mercoledì 30 dicembre 2015

UNIONE ROMAGNA FAENTINA CONFERITE ALTRE CINQUE FUNZIONI: SMANTELLAMENTO DEI COMUNI. CHI HA VERIFICATO I COSTI. SI SPENDERA’ VERAMENTE MENO, CI CREDONO SOLO I POLITICI DI SINISTRA DELLE MAGGIORANZE DEI SEI COMUNI


Si tratta di Servizi Sociali, Ragioneria-Economato-Controllo di Gestione,Urbanistica ed Edilizia, Promozione Economica e Turismo, Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro

Ieri sera il Consiglio dell'Unione ha approvato il conferimento all'Unione dei Comuni della Romagna Faentina dei Servizi Sociali, della Ragioneria, Economato, Controllo di Gestione, servizi di Urbanistica ed Edilizia, Promozione Economica e Turismo, insieme alle funzioni di tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di un altro tassello molto importante sulla strada della piena integrazione tra i Comuni di Faenza, Castelbolognese, Solarolo, Riolo Terme, Brisighella e Casola Valsenio, il cui completamento atteso per la fine del 2018. Esprime soddisfazione il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, che è anche Presidente dell'Unione. «Il progetto politico dell'Unione sta prendendo sempre più forma e sostanza. È un'occasione di cambiamento per tutti gli organismi locali, per tutti i dipendenti delle amministrazioni comunali e per tutti i cittadini, (NUOVA SEDE NUOVI COSTI n.d.r). Non stiamo intraprendendo solamente una fase di riorganizzazione amministrativa e di razionalizzazione della spesa, ma vogliamo realizzare una visione strategica comune e di finalità condivise, per preparare il nostro territorio alle sfide del futuro». «Come amministratori - prosegue il sindaco - vogliamo creare un territorio più coeso e moderno. Non possiamo più ragionare su ambiti come quelli della sicurezza, del lavoro e della promozione turistica ciascuno nel proprio piccolo. Lo stesso vale per le emergenze sociali, ormai troppo diffuse e trasversali a tutti i territori». «Il territorio dell'Unione conta circa 88.000 abitanti».

PARERE CONTRARIO ALLA FUSIONE DI TIZIANO CERICOLA (RINNOVARE FAENZA – FORZA ITALIA)


