lunedì 19 settembre 2016

MORTO CIAMPI, L’UOMO CHE E INGUAIO’ IL PAESE


Ciampi ha fatto parte di quel gruppo di tecnici e politici che l'Italia la disfò, inseguendo la chimera europeista. È stato lui infatti, insieme a Prodi, a gestire l'entrata dell'Italia nell'Euro accettando condizioni da strozzini sul cambio Lira-Euro imposte dalla Germania
Alessandro Sallusti - Carlo Azeglio Ciampi è morto ieri all'età di 95 anni. Tra gli anni Ottanta e Duemila è stato praticamente tutto: Governatore della Banca d'Italia, presidente del Consiglio, ministro del Tesoro con Prodi e, fino al 2006, presidente della Repubblica, eletto alla prima votazione, su proposta di D'Alema, anche con i voti del centrodestra. Non ha mai avuto tessere di partito, pur essendo uomo di sinistra. Dal Quirinale ha sdoganato il tricolore, l'inno di Mameli e la parola «Patria» che fino ad allora erano considerati simboli della destra e non di tutta la nazione. Ma non è questo il principale, se pur meritevole, motivo per cui sarà ricordato. Ciampi, pur non essendo stato un costituente, appartiene alla generazione dei Padri della Patria. Cioè a quegli uomini che l'Italia repubblicana l'hanno fatta e portata ad essere l'ottava potenza mondiale. Ma, parlandone da vivo, ha fatto parte anche di quel gruppo di tecnici e politici che l'Italia la disfò, inseguendo la chimera europeista. È stato lui infatti, insieme a Prodi, a gestire l'entrata dell'Italia nell'Euro accettando condizioni da strozzini sul cambio Lira-Euro imposte dalla Germania. Fu quello infatti l'inizio di tutti i problemi che, a distanza di sedici anni, ancora ci troviamo a scontare. Non si è mai pentito, Carlo Azeglio Ciampi, di quella sciagurata scelta. Sbagliò visione e previsione. Da scienziato dell'economia si fece prendere la mano dalla politica, che poco masticava, e dall'ambizione di continuare a stare seduto al tavolo dei potenti sia pubblicamente che, privatamente, in maniera riservata e personale. Forse Ciampi credeva, come molti suoi coscritti, che l'interesse e le ambizioni dello Stato coincidono sempre con quelli dei cittadini. Una visione elitaria e tecnicistica della politica che ha provocato solo disastri. È un fatto che dal giorno in cui Ciampi e Prodi misero la firma che ci faceva entrare nell'Euro a quelle condizioni, l'Italia ha smesso di crescere e non si è più ripresa. La sua presidenza della Repubblica fu tutto sommato scialba, rivalutazione della Patria a parte. Non amò i governi Berlusconi e fece qualche sgambetto al centrodestra. Ma se pensiamo che prima di lui c'era Oscar Luigi Scalfaro e dopo di lui venne Giorgio Napolitano, possiamo parlare di un raggio di sole al Quirinale. E di questo lo ringraziamo.

sabato 17 settembre 2016

I COMUNI E LE SCUOLE RICORDINO ORIANA FALLACI


 “Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere” (Oriana Fallaci)
Rodolfo Ridolfi - Sono passati 11  anni dalla scomparsa di Oriana Fallaci ed in tutti questi anni la sua visione, la sua verità, la sua intransigenza ed il suo insegnamento profetico sono stati ricordati e rimpianti da un numero sempre maggiore di persone anche molte di quelle che con pregiudizio non l'amavano. Da tempo sostengo come sia giunto il momento che la politica, le istituzioni, soprattutto quelle scolastiche e culturali, promuovano momenti di riflessione,di celebrazione della memoria e delle profetiche testimonianze civili e politiche di respiro mondiale che Oriana Fallaci ci ha lasciato nei suoi scritti. Ricordare Oriana Fallaci per il suo contributo culturale e storico, e per il suo coraggioso impegno nell’affermare la necessità di tutelare la nostra civiltà cristiana ed occidentale può farci recuperare, se ancora siamo in tempo, il tempo perduto. Intitoliamole strade, vie e Piazze e soprattutto scuole in tutto il Paese.  Oggi le condizioni dello scontro fra Islam ed Occidente hanno raggiunto livelli impensabili, la drammatica quotidiana  attualità del terrore registra  cristiani  perseguitati in maniera sistematica, l'occidente devastato in una escalation di furia terroristica che non risparmia nessuno e nessun Paese è ora di ascoltare il monito di Oriana: “Sveglia, Occidente,sveglia! Siamo in Guerra…”
 Io come ho sempre fatto anche quando andavano di moda le bandiere della pace che oggi evidentemente i catto-comunisti hanno riposto in naftalina, voglio aggiungere il mio omaggio ad Oriana, alla sua figura di donna, giornalista e scrittrice perché sto dalla parte di coloro che si sentono “ orfani”. Ho avuto il privilegio di conoscere Oriana, toscana purosangue, con la sua forte personalità e i suoi modi spicci, nel corso di una campagna elettorale a Firenze alla fine degli anni 70 quando fu candidata al Senato della Repubblica nel collegio di Greve in Chianti, per il PSI e conservo gelosamente una lettera che mi inviò, quando ero Sindaco di Marradi, lettera che accompagnava una copia del suo libro Insciallah, 1990, super premio Bancarella con la preghiera che Oriana mi rivolgeva di ringraziare mio

