizza la maggiore richiesta di assistenza”. Già dalla nascita, evidenzia Aimi, “nell’Ausl unica della Romagna era stata riscontrata una disparità organizzativa che ad oggi non è stata ancora sanata”. Il consigliere di Forza Italia, sul tema, vuole quindi sapere dalla Giunta “se non reputa ormai più che evidente che l’Ausl della Romagna, questo enorme e ingovernabile pachiderma, sia riuscita solo a offrire un peggioramento delle prestazioni con inevitabile aumento dei costi”. 


REDDITI IN PROVINCIA: TUTTI I 18 COMUNU IN CRESCITA, BOOM DELLA BASSA.



 BUON SENSO FAENZ -  Come si distribuiscono gli oltre 5,9 miliardi di euro di redditi percepiti in provincia di Ravenna? A dircelo sono le dichiarazioni fiscali 2016, relative all’anno di imposta 2015, disponibili su base comunale. I dati del Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, riflettono una situazione sostanzialmente positiva per tutti i Comuni del ravennate: per la prima volta dall’inizio della crisi vi è stato un aumento in tutti e 18 i Comuni, pur in presenza di significative variazioni territoriali. La tabella sottostante indica i dati del reddito medio per contribuente e la variazione rispetto al dato del 2014.
Comune
Reddito medio per contribuente
Variazione 2014-2015
CERVIA
16.790,96
218
CASOLA VALSENIO
16.825,32
257
BRISIGHELLA
17.691,03
386
SOLAROLO
17.762,02
702
FUSIGNANO
18.168,19
384
MASSA LOMBARDA
18.329,94
286
RIOLO TERME
18.404,17
220
ALFONSINE
18.438,85
457
CONSELICE
18.629,11
559
BAGNACAVALLO
18.787,48
324
RUSSI
19.065,40
440
CASTEL BOLOGNESE
19.256,08
379
BAGNARA DI ROMAGNA
19.357,74
761
COTIGNOLA
19.874,09
363
FAENZA
19.995,89
224
SANT’AGATA SUL SANTERNO
20.138,81
680
LUGO
20.376,68
617
RAVENNA
20.836,48
288
A Ravenna e Lugo il reddito medio più alto della provincia
I dati diffusi dal Ministero confermano alcuni squilibri territoriali presenti nella nostra provincia. Sul podio troviamo la città capoluogo, con oltre 20.800 euro di reddito medio, seguita da Lugo (20.376,68) in seconda posizione. Medaglia di bronzo per Sant’Agata sul Santerno, che con 20.138 euro ed un aumento di quasi 700 euro su base annua riesce a spodestare Faenza, che scivola al quarto posto perdendo due posizioni rispetto al 2014. Nella città manfreda il reddito medio si attesta a 19.995,89, un soffio sotto la soglia dei ventimila. All’estremo opposto troviamo come tre Comuni più “poveri” i tre Comuni turistici per eccellenza: Cervia (16.790 euro), Casola Valsenio (16.825) e Brisighella (17.691), a dimostrazione che sono ancora i territori ad una forte vocazione produttiva a generare più reddito. Emerge infatti una situazione nel quale i salari più alti si accumulano nei centri maggiori e nei paesi alle porte di essi (Bagnara e Sant’Agata, sostanzialmente due quartieri di Lugo) o lungo le direttrici viarie della via Emilia (Castel Bolognese) o della san Vitale (Russi).

venerdì 10 marzo 2017

SECURITY DAYS


http://www.forzaitalia.it/notizie/11793/securitydays

LEONARDO DA VINCI: SABBIE GIALLE, AZZURRE ,ANTICO MARE E ODIERNA CERAMICA. BRISIGHELLA E RIOLO TERME

La particolare geologia del basso Appennino faentino tagliato dal fiume Lamone è osservata e descritta per la prima volta da Leonardo da Vinci: “… e il segnio di ciò si vede dove per antico li Monti Appennini versano li lor fiumi nel mare Adriatico, li quali in gran parte mostrano infra li monti gran somma di nichi insieme coll’azzurrigno terren di mare”, “… e nel congiungersi colle pianure, le predette falde son tutte di terra da fare boccali, come si dimostrano, in Val di Lamona, fare al fiume Lamona…”.
  A poca distanza dall’azienda si trovano aree verdi protette di grande interesse paesaggistico e naturalistico. I nostri terreni sono nella cintura verde che circonda l’area del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola istituito nel 2005 per valorizzare un geosito di interesse internazionale. 
Meritano una visita i pini centenari nei pressi del colle dell’Olmatello e lo spettacolare fenomeno erosivo dei calanchi: anfiteatri naturali di argille azzurre che si aprono fra Brisighella e Riolo Terme e hanno reso celebri nel mondo le belle ceramiche di Faenza. L’argilla è la materia prima fondamentale per la produzione di ceramica: i manufatti per uso domestico e le opere artistiche delle storiche botteghe artigiane di Faenza, i materiali da costruzione (piastrelle e laterizi) e le nuove tecnologie. Lo stretto rapporto che lega la nostra città alle argille azzurre delle sue colline è testimoniato dall’uso del termine “faenza” in italiano e del corrispondente francese “fayence” per identificare nel mondo la maiolica

