lunedì 30 maggio 2016

QUELL’ACQUA SPORCA CHIAMATA DEMOCRAZIA


Si va verso il partito unico al comando, verso la maggioranza unica al comando e verso la Camera unica al comando
A Renzi piace abusare della metafora dell'acqua sporca e del bambino dentro. Allora, per venirgli incontro, gli ricordiamo che dell'espressione «bicameralismo perfetto», «perfetto» è l'acqua sporca da eliminare, mentre «bicameralismo» dovrebbe essere il bambino da salvare, specie nel momento in cui la democrazia è sospesa (lo ricordava Berlusconi da Porro) e i contrappesi parlamentari da opporre al potere sono più necessari che mai.
A me non piaceva neanche prima l'idea di ammazzare il Senato facendone una camera delle corporazioni regionali, ma adesso è da proteste in piazza: si va verso il partito unico al comando, verso la maggioranza unica al comando e verso la Camera unica al comando. Chi non batte le manine, è licenziato. Di giornali d'opposizione al governo ne è rimasto uno solo, il nostro. Non è una soddisfazione, è una sirena d'allarme. Tutti gli altri hanno imparato a barrire. Sembra di assistere al Rinoceronte di Eugene Jonesco del 1959, commedia dell'assurdo in cui ad uno ad uno tutti diventano rinoceronti, cantano la bellezza dell'essere rinoceronte e l'immoralità di chi non vuole diventarlo chiudendosi in casa assediato da chi ha scelto un corno sul naso.
Possibile che nessuno senta puzza di bruciato? Vi pare il momento di sopprimere una Camera elettiva come il Senato che potrebbe e dovrebbe essere usata come strumento di micidiale controllo sul governo e i ministri, come avviene negli Stati Uniti? Che cosa vogliono buttare via a Palazzo Chigi, la democrazia o l'acqua sporca?


venerdì 27 maggio 2016

RENZI VUOLE MODIFICARE LA “COSTITUZIONE” CHE DEFINIVANO LA PIU’ BELLA DEL MONDO……



MEMORIA CORTA……….





LONDRA, LA BANCA FALLISCE? IL MANAGER VA IN GALERA. PROPRIO COME DA NOI……..


 È entrata in vigore, in Gran Bretagna, la legge che prevede il carcere per i banchieri che provocano il fallimento delle loro società con comportamenti scorretti. Fortemente voluta dal Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, la nuova legge vuole dimostrare che «il governo ha appreso la lezione del passato». Per il fallimento della banca, maximulta a carcere fino a 7 anni

La legge, che riguarda i top manager di istituti di credito e banche di investimento, punisce tutte quelle condotte, come la sbagliata gestione del rischio, che anche “solo” per negligenza portano a perdite mettendo a rischio l’impresa e, soprattutto, i suoi clienti. Per i casi più gravi sono previste una pena fino a sette anni di carcere e multe senza limiti che potranno essere attinte anche dai bonus e dagli stipendi. Osborne: «Giusto il carcere per il top manager colpevole» Il conservatore Osborne ha parlato della nuova legge come dell’«ultima pietra miliare nel mio piano per garantire che il sistema delle banche britannico operi ai più alti standard possibili». «È assolutamente corretto che un senior manager che con le sue azioni provoca il fallimento della sua banca affronti il carcere», ha rivendicato il Cancelliere dello Scacchiere, che ormai tempo fa paragonò i manager che provocano il fallimento di una banca ai ladri. «È sbagliato che le persone che rubano in un negozio siano messe in galera e che ai cattivi banchieri, invece, non sia chiesto di pagare il conto», disse il Cancelliere, lanciando la campagna che poi avrebbe portato all’approvazione della legge.



giovedì 26 maggio 2016

INAUGURAZIONE DEL MUSEO DELLA ROCCA (3 VOLTA)