TURISMO. ECCO IL CDA DELLA NUOVA SOCIETA’ IF. I CONSIGLIERI FAENTINI SONO GIORGIO ERBACCI (Agenzia viaggi) CANZIO CAMUFFO (Faenza Spurghi Srl) e GIORGIO SAGRINI (ex sindaco Casola Valsenio,Tesoriere Pd Emilia-Romagna, consiglio amministrazione Con Ami)


L’Assemblea dei Soci di IF ha nominato oggi il nuovo Consiglio d’Amministrazione della società, che sarà composto da: Canzio Camuffo, Giorgio Sagrini e Giorgio Erbacci in rappresentanza del territorio faentino, Augusto Machirelli, Federico Guidi, Gianfranco Montanari e Franco Tonelli in rappresentanza del territorio imolese. L’Assemblea ha inoltre approvato il Progetto di sviluppo turistico 2016-2017 per un territorio che conta 332 strutture ricettive, per un totale di 6.500 posti letto e che nel 2015 ha registrato oltre 500.000 presenze, il 33% delle quali straniere. Questi i cinque assi strategici che caratterizzano l’attività della società: Motori (Motor Valley), Natura e sport (Appennino e verde), Benessere (Wellness Valley), Arte e Cultura (Città d’Arte) ed Enogastronomia (Food Valley). L’esperienza precedente delle due società –partecipate- sono state un disastro sotto tutti gli aspetti economico e turistico, ora si tenta con nuove figure forse esperte. Auguriamo buon lavoro per il bene della comunità faentina, i privati nella precedente gestione non contano nulla anche se hanno il 51%, sono scomparse le Terme di Riolo.
L’Assemblea ha inoltre approvato il Progetto di sviluppo turistico 2016-2017 per un territorio che conta 332 strutture ricettive, per un totale di 6.500 posti letto e che nel 2015 ha registrato oltre 500mila presenze, il 33% delle quali straniere. Questi i cinque assi strategici che caratterizzano l’attività della società: Motori (Motor Valley), Natura e sport (Appennino e verde), Benessere (Wellness Valley), Arte e Cultura (Città d’Arte) ed Enogastronomia (Food Valley).

If: un progetto di sviluppo in 5 punti: Tra i progetti in corso, va evidenziato in particolare la prossima realizzazione dell’Hub Turistico all’interno dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, che diventerà una

giovedì 15 settembre 2016

FINALMENTE A SCUOLA SI POSSONO CONSUMARE I PASTI PORTATI DA CASA. CONTRO L’AUMENTO DEI COSTI E CONTRARI ALLA MENSA MASSIFICATA E I MENU’ PROPOSTI!