martedì 7 marzo 2017

CONSIP, IL PIANO DIABOLICO DI BERLUSCONI: COSI SALVERA LOTTI E GENTILONI PER AFFONDARE RENZI


Il caso Consip e l'indagine su Luca Lotti è una bomba non solo su Matteo Renzi, ma pure sul governo Gentiloni. E Silvio Berlusconi sarebbe pronto ad approfittarne nel modo più geniale possibile: cercando di tenere il sottosegretario con delega allo Sport al suo posto. Per l'ex premier tutta l'inchiesta puzza di "chiaro disegno per creare tensioni" ai massimi livelli politici. Per il presidente del Pd Matteo Orfini è invece tutto studiato "per liquidare" proprio il già traballante Partito democratico. Parlando di Lotti, il premier in carica Paolo Gentiloni è stato chiaro: "La mia fiducia nei suoi confronti rimane immutata ed io mi auguro che lo sia anche quella del Parlamento". È lì che si gioca la partita e forse la sopravvivenza dell'esecutivo: la mozione di sfiducia contro Lotti presentata dal Movimento 5 Stelle troverà il voto favorevole anche della Lega Nord e molto probabilmente degli scissionisti del Pd. Il rischio, come detto, è di far finire qui la legislatura e di tornare al voto a giugno o a settembre.

Per questo Forza Italia si sta muovendo per scongiurare l'ipotesi. Come ricorda il Messaggero, il capogruppo al Senato degli azzurri Paolo Romani ha sottolineato: "Non votiamo mozioni di sfiducia individuali". Particolare non da poco. A Palazzo Madama la maggioranza, contando le defezioni tra Democratici e Progressisti, esisterebbe solo con i voti di Forza Italia. Un "Nazareno" momentaneo e improvvisato che però metterebbe in gravissima crisi Renzi, salvando il suo uomo di fiducia e allungando la vita al governo. Praticamente, tutto quello che sogna il Cavaliere.

NEL 2016 IN PROVINCIA DI RAVENNA E A FAENZA CONTINUA IL CALO DELLE IMPRESE

3 marzo 2017 buonsenso - Il Pil cresce, ma non si può dire lo stesso per le imprese, e a farne maggiormente le spese sono quelle di piccola dimensione come quelle artigiane e giovanili. Malgrado i segni positivi di una ripresa economica alle porte in Emilia-Romagna e di miglioramenti anche sul fronte occupazionale, i numeri del registro delle imprese segnano ancora un anno in rosso. Il sistema imprenditoriale della provincia di Ravenna e dei suoi tre comprensori (il capoluogo con Cervia e Russi, il lughese e il faentino) vede un calo delle aziende iscritte, passando dalle 40.508 presenti a fine 2015 alle 39.704 di fine 2016. Il numero delle imprese subisce così un calo che si assesta -1,3%, un passo indietro più marcato sia rispetto alla media regionale (-0,7%) sia a quella nazionale, che vede una sostanziale stabilità del numero delle imprese (+0,03%). Provincia di Ravenna: la ricchezza si concentra nelle medie e grandi imprese. Va precisato che il calo dell’1,3% risente di una modifica dei criteri di calcolo effettuata dalla Camera di Commercio: fra le 2.891 cessazioni del 2016, 156 sono cessazioni d’ufficio per imprese non più operative, mentre 543 sono le cancellazioni di imprese fallite prima del 2006 per insufficienza d’attivo. In sostanza si è proceduto ad un aggiornamento straordinario del registro delle imprese. Scorporando queste due tipologie particolari, il saldo passa da -805 a -105 aziende su base annua, riducendo l’ordine di grandezza della diminuzione e portandolo verso i livelli medi dell’Emilia-Romagna. Ma si conferma comunque uno scenario che non si può dire soddisfacente: la ricchezza e l’occupazione vanno incentrandosi nelle medie e grandi imprese, mentre il tessuto imprenditoriale di minori dimensioni vede molti piccoli