Schema delle sale espositive del museo all'interno della Rocca di Brisighella

Dopo il Museo della Civiltà contadina, il bastione Medievale , arriva ora: Il rapporto millenario tra l'uomo e la Vena del Gesso.  Un nuovo museo dedicato alla lunga storia che da sempre ha legato l'uomo al caratteristico minerale del territorio di Brisighella. Sarà inaugurato venerdì 27 maggio 2016, alle ore 18.30, il Museo dell’Uomo e del Gesso ospitato nella Rocca di Brisighella. Sempre il 27 maggio ma alle ore 20.30 archeologi e speleologi incontrano il pubblico nella Biblioteca Comunale in Viale G. Pascoli n. 1 per parlare de "Le cave di lapis specularis nella Vena del Gesso Romagnola" Il Museo vuole illustrare il millenario rapporto tra l’Uomo e l’aspro paesaggio della Vena del Gesso che si distingue per le sue peculiari caratteristiche geologiche.  L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di numerose grotte e cavità che furono utilizzate dall’uomo fin dall’età protostorica ma che continuarono ad essere frequentate, seppure sporadicamente, anche per tutto il Medioevo e l’Età Moderna.  Il Museo è un percorso che attraversa la lunga storia del rapporto dell’uomo con questo territorio e con il minerale che lo caratterizza. La scala di accesso alla Torre Manfrediana della Rocca è una passeggiata nella storia che, partendo dalla frequentazione delle grotte della Vena del Gesso in età Protostorica  per motivi funerari e di culto, attraversa l’età Romana -con lo sviluppo dell’attività estrattiva del prezioso lapis specularis, il vetro di pietra- per arrivare al Medioevo e al Rinascimento, con il fenomeno dell’incastellamento che vede le creste gessose protagoniste della costruzione di rocche e castelli.  La sala alta della Torre Manfrediana espone i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso e risalenti a queste tre diverse fasi di frequentazione.  La Torre Veneziana (sulla sinistra) è tutta dedicata al Medioevo e al Rinascimento e spiega la funzione e l’uso dei locali visitati nel percorso espositivo. Infine, in fondo al cortile interno, si può visitare la cannoniera e approfondire la conoscenza della funzione difensiva delle opere fortificate.

SONO ANDATO AL CIRCO GRAZIE AGLI ANIMALISTI E AMBIENTALISTI



Nei giorni scorsi la contestazione degli animalisti e ambientalisti Faentini mi ha portato a conoscenza che a Faenza arrivava il circo Orfei. Grazie a questa informazione sono tornato ai tempi giovanili quando andava al circo e passavo una bella giornata, per questo ho portato il nipote a vederlo e sono tornato anch’io. Un tuffo nel passato due ore di sano divertimento con acrobati, auto, e gli Animali, che bello sono tornato giovane. Non entro nel merito delle contestazioni, dico subito che non le condivido, esprimono concetti superati, pregiudiziali e bloccano l’Italia (Nucleare, sviluppo economico); e chi non la pensa come loro è il “cattivo”.  Nell’attesa  mi sono tornato in mente quanto sono stato contestato in modo “inelegante” da parte di chi si crede superiore culturalmente “chic di sinistra”, mi hanno chiamato il ”porco del parco” per il Parco della Vena del Gesso, ”nemico “ degli animali  per la festa del Porco a Brisighella; del canile di Ghiozzano; della scomparsa dei daini nel Parco Carnè, degli elefanti che sfilavano nel paese nelle Feste Medievali degli anni d’oro, l’apertura della Tanaccia che disturbavano i pipistrelli, quante le sfilate, cartelloni e contestazioni…..
Certo la crema chic di sinistra ha la memoria corta e chi non si adegua, è trattato male e messo da parte. In questi giorni si celebrano i trent’ anni per parco geologico di Brisighella, ricordo quanto ho collaborato con il prof. Vai per realizzarlo, in quel periodo ero sindaco nel luogo esisteva la cava per un’azienda, anzi dimenticato nelle pubblicazione. Il parco Carnè, dove sono stato presidente lo mantenevamo con una spesa modesta (30milioni ovvero 15mila euro annuali fra Brisighella; Faenza e Provincia di Ravenna), senza ristoranti, ho mantenuto l’ambiente, il lavoro degli agricoltori. La sinistra con i suoi architetti ha il comando in tutta la Regione, ma  nel silenzio generale ha permesso un allevamento industriale nella zona del Parco, eliminato il museo della Civiltà contadina con opere donate e ora portano alcuni pezzi falsi!, raso al suolo la struttura archeologica industriale del Molinone, ha la Festa del Parco  del Gesso con i fuochi artificiali per la “tranquillità” della fauna, controllano tutto, occupano i punti nevralgici. La sinistra di sempre…. W il Circo Orfei che si è esibito a Faenza, evviva la libertà, senza alcuna paura. Vincenzo Galassini ex consigliere provinciale


CONFERENZA STAMPA: NO alla Schiforma Renzi-Boschi

Vincenzo Galassini Presidente provinciale del Comitato per il NO -Andrea Tarabusi Presidente Comunale-Rodolfo Ridolfi Coordinatore Nazionale di Azzurri '94