In Consiglio Comunale a Faenza sono state votate le delibere per il conferimento di varie funzioni all'Unione. Secondo l'idea di Malpezzi entro quattro anni tutte le funzioni ed il personale del Comune di Faenza dovranno passare in Unione. Questo processo totale, così impostato, comporta vari inconvenienti, politici e amministrativi.  In primo luogo si allontana il controllo democratico, in quanto l'Unione ha un Consiglio non eletto dai cittadini, ma composto da alcuni membri dei singoli Consigli Comunali dei 6 Comuni. Tra pochi anni i singoli Comuni saranno dei gusci vuoti, con consiglio, giunta, segretario, revisori dei conti e portinai che non avranno praticamente più nulla da gestire, se non il travaso dei fondi all'Unione così impostata. Sotto il profilo amministrativo l'Unione non comporta un risparmio di spesa complessiva per i prossimi 4/5 anni, come testimoniato dalle relazioni allegate alle singole delibere di conferimento dei servizi. Inoltre l'eccessiva velocità di conferimento ha creato un notevole impaccio all'attività ordinaria degli uffici, che va a scapito dei cittadini che spesso non trovano i referenti per le loro richieste, specie per i Comuni piccoli. Resta inoltre confermato dai dirigenti e recentemente anche dal Sindaco che il Comune più grande, cioè Faenza, avrà per 4/5 anni un aggravio dei costi e/o una dispersione delle proprie risorse umane e materiali in quanto dovrà sopperire alle carenze degli altri Comuni. A mio parere sarebbe stato più corretto impostare un percorso di 3/4 anni in cui rendere omogenei i vari regolamenti comunali e soprattutto le prassi operative degli uffici dei 6 Comuni e poi andare verso una Unione "leggera", con poche funzioni conferite e altre invece solo associate, avviando al tempo stesso un processo di FUSIONE dei Comuni più piccoli. Ho avanzato queste idee nel Consiglio Comune di lunedì, dicendo chiaramente che fare l'Unione "totalizzante" e basta è un errore politico e amministrativo: Malpezzi ha risposto che lui farà l'Unione e altri (chi ?) dovranno farsi carico della fusione, se la vorranno fare. Insomma ha confermato che lui vuole chiudere il suo mandato con la medaglia politica di avere fatto l'Unione e poi lascerà al prossimo Sindaco il compito di farla funzionare per bene; nel frattempo chi se ne frega se questo percorso sottrae risorse umane, materiali e finanziarie alla nostra città. Tutto questo, probabilmente, è funzionale alla sua futura carriera politica in Regione o addirittura in Parlamento. Questa medaglia politica (io ho fatto l'Unione !) sarà spendibile dal 2017 in avanti quando inizieranno le campagne elettorali nazionali (se ci saranno le elezioni anticipate) o regionali. D'altra parte vi invito a guardare alle mosse di Malpezzi considerando che il nuovo collegio elettorale nazionale di Faenza (voluto dal PD renziano) comprende un territorio che ci unisce a Imola, Castel S.Pietro e S.Lazzaro. Perché ha trovato un nuovo dirigente dei lavori pubblici dalla ex provincia di Bologna, rottamando il vecchio dirigente in carica da almeno 15 anni (sembra di sentire l'eco del renziano "stai sereno") ? Perché adesso fondiamo la nostra società d'area con quella di Imola e non con quella di Forlì ? Perché il nuovo presidente del MIC viene dalla Sacmi di Imola, quando Rivola ha fatto i miracoli nella sua gestione ? La tanto sbandierata "area vasta" romagnola viene presto dimenticata se si hanno in testa altri obiettivi.  Spero di essere smentito dai fatti e che la nostra città possa avere dei benefici concreti dalle mosse di Malpezzi: fatemi sapere se ne vedete alcuni.
CERICOLA IL SINDACO MALPEZZI: A FUTURA MEMORIA
Oggi sul Carlino il sindaco Malpezzi, rispondendo in modo indiretto al mio ultimo post su FB, ha detto che "ambisco solo a fare il sindaco" e che rimarrà a Faenza fino al 2020, senza partecipare a elezioni politiche nazionali (2017 o 2018). Invito tutti i faentini a prendere le forbici e a ritagliare l'articolo a futura memoria. Malpezzi ha un'ambizione smisurata e Faenza gli sta stretta, ma per le elezioni se la dovrà vedere con rivali imolesi e faentini di tutto rispetto, per cui ci divertiremo un sacco a vedere le loro manovre. E poi sono onorato dalla citazione diretta "Cericola stia sereno", di chiara derivazione renziana: io non sono Letta (peccato: una persone di grande valore professionale e politico), ma abbiamo visto cosa ha fatto Renzi dopo quel tweet ..Cari faentini "state sereni" anche voi.

E IO PAGO: GUERRA APERTA AI CINGHIALI E LUPI. L’UNICA SOLUZIONE E’ L’ABBATTIMENTO. LA REGIONE PAGA I DANNI 3MILIONI DI EURO