Terremo a partire dal 18 giugno prossimo iniziative pubbliche e organizzeremo banchetti a Faenza e nel faentino come in tutti i Comuni della Provincia di Ravenna per raccogliere firme ed illustrare le motivazioni della campagna referendaria per il NO alla Schiforma Renzi-Boschi .
"Il nuovo Senato, sarà solo come 'una suocera che elargisce consigli non richiesti, una suocera inascoltata che non avrà nessun potere reale nell'ordinario procedimento legislativo. Ma che avrà - e questa è una delle grandi contraddizioni della riforma - un potere paritario a quello della Camera nelle leggi costituzionali, nonostante i suoi membri siano eletti in modo totalmente disomogeneo rispetto alla Camera. Per cui rassegniamoci: se passa questa riforma sarà praticamente impossibile cambiarla. Come si fa a dire, che la situazione 'non appare diversa da quella di tutti gli Stati composti'  Difficile poi credere ai renziani quando affermano che: 'i poteri normativi del Governo vengono riequilibrati' e che 'il sistema delle garanzie viene significativamente potenziato. Al contrario nell'abbinata con l'Italicum la riforma fa deragliare l'impianto istituzionale verso un Premierato assoluto,  perché la Camera dei deputati non sarà altro che una caserma (in gran parte composta da nominati) pronta ad obbedire, senza discutere, agli ordini del premier
NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, ma questa riforma costituzionale destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse.
NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA. La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche. Sostenere che il nuovo Senato delle autonomie costituirà un tassello essenziale di un regionalismo collaborativo che garantirà la rappresentanza al centro delle istituzioni locali è pura fantasia. 



martedì 24 maggio 2016

SAGGIA DECISIONE DEL COMUNE DI CESENATICO: RECESSO DALL’ACCORDO AMMINISTRATIVO FRA COMUNE DI CESENATICO E AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI FORLI’-CESENA PER LA GESTIONE DEL PIANO STRUTTURALE COMUNALE DI CESENATICO A NORMA DELLA LEGGE REGIONALE 20/2000.


 Con delibera del Consiglio Comunale del 2006 il comune di Cesenatico, unico comune costiero a decidere questo passo, approvava il Piano Strutturale Comunale (PSC) associato tra il Comune stesso, la provincia di Forlì Cesena ed altri 6 Comuni (Borghi, Gambettola, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Sogliano, Verghereto) in variante al Piano Provinciale (PTCP), approvato nel 2010 e valevole fino al 2035. Oggi il Comune di Cesenatico ha deciso di sganciarsi da questo piano associato. IL SINDACO BUDA. Il progetto è andato il Consiglio comunale l’8 ottobre. Il Sindaco in qualità di assessore all’Urbanistica Buda s’addentra nell’importante tematica: “ Siamo i primi a sganciarci da questo Piano associato che non fa altro che complicare la vita ai cittadini. Oggi i tempi per la pratiche edilizie sono troppo lunghi e con la riforma delle Provincie le competenze urbanistico – edilizie probabilmente passeranno alle Regioni dilatando ancora di più i tempi. Pertanto lunedì (l’8 ottobre ndr) è stato chiesto al Consiglio comunale di recedere da tale accordo associato. Ciò permette al comune di Cesenatico di tornare, dopo tanti anni, in pieno ed esclusivo possesso del Piano strutturale comunale e di procedere celermente agli ulteriori strumenti urbanistici richiesti dalla legge quali il RUE ed il POC. Questo porterà un grande vantaggio per i cittadini. Innanzi tutto l’interlocutore per le pratiche urbanistico edilizie diventa uno solo : il comune di Cesenatico. Ciò permetterà un grande risparmio di tempo ed uno snellimento burocratico. Questa importante decisione va nella direzione di snellire i tempi e la burocrazia intrapresa dal mio assessorato, non è accettabile attendere anni per avere i permessi a costruire una attività o una residenza! E’ un modo per rilanciare anche l’economia, meno burocrazia uguale più reddito”



venerdì 20 maggio 2016

SANITÀ, DISCRIMINATI LUGO E DI FAENZA


Il consuntivo del bilancio dell’Ausl della Romagna ha chiuso con un utile pari a 44.124,28 e fra gli aspetti positivi emergono, tra gli altri,  i lusinghieri  investimenti complessivi per oltre 18 milioni di euro. Questi dati presentati ai componenti della Conferenza socio sanitaria territoriale – sindaci e presidente della Provincia di Ravenna – hanno ottenuto, come prevedibile,   l’ unanimità anche se, alla luce di questa situazione economico finanziaria, continua a mantenersi molto soft l’impegno rivolto agli ospedali di Faenza e di Lugo. A Faenza, ad esempio,  si prevedono interventi a favore del Pronto soccorso con un impegno di spesa di 678.433 euro, ma poi null’altro. Addirittura per Lugo non sono previste opere di adeguamento  né tantomeno  investimenti di alcun tipo, mentre si concentra la totalità delle risorse disponibili nei quattro ospedali principali di Ravenna, Forlì’ Cecena e Rimini.     
Dal comunicato ufficiale  dell’Azienda sanitaria, oltre alla mancanza d’investimenti in questi due ospedali con un bacino di utenza di circa duecento mila abitanti, si fatica a intravvedere un loro futuro e, soprattutto, preoccupa la diffidenza dei loro cittadini che preferiscono accedere ad altri ospedali spesso fuori dal perimetro aziendale. Cittadini disposti a invertire la loro tendenza unicamente a fronte d’impegni certi  e concreti sul piano dell’implementazione dei servizi e delle risorse umane affinché si possa  raggiungere un clima di indispensabile fiducia e tranquillità. Dai dati in oggetto, tuttavia, come appare evidente, non arrivano certamente segnali confortanti, mentre i sindaci dei territori approvano senza proferire considerazione alcuna. Nel comunicato aziendale si citano, infine,  159 nuove assunzioni, ma sarebbe interessante capire di quali professionalità si tratta e in quali sedi sono assegnate queste  nuove risorse umane.  


martedì 17 maggio 2016

FINISCE L’AVVENTURA DI CONSIGLIERE PROVINCIALE DI FORZA ITALIA.


            Termina oggi la carica di consigliere provinciale di Forza Italia eletto per la prima volta nel 2001, dove ho svolto prima la carica di consigliere provinciale poi di capo gruppo e nel 2006, candidato a presidente della Provincia per una parte del centro destra Forza Italia; Lega Nord; UDC, non partecipava AN. Alle ultime elezioni provinciali ero il primo dei non eletti e con le dimissioni del leghista Capucci sono tornato in consiglio provinciale, una parte degli eletti è passata a NCD. Con orgoglio confermo l’impegno assunto per sedici anni con Forza Italia.
La provincia di Ravenna come tutte le provincie non scompaiano nonostante le falsità di Renzi e Del Rio. I nuovi consiglieri provinciali di Ravenna, dopo le elezioni del comune di Ravenna, saranno svolti dai consiglieri comunali e dai sindaci eletti in seconda grado come avverrà per il nuovo Senato come si vuole fare con la nuova legge costituzionale, rimangono sempre i costi, è mancata una vera riforma costituzionale che affrontasse veramente il problema generale.
Termina la vita politica come consigliere nelle istituzioni continuerò le mie battaglie all’esterno come uno dei fondatori di Forza Italia a Ravenna esprimendo il mio parere a tutti i livelli in piena libertà di pensiero come sempre ho fatto e fedele alla linea del nostro fondatore Silvio Berlusconi, cominciando dal comitato per il No. Con l’occasione ringrazio i collaboratori per i consigli e suggerimenti, la stampa, la provincia che ha ascoltato la mia “grinta” per difendere le giuste ragioni dei cittadini, che però devo costatare mai accolte, sperpero STEPRA, l’E55; le infrastrutture e tanto altro, ho preso atto che nessuna delle segnalazioni alla Corte dei Conti di Bologna a oggi sia stata accolta, ma non mi meraviglio di più nulla.
 Quello che mi preoccupa che lo “stile” della sinistra in Provincia di Ravenna e Emilia Romagna si estenda in tutta Italia, grave pericolo per i nostri “nipoti” e dell’Italia!
Grazie a tutti.
Consigliere Gruppo Forza Italia Vincenzo Galassini

E IO PAGO: APPALTO PER LA RACCOLTA RIFIUTI IN PROVINCIA DI RAVENNA. IL RAGGRUPPAMENTO CICLATA RIFIUTA L’OFFERTA DI HERA!!! ULTERIORI DISSERVIZI


Non c'è pace per la raccolta dei rifiuti a Ravenna. Come era abbastanza prevedibile il raggruppamento di cooperative romagnole, guidato dalla ravennate Ciclat, ha rifiutato la proposta di Hera di subentrare nell'appalto per la raccolta dei rifiuti in provincia di Ravenna dopo la risoluzione contrattuale consensuale tra la multiutility e Ambiente 2.0 che aveva vinto il primo bando di gara, entrando in servizio effettivo il 16 aprile scorso. Va ricordato - per dovere di cronaca - che il codice degli appalti prevede che in caso di risoluzione contrattuale la stazione appaltante possa proporre il subentro ai secondi classificati ma alle condizioni di aggiudicazione dei primi. Stando così le cose, evidentemente Ciclat e coop consorelle hanno risposto picche all'offerta. Il ribasso di Ambiente 2.0 era considerato fuori mercato prima e tale per loro evidentemente resta. Ambiente 2.0 aveva vinto con un ribasso del 14 per cento, Ciclat aveva proposto in sede di gara il 7.