Corriere di Ravenna Faenza-. Tre milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione per "riparare" al danni della fauna selvatica.  Servono soprattutto per la  prevenzione, per installare  recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, acquisto di cani pastore, strumenti di  difesa e interventi, coprendo il cento per cento dei costi ritenuti ammissibili; < E' un altro passo nella  guerra agli ungulati come il  cinghiale, ai lupi, agli storni e alle ghiandaie, che sono  i principali protagonisti  delle continue devastazioni  ad allevamenti e colture nella collina faentina. I danni  causati dal lupo (con vittime pecore, agnelli e capre)  - sono stabili: circa 150 mila euro all'anno. Proprio per prevenire l'assalto ai greggi è finalizzato l'ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall'assessorato  regionale all'Agricoltura: l'assegnazione di 128.644 euro a 48 aziende agricole di  collina e montagna.  E altri finanziamenti sono  in arrivo. Con l'ultimo assestamento di bilancio in-  fatti la Regione ha previsto  200 mila euro per finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate. «Occorre intervenire pn- ma che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione  e su una corretta gestione  della fauna selvatica in collaborazione con le aziende  agricole, gli enti parco e gli  Ate - spiega l'assessore regionale Simona Caselli -. Vogliamo lavorare sempre  più in questa direzione, in  linea con le indicazioni della Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. La mappatura del territorio, di cui ci siamo dotati,  ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali». Il finanziamento è importante perché era di 5milioni  e 400 mila euro il plafond  stanziato in sette anni, dal  2008 ad oggi, pari quasi a quanto concesso ora in un  solo anno.  Le devastazioni più impattanti sono quelle dovute ai cinghiali. Uno degli obiettivi è «la completa rimozione del cinghiale da tutte le  zone non vacate» anche attraverso forme di caccia di  selezione, prelievi straordinari, ricorrendo alle battute  (braccata e girata). In diminuzione invece risultano i danni di caprioli,  daini e cervi, grazie alla pianificazione regionale  2013-2014 che stabilisce una  densità ideale.  Ad avviso del presidente  provinciale della Coldiretti,  Massimiliano Pederzoli,  «l'unico strumento valido è  l'abbattimento: con le recinzioni si corre il rischio di  trasformare le campagne e  le colline in un enorme reticolato. Per ottenere i risarcimenti, gli agricoltori  devono dimostrare di avere  attuato le forme di prevenzione, quindi devi prima  spendere. Le misure adottate per la nostra categoria si  riversano sempre in modo  negativo sui nostri bilanci:  normative Ue, embargo Russia, quote produzioni,  tasse e quant'altro. Anche per avere i risarcimenti ora  dobbiamo prima investire.  La strenua difesa degli animali selvatici sta purtroppo  generando danni anche extra agricoli, alle persone.  alla viabilità. Cinghiali, Caprioli possono distruggere  le macchine per le strade".  mettendo in pericolo la vita  umana, come e già successo  in alcune occasioni».  

martedì 22 dicembre 2015

LA RITIRATA DEL CALIFFO

Nel 2015 l'Isis ha perso il 14% dei suoi territori. Fondamentali i bombardamenti russi e l'avanzata dei peshmerga
Matteo Carnieletto  Fondato nel 2004, lo Stato islamico è entrato nella nostra quotidianità soltanto un anno fa, nel 2014, quando Jihadi John decapitò, il 19 settembre di quell'anno, il fotoreporter americano James Foley. L'Isis è stato a lungo tempo sottovalutato, come ha ammesso lo stesso Obama. Il 2015 ha rappresentato però un punto di svolta nella lotta contro i terroristi dell'Isis, soprattutto grazie all'intervento russo in Siria. Secondo quanto emerge da uno studio condotto dagli esperti del centro britannico di studi militari Ihs Jane's, nel corso di quest’anno lo Stato Islamico ha perso il 14% dei territori che controllava in Siria e in Iraq alla fine del 2014 pari a 12.800 chilometri quadrati. Allo Stato islamico, però, rimarrebbero ancora 78mila chilometri quadrati. Le zone in cui lo Stato islamico ha subito maggiori perdite sono quelle al confine siro-turco (dove i miliziani vengono martellati dalle bombe russe) e quelle dove sono attivi i peshmerga dell'Ypg. Qui sono stati colpiti i corridoi per i rifornimenti e le esportazioni clandestine di petrolio da parte dei terroristi. Un'altra perdita molto grave per lo Stato islamico potrebbe avvenire nel corso delle prossime ore. Secondo le informazioni diffuse dai media iracheni, infatti, l'esercito di Baghdad si starebbe preparando a liberare Mosul, la roccaforte dello Stato islamico. Sulla città delle bandiere nere sarebbero stati lanciati volantini per rassicurare la popolazione e annunciare la prossima liberazione. Sui fogli si invitavano gli abitanti a collaborare con le truppe regolari e ad allontanarsi da ogni obiettivo militare, che potrebbe essere colpito in qualsiasi momento.