E ora? Al momento si sa solo che, secondo la procedura consensuale di risoluzione del contratto, Ambiente 2.0 deve garantire la raccolta fino al subentro del nuovo fornitore. Ma quando avverrà questo subentro e come?
Resta da capire, in sostanza, se Ciclat e cooperative collegate hanno ingaggiato un braccio di ferro per alzare il prezzo, costringendo Hera alla capitolazione, oppure se Hera vorrà e potrà tenere duro e deciderà piuttosto che cedere di indire un nuovo appalto, procedura che però richiede tempo, parecchio tempo. E qui di tempo ce n'è poco, anche perchè le elezioni incombono e nessuno vuole perdere voti per colpa di una cattiva raccolta dei rifiuti.
Non si escludono quindi a breve nuovi incontri e nuovi colpi di scena. E forse un accordo

sabato 14 maggio 2016

TIMONCINI SALVA ANCORA LA SCUOLA ITALIANA DI LOTTA


Per la terza edizione consecutiva dei Giochi Olimpici, Daigoro Timoncini sarà presente nella rassegna a cinque cerchi. Il greco-romanista faentino della categoria 98 kg ha dovuto faticare fino all’ultimo torneo per ottenere il pass per Rio 2016, ma alla fine è riuscito ad ottenere, nell’arena di Istanbul, questo risultato storico per un lottatore azzurro. Unico rappresentante italiano a Londra 2012, Timoncini terrà ancora alta la bandiera della scuola nazionale, visto che per il resto i tre tornei di qualificazione olimpica (TQO) hanno dimostrato ancora la posizione dell’Italia nelle gerarchie internazionali, ovvero molto distante dai vertici, con un gran numero di eliminazioni al primo incontro.
Da questo discorso escludiamo volontariamente il fenomeno Frank Chamizo, campione mondiale di lotta libera nella categoria 65 kg, e qualificato alle Olimpiadi già dalla sua vittoria iridata di Las Vegas 2015. L’atleta cubano ha portato in maniera prorompente l’Italia sui podi internazionali grazie al suo talento, ma, come sottolineiamo sempre, si tratta di una manna caduta dal cielo e non del frutto della scuola italiana. Grandissimo dunque Chamizo, che ha tutte le possibilità per vincere una medaglia – anche quella più pregiata – in Brasile, ma onore a Daigoro Timoncini, certamente il miglior prodotto della lotta nazionale dopo l’epopea di Andrea Minguzzi. Dopo Rio 2016, dunque, l’Italia dovrà tornare a rimboccarsi le maniche: a trent’anni, Timoncini difficilmente deciderà di affrontare altri quattro anni in vista di Tokyo 2020, a meno che non decida di puntare alla quarta qualificazione olimpica per eguagliare il record del suo maestro Vincenzo Maenza, mentre Chamizo non può essere utilizzato come uno specchietto per allodole che nasconda lo stato in cui versa la lotta azzurra. Ben vengano i successi dell’italo-cubano, ma di fatto da Londra 2012 a Rio 2016 l’Italia della lotta non ha fatto registrare miglioramenti, nonostante siano passati quattro anni. Probabilmente è arrivato il momento di ripartire da zero in vista del prossimo quadriennio, anche se non è detto che questo arco di tempo sia sufficiente per risollevare uno sport che dopo Pechino 2008 ha registrato un calo costante ed inesorabile. Se è vero che aver compagno al duol scema la pena, bisogna comunque ricordare che c’è anche chi ha fatto peggio dell’Italia: la Francia, in particolare, avrà a Rio 2016 solamente due atleti, nonostante una squadra sulla carta ben più competitiva e titolata di quella azzurra. Atleti medagliati a livello internazionale, come il campione mondiale 2014 di greco-romana Mélonin Noumonvi (85 kg), hanno fallito totalmente, e per la prima volta nella storia dei Giochi nessun greco-romanista francese sarà alle Olimpiadi.

PERCHE’ GLI ANNI PASSANO….. MA NON CANCELLANO I MERITI DI CHI HA FATTO RISPETTO A CHI SA SOLO PROMETTERE………

#‎GraziePresidenteBerlusconi

martedì 10 maggio 2016

ARRIVA “IF” LA NUOVA SOCIETA’ CHE SOSTITUIRA’ -SOCIETA’ AREA- E IMOLA – STAI -


Riccardo Isola - La nuova società «IF», acronimo  di Imola/Faenza, che dovrà gestire la promo-commercializzazione del territorio, sta per prendere il via. Il 18 maggio, con un  ritardo di un paio di settimane  dal previsto cronoprogramma,  l'assemblea dei soci firmerà davanti al notaio l'atto costitutivo.  Tra situazioni risolte (compagine societaria, riassetto finanziario, fusione e organizzazione) e questioni ancora in via di compimento (cda) ci sono ancora alcune pedine da muovere prima che il nuovo corso del turismo faentino imolese possa diventare operativo. A quanto appare oggi le indicazioni e gli indirizzi anticipati a suo tempo da Stefano Manara, presidente del Con.Ami, realtà  che detiene la maggioranza delle quote pubbliche (circa il 40%) della nuova società, sembrano saranno rispettate. «If - aveva dichiarato il presidente - sarà una struttura a forte vocazione privatistico-imprenditoriale. Il capitale sociale sarà ripartito al 60% privato e 40% pubblico. In tutto potrà contare su una ventina di dipendenti (con contratti differenti) e sarà composto da un consiglio di amministrazione di sette persone. Tre in rappresentanza del territorio imolese, tre per il faentino a cui si aggiunge un direttore».
NOMINE CDA «FATTE» Sui nomi di chi dovrà dettare le linee guida della società non ancora tutto è deciso. Per l'area faentina sembra ormaia certa la partecipazione di Giorgio Erbacci (Gruppo Erbacci) Giorgio Sagrini (Società. Area-Terre di Faenza) e Canzio Camuffo (Faenza Spurghi), mentre per  area imolese dovrebbero entrare Guelfo Guelfi (Comunica), Augusto Macchinelli (Con.Ami), Gianfranco Montanari (Stai). Per Imola, quindi, manca ancora un nome. Dai piani  alti di via Mentana l'indicazione e l’ invito ai soci è quello di far presto a trovare la quadra sull ultimo  nome. Per quanto riguarda il

domenica 8 maggio 2016

CORTE DEI CONTI: DUE PESI E DUE MISURE?


            Apprendo che la Corte dei Conti di Milano in merito all’esposto contro il sindaco di Lodi (non entro nel merito delle eventuali responsabilità) ha risposto al presentatore dell’esposto (20.5.14 a seguito sollecito 20.11.2014) che la pratica era stata aperta e assegnata a un sostituto procuratore (indicando il nome e cognome) e  avviata l’istruttoria.
Nel mio caso ho presentato diversi esposti Corte dei Conti di Bologna per fatti successi a Bologna, Ravenna e comuni della Provincia fino al 2009 ho ricevuto risposta che le pratiche erano chiuse o in istruttoria parecchie erano ancora aperte, poi più nulla.
            A Bologna e forse anche a Milano la Corte non riceve il pubblico, a seguito di numerose telefonate sono riuscito ad avere notizie sugli esposti “…alla richiesta di conoscere lo stato dei procedimenti aperti a seguito degli esposti in data 25.10.14; 29.6.15, 31.8.15 si comunica che secondo le Linee guide del Procuratore Generale, non è possibile fornire alcuna informazione sulle attività inquirenti, ai privati, ancorché, autori di esposti”.  
La decisione è frutto di “linee guida” non una legge o una circolare, a Milano almeno rispondano a chi è stata assegnata e se stata avviata l’indagine!
Alla faccia della “TRASPARENZA”. Consigliere Provinciale Forza Italia Vincenzo Galassini.

LEGGI DUE LETTERE

IN EMILIA ROMAGNA I TERREMOTATI IN ROULOTTE E I CLANDESTINI IN ALBERGO: I RISULTATI DELL'ITALIA BUONISTA!