domenica 20 dicembre 2015

ECCO LE DODICI DOMANDE A CUI LA BOSCHI NON HA RISPOSTO

Ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito al paese e ai risparmiatori truffati
Domenico Ferrara - Il vestito era sobrio, la dialettica elegante, il discorso carismatico. I commenti nei confronti di Maria Elena Boschi si sprecano e sono per la maggior parte un profluvio di complimenti e lusinghe. Al netto di tutto questo - ché alla fine estetica, prossemica e retorica dovrebbero contare meno della sostanza - ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito in Aula e al paese. Omissioni volute o no che sarà pure il caso di elencare e far presenti, non sia mai che possano trovare una risposta chiara non tanto per la stampa quanto per i poveri risparmiatori che al momento non si trovano un euro in tasca.
  1. Come mai suo padre nonostante sia stato sanzionato dalla Banca d'Italia come membro del Cda ha ottenuto la nomina di vicepresidente, tra l'altro tre mesi dopo il suo insediamento al governo?
  2. Chi ha inserito nel decreto e perché un comma che rende complicato agire nei confronti dei vertici dell'istituto di credito e quindi nei confronti anche di suo padre?
  3. Perché ha detto che suo padre è stato eletto nel 2014 e non ha ricordato che invece è entrato nel cda della banca nel 2011?
  4. Come dimostrano alcuni documenti pubblicati da Libero, lei è interventua sulla stesura del decreto. Perché non si è fatta da parte?
  5. Perché non ha chiarito se era presente o meno nei Cdm che hanno varrato i decreti sulle banche?
  6. Perché ha partecipato al Consiglio del 10 settembre, quello che ha incardinato i decreti legislativi di ricezione della direttiva europea sul bail-in che inasprito le condizioni per avviare l'azione di responsabilità per gli amministratori di banche in risoluzione tra i quali suo padre?
  7. Perché ha partecipato alla conferenza dei capigruppo finalizzata a calendarizzare alla Camera il decreto popolari?
  8. Come mai si è passati dal ddl al decreto d'urgenza sul Salva Banche? Che fretta c'era?
  9. È normale che il ministero dell'Economia e il governo non fossero al corrente del dissesto economico in cui versava Banca Etruria sebbene il decreto Salva Banche sia stato varato 18 giorni prima del suo commissariamento?
  10. Perché non ha detto nulla sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi consulente del governo e titolare dell'inchiesta su banca Etruria?
  11. Come mai non ha detto nulla su Giuseppe Fanfani, membro del Csm che ha autorizzato l’incarico del procuratore Rossi nonché titolare ad Arezzo dello studio che da sempre difende Banca Etruria?
  12. Perché, come ricorda Gian Maria De Francesco sul Giornale, non ha detto nulla in merito a “operazioni con parti correlate”, cioè debiti e soprattutto crediti di Etruria con gli amministratori, loro parenti e società collegate (eccezion fatta per il mutuo ipotecario concesso al fratello di cui non è stato reso noto l'importo)?. Sarebbe stato interessante saperlo poiché il salvataggio della banca ha evitato la liquidazione che avrebbe imposto il rientro dei fidi. E questo, sì, sarebbe stato conflitto di interessi

giovedì 17 dicembre 2015

DEBITO PUBBLICO A 2.212MILIARDI DI EURO. RECORD RENZI

Paolo Savelli - Ottobre 2015, debito pubblico a 2.212 miliardi di Euro...ad agosto era di 2.192 miliardi a luglio di 2.185. In 4 mesi l'aumento è stato di 27 miliardi. Tutto questo a fronte dell'incremento delle entrate tributarie e di una congiuntura economica di ripresa internazionale che ha abbattuto anche il famigerato SPREAD che tanto contribuì, alzandosi all'improvviso, alla caduta di Berlusconi, perché, ricorderete, il debito pubblico italiano era insostenibile e i mercati ci punivano. E per salvare l'Italia ci volevano Monti e l'Austerità e poi Letta e infine Renzi, quest'ultimo perché era #lavoltabuona...e sapete a quanto ammontava il debito pubblico quando il famigerato Silvio Berlusconi si dimise? 1.904 miliardi.

mercoledì 16 dicembre 2015

IL CORDINATORE REGIONALE DI FORZA ITALIA: “FI ESCA DALL’ISOLAMENTO”. MA I REPONSABILI NON SONO PALMIZIO E FANTINELLI, CHI SONO GLI ALTRI CHE NESSUNO CONOSCE, FINALMENTE LI CONOSCEREMO?