 

https://www.facebook.com/votadonzelli/videos/10153605102750662/

LA REGIONE APPROVA IL PIANO RIFIUTI: RAVENNA SPEGNE L’INCENERITORE, LI BRUCERA’ FORLI, RIMANE LA DISCARICA DI IMOLA


La Regione ha il nuovo piano dei rifiuti. Un piano che prevede entro due anni lo spegnimento dell'inceneritore di Ravenna. Con 27 voti a favore, 2 astenuti, un contrario e 15 dichiarate non partecipazione al voto, l’Assemblea legislativa di Bologna ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr). Con il Piano approvato, vengono confermate le scelte di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti a livello emiliano-romagnolo, facendo coincidere l’ambito territoriale ottimale con l’intero territorio regionale. Dalla L.r. 16/2015 sono stati ricavati nuovi obiettivi, più elevati dei precedenti, da raggiungere entro il 2020. Viene alzata dal 20 al 25% la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani, dal 70 al 73% la quota di raccolta differenziata, dal 65 al 70% il riciclaggio di materia. Il Piano scommette sugli effetti incentivanti di un’altra novità introdotta dalla L.r. 16/2015: la “tariffazione puntuale”, il commisurare il pagamento della tariffa all’effettiva quantità di rifiuti conferiti da ciascuna utenza. MENO DISCARICHE E SPENTI 2 INCENERITORI SU 8 - Infine, il Prgr pianifica una significativa riduzione degli impianti di smaltimento. Al 2020, si prevede siano attive solo 3 discariche sul territorio regionale (Carpi, Imola, Ravenna) e che cessi il conferimento di rifiuti urbani a 2 degli attuali 8 impianti di termovalorizzazione: quello di Ravenna dovrebbe chiudere entro il 31 dicembre 2018.  LA SITUAZIONE ATTUALE - In sintesi, una fotografia della situazione attuale. Nel 2014, i rifiuti urbani prodotti in Emilia-Romagna sono stati 2.929.953 tonnellate, pari a 657 chilogrammi per abitante. Nonostante la crisi economica, c’è stata una crescita dell’1,1% rispetto al 2013. Quanto alle principali forme di smaltimento, nel 2014 la raccolta differenziata è cresciuta del 2%, raggiungendo il 58% del totale dei rifiuti urbani (e i primi dati sul 2015 fanno pensare si sia già raggiunto il 60%), l’11% è finito in discarica, il 25,8% incenerito con recupero di energia. Si assiste a consistenti scarti territoriali: il valore più alto è a Parma (69% di raccolta differenziata), il più basso a Bologna (51%). Analizzando il “tasso di riciclaggio”, che raggiunge la media del 51% dei rifiuti da raccolta differenziata, si scopre che il legno sta all’89%, i metalli al 64, il vetro al 75, la plastica al 19, la carta al 56, la frazione umida al 44%. GLI OBIETTIVI - Il Prgr agirà sulla prevenzione, vale a dire la riduzione della produzione di rifiuti, ponendo attenzione all’intero ciclo di vita dei prodotti (produzione, distribuzione, consumo, utilizzo, fine vita), con l’obiettivo, al 2020, di ridurre dal 15 al 20% la quantità complessiva di rifiuti urbani da trattare. In altri termini, un segno meno di 100-135 chilogrammi per

giovedì 5 maggio 2016

PROFUGHI IN ALBERGO ITALIANI IN PANCHINA A FAENZA


LA TRAGICOMMEDIA DEI RIFIUTI DI TIZIANO CERICOLA


Tiziano Cericola, della lista civica Rinnovare Faenza, Il problema, secondo Cericola, "sta nella gestione complessiva della filiera dei rifiuti, totalmente affidata ad Hera, senza alcun controllo effettivo da parte della Regione, che ha anche tolto ogni voce in capitolo ai Comuni". Cericola  "La Regione ha diviso il territorio in ambiti territoriali ottimali; per tali ambiti la Regione fa un bando e trova il gestore (Hera); la Regione ha un ufficio (Atersir) che ha il compito di controllare il gestore e di definire il costo del servizio; i singoli Comuni prendono atto di questo costo e lo trasformano in TARI (tassa rifiuti). Questo sistema ha difetti evidenti, sia come principio che come pratica attuazione. 1) Non si possono esautorare i Comuni dai compiti di scelta del gestore, di controllo del servizio, di controllo dei costi: questo semplice principio deriva dal fatto che il cittadino paga la TARI e deve (tramite il Comune) avere la possibilità di effettuare un controllo democratico sul servizio che sta ricevendo: pago quindi controllo2) Atersir è in realtà una scatola vuota. In ottobre 2015, su mia richiesta, un dirigente di Atersir è venuto a relazione nella nostra commissione consiliare, con effetti sconfortanti: sono in pochi, non riescono a fare controlli efficaci, tutte le loro analisi vengono fatte sui dati forniti da Hera. In sostanza si tratta di un ufficio passacarte, che lavora sui dati forniti dal soggetto che dovrebbe controllare, che non fa controlli durante la fornitura del servizio. Nessun soggetto pubblico è in grado di controllare se Hera sta veramente facendo quello che c'è scritto sul bando. 3) Il gestore (Hera) non

martedì 3 maggio 2016

COMITATO PER IL NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE BOSCHI RENZI