Il parlamentare azzurro alla Dire: "A Ravenna Forza Italia risulta isolata, da sola. Se entro metà gennaio le cose non cambieranno, dovrò intervenire personalmente"
Massimo Palmizio, parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia avverte la compagine locale del partito: "Forza Italia esca dall'angolo e torni protagonista nello scacchiere pre-elettorale di Ravenna. Altrimenti dovrò intervenire personalmente".  Palmizio è infatti abbastanza preoccupato dalla situazione che si va delineando in città con l'asse tra Lega nord e Lista per Ravenna, e l'alleanza tra Fratelli d'Italia e la Pigna. In questo schema "Forza Italia risulta isolata, da sola... E allora- spiega Palmizio – Coordinatore regionale dal 5.1.14- parlando alla 'Dire'- se entro metà gennaio le cose non cambieranno, se permanesse questo isolamento, allora dovrò intervenire personalmente e trovare io una soluzione". FINALMENTE  CONOSCEREMO I RESPONSABILI PROVINCIALI DI FORZA ITALIA, VISTO CHE DAI SITI DI FORZA ITALIA I RESPONSABILI SONO SOLO PALMIZIO E FANTINELLI, CHI SONO GLI ALTRI RESPONSABILI CHE DEBBONO INTERVENIRE O  SONO SOLO LORO DUE???









martedì 15 dicembre 2015

PROVINCIA DI RAVENNA, UNA FARSA TRAGICOMICA


Sulla situazione della Provincia è difficile consolare il piagnisteo del suo presidente Claudio Casadio, soprattutto quando lucidamente egli ipotizza uno scenario di tagli nazionali per ben oltre 500 milioni di euro. D’altra parte occorre partire sempre da quella sorta di pateracchio improvvisato e pasticciato riguardante la ‘finta’ abolizione delle province che invece continueranno a svolgere una parte di funzioni - peraltro al momento senza un piano di risorse economiche certe - e, ancor più grave, senza produrre alcun effetto sul contenimento della spesa pubblica. 
Si tratta, insomma, per dirla con il senatore Roberto Calderoli, di una “porcata” i cui risvolti sono unicamente di facciata poiché non si coglie nella ratio del provvedimento la benché minima sostanza logica. Tornando al presidente dell’ente provinciale ravennate Casadio, le sue riflessioni basate principalmente sulla mancanza di risorse certe non fanno una piega, ma la soluzione non può essere quella proposta dalla sua giunta e votata dalla maggioranza di sospendere il pagamento dei mutui per rabberciare uno straccio di bilancio, poiché, come noto, il 2016 è alle porte e si dovranno in ogni modo onorare gli impegni assunti dallo stesso esecutivo di piazza Caduti. L’ente ha procrastinato il debito, ma gli eredi non possono sfuggire da quegli impegni pressanti. D’altra parte giova ricordare il forte indebitamento delle Province emiliane, con circa 500 milioni di debito, e con spese in conto capitale di quasi quattro miliardi, ma soprattutto la situazione della stessa Provincia di Ravenna, la quale nella statistica riferita alla consistenza dei debiti raffrontata con il totale delle entrate - di regola inferiore al 140% - raggiunge addirittura il 209,33%!
È il caso proprio di dire “...chi è causa del suo mal pianga se stesso….” A margine, poi, di questo inconsolabile pianto con lacrime di coccodrillo del citato presidente e della sua giunta, oggi pur con un’attività politica e amministrativa oggettivamente leggera e quasi invisibile, - come dimostra la loro limitatissima produzione di atti deliberativi che si contano davvero sulle dita della mano, - continuano a percepire indennità di carica di 5.466,18 per il presidente, 4.099,64 per il suo vice e 3.553,02 per gli assessori, cui vanno aggiunte altre competenze, come le funzioni proprie, attività fuori territorio, oneri e indennità il cui ammontare complessivo annuo di spesa porta ad oltre 350.000,00 euro. Il futuro certamente sarà quello di costituire la provincia d’area vasta fra Ravenna, Forlì -Cesena e Rimini, ma oltre al mero atto formale, servono garanzie e certezze in questo momento assai confuse e aleatorie. Non vorremmo proprio che alla fine si trattasse non dell’unione di forze ma piuttosto di tante debolezze!




venerdì 11 dicembre 2015

PILLOLE di Vincenzo Galassini “BANCHE, STEPRA?”