La XV^ Convention di Azzurri '94  di Rimini del 15 aprile scorso ha costituito il Comitato per il NO alla riforma costituzionale Boschi-Renzi chiamando a presiederlo il Prof. Avv. Liborio Cataliotti. Il Comitato che opererà in tutte le province e le città dove è presente il Movimento nella provincia di Ravenna sarà coordinato da Vincenzo Galassini e nella città di Faenza da Andrea Tarabusi
Le motivazioni:
1) NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE
La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, che si inseguono invano da decenni, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
2) NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO
Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse. Non potrà funzionare.
3) NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA
La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche.

FAENZA COME TUTTI I COMUNI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA: TARI INCAPACI DI RISCUOTERE DA SOLI!!!!!

Il Comune riaffida ad Hera la gestione delle bollette della TARI, per € 220.000= circa per anno. Come vi ricorderete nel luglio 2015 ha fatto un articolo su questo tema, per cui avevo pensato di stare zitto in Commissione per non passare da solito rompiscatole. Figuratevi la mia meraviglia quando Maretti (La tua faenza), esponente della maggioranza, ha lanciato un attacco all'assessore Zivieri riprendendo tutte le mie argomentazioni: costo eccessivo, necessità di farlo fare agli uffici, ecc.. L'assessore e la dirigente hanno risposto come sempre: non abbiamo personale libero perché sono tutti MOLTO OCCUPATI con le altre cose, non abbiamo il software, ecc... Maretti ha capito l'antifona ed è subito rientrato nei ranghi: segnale che, come sempre, questa giunta non vuole persone che dicano cose sensate ma solo "yes man". Allora ho ripreso coraggio io e sono intervenuto: dato che avete fatto l'Unione per razionalizzare e potenziare i servizi, iniziate a fare le bollette in casa, e questi € 220.000= dateli indietro ai cittadini. Ovviamente non ci pensano proprio, perché devono fare il favore ad HERA e dei cittadini non gliene importa un c.... (cavolo, non pensate male).
EFFICIENZA RENZI
Si 4-5000 mila euro per il programma sono già abbondantemente abbastanza per garantire un guadagno. Posso scrivere che è relativamente semplice realizzarlo anche perché dovrebbe fare una sola funzione (tecnicamente tutti i data base si possono gestire da un'unico IDE, il linguaggio SQL è simile praticamente per tutti). "Non abbiamo il software" questa dovrebbe essere indagata, non è possibile che non si possa reperire il software della gestione della TARI o che questo addirittura non esista o in pratica, forse scrivo sciocchezze sia dato in mano adf HERA. Mi sorge un'altra domanda... a livello Nazionale tutti i comuni devono acquistare un software per gestire la TARI? Non so se è una domanda corretta visto che mi baso su presupposti. Non so quante bollette TARI sono da inviare, ci sono macchine che stampano, che piegano e che imbustano automaticamente e convengono per un alto numero e frequenza di invio (so possono visionare anche su youtube), è chiaro che i 220.000 euro possono essere giustificati solo con un'invio massiccio di bollettini TARI e magari con una frequenza molto elevata, per quantità minori conviene gestirsele in casa, come appunto propone Rinnovare Faenza.

domenica 1 maggio 2016

MARCHINI SINDACO PER ROMA. DA LEGGERE. NESSUNO INCIUCIO. SOLO UNA SCELTA PER VINCERE.

"E’ una decisione per riportare i moderati a governare Roma. E questo immagino non farà piacere a Renzi. Eppure c’è chi, forse nella confusione delle ultime ore, ci ha accusato proprio del contrario, di voler fare un favore a Renzi, risuscitando addirittura il Patto del Nazareno. Questa è un’accusa che mi ha davvero sorpreso. Intanto il Patto del Nazareno, come lo avevamo inteso noi, non serviva affatto a fare il gioco di Renzi, serviva a rendere insieme un servizio al Paese, cambiandolo e modernizzandolo con riforme condivise: avevamo il dovere di provarci. Ma poi ci siamo resi conto che Renzi aveva tutt’altre intenzioni, voleva soltanto una riforma a suo uso e consumo che di fatto limita la democrazia." ...Ripeto: se vogliamo contrastare davvero Renzi dobbiamo convincere coloro che non votano a tornare con noi, usando il linguaggio della ragione e della concretezza".

Comunali Roma, intervista a Berlusconi su Marchini: «Con lui possiamo vincere»