Le banche delle regioni rosse Emilia, Toscana, Marche dopo il crac finanziario sono state salvate direttamente o indirettamente dal governo Renzi, chi rimarrà incastrato, come sempre sono i clienti con i loro risparmi, non entro nel merito della questione giuridica, certamente i veri responsabili come sempre non ne risponderanno davanti alla magistratura.
Una riflessione nasce pensando quanto capitato e sta capitando in provincia di Ravenna con STEPRA, ha creato un buco finanziario di oltre 30 milioni, sanato dalle banche locali e nazionali su richiesta del potere della sinistra locale. Nessun cliente rimarrà incastrato, ma le notevolissime risorse impegnate saranno tolte al credito delle imprese e famiglie ravennati. Nessun responsabile politico locale paga, auspico solo che le banche salvatrici, anche locali, nel tempo non abbiano bisogno di essere salvate, le citate in precedenza dal governo, direttamente o indirettamente.
Così succede nelle rosse regioni i responsabili amministrativi e politici si salvano sempre e si santificano. Povera Ravenna, povera Italia. Vincenzo Galassini consigliere provinciale Forza Italia Ravenna

martedì 8 dicembre 2015

COSI’ ZICHICHI SMONTA I CATASTROFISTI

Il presidente della federazione mondiale degli scienziati è scettico: "Inattendibili le previsioni sul lungo periodo"
Mentre lo intervistiamo è nel suo studio di Ginevra, impegnato al Cern. Antonino Zichichi, presidente della Wfs (World federation of scientist) e cioè della federazione degli scienziati mondiali, ha un atteggiamento scettico sulla pomposa riunione dei capi di Stato a Parigi sui problemi dell'ambiente.
O meglio il suo scetticismo è rivolto alle previsioni drammatiche fatte sul riscaldamento del pianeta. Zichichi non entra nel merito, ma critica il metodo, il modo in cui si pretende di sapere cosa avverrà al pianeta tra dieci o addirittura cinquanta anni. Eppure, gli chiediamo, esisterà un modo rigorosamente scientifico di trattare l'evoluzione del clima? «Per descrivere in modo matematicamente rigoroso l'evoluzione del clima, sono necessarie tre equazioni differenziali non lineari fortemente accoppiate. Differenziali vuol dire che è necessario descrivere l'evoluzione istante per istante nello spazio e nel tempo (nel dove e nel quando). Non lineari vuol dire che l'evoluzione dipende anche da se stessa. Esempio: il mio futuro dipende anche da me stesso. Fortemente accoppiate vuol dire che l'evoluzione descritta da ciascuna equazione ha enormi effetti anche sulle altre. Questo sistema di tre equazioni non ha soluzione analitica; il che vuol dire nessuno riuscirà mai a scrivere l'equazione dell'evoluzione del clima. L'unica strada è costruire modelli ad hoc. Un modello matematico non è la verità scientifica ma l'equivalente del dire È così perché l'ho detto io; non a parole, ma scrivendo formule che obbediscono a ciò che io penso sia la soluzione. Ma Lei mi sta dicendo che non si possono fare previsioni? «Le sto dicendo che le previsioni hanno senso solo a breve termine. Quelle sul tempo di domattina hanno margini di errori bassissimi, quelle tra 15 giorni sono inattendibili. Si figuri una previsione sul clima a dieci anni. Quello che funziona bene è il cosidetto «now casting»; lo abbiamo scoperto noi con un progetto pilota della Wfs in Cina studiando il Fiume Giallo che causava migliaia di morti per le previsioni a lungo termine che davano troppo spesso falsi allarmi.La gente ignorava gli allarmi restando a casa. Fino a quando noi abbiamo introdotto le previsioni a breve termine: «now casting». Ecco perché il presidente Den Xiao Ping mi ricevette a Pechino come fossi un capo di Stato e mi disse che avrebbe sostenuto l'istituzione di un laboratorio mondiale per una scienza senza segreti e senza frontiere come facciamo al Cern e a Erice nel Centro di Cultura Scientifica che porta il nome del pupillo di Fermi, Ettore Majorana».
Professore, Lei nega che ci siamo delle emergenze ambientali? «Io mi limito a dire che ci sono 72 emergenze planetarie che a differenza di quelle climatiche sono verificabili, certe, scientificamente provabili. Una di queste ad esempio e riguarda l'oggi, è l'acqua. Servirebbero molte risorse per renderla disponibile e pulita per milioni di persone come ha ricordato Papa Francesco». Non negherà che l'uomo inquina e con ciò potrebbe compromettere il nostro futuro, ma anche il nostro presente.
«Si facciano leggi che puniscano severamente l'inquinamento senza confondere i veleni con le problematiche climatologiche, come sono CO2 ed effetto serra. Bisogna demonizzare i veleni che vengono impunemente versati nell'atmosfera. L'anidride carbonica (CO2) è cibo per le piante. Se nell'atmosfera non ci fosse stata CO2 non sarebbe nata la vita vegetale. E siccome la vita animale viene dopo quello vegetale noi non saremmo qui. L'effetto serra non è un nostro nemico. Se non ci fosse l'effetto serra la temperatura di questo satellite del sole sarebbe 18 gradi sotto zero. L'effetto serra ci regala 33 gradi».

venerdì 4 dicembre 2015

DISCARICA RIOLO TERME, CONVOCATA DALL’OPPOAIZIONE IL SINDACO NON PARTECIPA


Intanto,  a Riolo Terme  ieri sera si è tenuta la prima assemblea pubblica  in assoluto sul progetto di ampliamento dell'im-pianto di via Pediano, organizzata dai consiglieri  comunali delle liste civiche di opposizione.  «Ci stiamo occupando  di questo argomento dal  2007», ricorda Vincenzo  Valenti, della lista civica  "Insieme per Riolo Terme". «Anzi, siamo scesi  in campo proprio come lista civica che si opponeva alla discarica. Avevamo anche raccolto 800 firme, regolarmente consegnate  all'Amministrazione, contro la costruzione  di una strada alternativa per consentire ai camion di raggiungere la discarica togliendo il traffico dalle vie Bergullo e Pediano, che sarebbe dovuta passare attraverso i calanchi. Una sommossa!».  In merito al progetto di  ampliamento della discarica "Tre Monti", «avevamo inviato una lettera al  primo cittadino per chiedere un incontro pubblico, però lui si è sempre nascosto, non ne voleva sentire parlare, e ha risposto di partecipare all'assemblea all'autodro- mo del 16 dicembre».



giovedì 3 dicembre 2015

SI AL PRESEPE E ALL’ALBERO DI NATALE: UN ESEMPIO CHE DOVREBBERO SEGUIRE I SINDACI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

Il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni, in occasione del Consiglio comunale. "Sono arrabbiato perché, come ci ha riferito una mamma, qualcuno ha proibito di allestire il presepe mentre per l'albero di Natale sarà fatto uno strappo alla regola, il presepe  rappresenta la famiglia ed identifica i valori della nostra cultura europea che ha i suoi fondamenti nei principi giudaico cristiani. Auspico che in tutte le scuole, non solo nei nidi, presidi e insegnanti, salvaguardino i simboli che sono alla base della nostra tradizione, della nostra cultura e della nostra nazione; principi che hanno ispirato e che ispirano i valori della pace, della fratellanza e della democrazia di cui questo mondo ha sempre più bisogno". Il sindaco ha  precisato che non si tratta di una crociata nei confronti di alcuna religione o fede: "È importante adoperarci tutti, al di là della propria personale posizione e sensibilità, per tutelare i valori della nostra comunità. Nessuno deve sentirsi offeso da questo invito e non è obiettivo di questa iniziativa mettere in pericolo l'integrazione e l'espressione religiosa, ma non c'è integrazione fino a quando non c'è il rispetto delle tradizioni e dei valori del paese in cui vivi"