Class action Un giudice aveva autorizzato l'azione legale di 58 famiglie che chiedevano di concedere ai loro figli la possibilità, finora negata, di consumare a scuola pasti portati da casa . La decisione arriva da Torino. Qualcuno nella Torino post industriale lo chiama ancora il baracchino, come il pasto operaio del tempo che fu. A Milano è la schiscotta. Per i soldati e per sempre è la gavetta. Cibo cucinato a casa e portato al lavoro, fra i banchi, in trincea. Magari anche solo un panino, ma capace di scatenare la guerra. Da ieri è tregua: consumarlo a scuola è un diritto di tutti. Al Miur l'idea non piaceva, e in- fatti aveva presentato reclamo contro la decisione di un giudice che autorizzava 58 famiglie a non mandare i figli in mensa, o meglio a mandarceli ma con il pasto preparato dalla mamma. Secondo i giudici del Tribunale di Torino quel reclamo è infondato e anche anti costituzionale. L'ordinanza cita espressamente l'art. 34 sul diritto allo studio .- LA MOTIVAZIONE «Il pranzo è un momento formativo: nessun bambino può essere discriminato» inteso come obbligatorio e gratuito per almeno 8 anni -scuola materna-elementare-: subordinarlo a servizi a pagamento, come appunta la mensa, «viola il dettato costituzionale». Insomma, la guerra del panino approda a. questa conclusione: chi lo desidera può andare a magiare a casa e tornare, nel pomeriggio, ma chi sceglie il tempo pieno ha il diritto di partecipare al «tempo mensa e post mensa» anche senza pagare per la medesima. Per i giudici, l'unica scelta ragionevole per costoro è portarsi il cibo da casa e consumarlo con gli altri nello stesso refettorio, anche se «può essere opportuna stabilire regole di coesistenza». Le scuole dovranno fare in fretta a organizzarsi perché Ordinanza è subito attiva. Un'ordinanza del tribunale di Torino ha ribadito che la Costituzione garantisce la libertà di scelta dei pasti l’effetto panino è destinato a propagarsi in tutta Italia, soprattutto nelle città dove infuria il caro-mensa come a Ravenna o nei comuni medi (Faenza- Lugo9 e i piccoli della collina ravennate come Brisighella,Riolo Terme. La sentenza dice chiaramente che trattandosi di momento formativo, i bambini non possono essere discriminati e isolati dai compagni. L'assistenza deve essere gratuita e fornita dal corpo docente e iniziale di mandare a scuola il figlio con un pasto preparato a casa anziché avvalersi del servizio comunale. IL MIUR si è sempre opposto a questa possibilità perché sorvegliare i ragazzi che non mangiano in mensa e garantire le condizioni igienico sanitarie del pasto non sarebbe così semplice. A quel punto i genitori, esasperati dall'aumento dei costi e contrari alla mensa massificata, hanno deciso di far valere le proprie ragioni in tribunale. Inizialmente la risposta era stata no, poi la Corte d'Appello aveva ribaltato il giudizio. Ora arriva la scelta che estende a tutti.
            Vedremo se questa tesi sarà utilizzata, in Emilia Romagna il prezzo più alto (6,22 euro contro una tariffa media nazionale di 5,46 euro), nella  provincia di Ravenna per i genitori un risparmio nel costo giornaliero del pasto per i figli, un aiuto contro la crisi economica delle famiglie e la scelta di un menù che soddisfa le esigenze dei genitori. Vincenzo Galassini Forza Italia Ravenna

martedì 13 settembre 2016

VERGOGNA: “ALLO STATO 145 MILIARDI DI ACCISE (BENZINA) PER I TERREMOTI, MA HA SPESO SOLO LA META’ (72 MILIARDI). VERGOGNA


L'Associazione degli Artigiani di Mestre critica il Fisco che in quasi 50 anni ha prelevato con le imposte sulla benzina i soldi necessari alla ricostruzione delle zone terremotate, ma non li ha utilizzati tutti. MILANO - Gli italiani hanno versato con le accise più del doppio (145 miliardi) rispetto a quanto speso, 70,4 miliardi di euro, per ricostruire tutte e sette le aree duramente colpite dai terremoti che si sono succeduti in questi ultimi decenni (Valle del Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna). Lo sostiene la Cgia di Mestre, ricordando che sono cinque gli incrementi delle accise sui carburanti introdotti in questi ultimi 48 anni per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Dal 1970 (primo anno in cui sono disponibili i dati sui consumi dei carburanti) al 2015 gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato 145 miliardi di euro nominali (261 miliardi di euro se attualizzati). Se si tiene conto che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri stima in 70,4 miliardi di euro nominali (121,6 se attualizzati) il costo complessivo resosi necessario per ricostruire tutte e sette le aree fortemente danneggiate dal terremoto, gli Artigiani di Mestre dicono che in quasi 50 anni in entrambi i casi (sia in termini nominali sia con valori attualizzati) abbiamo versato più del doppio rispetto alle spese sostenute. Solo i più recenti, i terremoti dell'Aquila e dell'Emilia Romagna, presentano dei costi nettamente superiori a quanto fino ad ora è stato incassato con l'applicazione delle rispettive accise. "Ogni qual volta ci rechiamo presso un'area di servizio a fare il pieno alla nostra autovettura - sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - 11 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi eventi sismici. Con questa destinazione d'uso gli italiani continuano a versare all'erario circa 4 miliardi di euro all'anno. Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni, è necessario che queste risorse siano impiegate in particolar modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e non per altre finalità".  Gli Artigiani ricordano che con la Finanziaria 2013 il Governo Monti ha reso permanenti le accise introdotte per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Per il terremoto delle Marche e dell'Umbria (1997) e per quello del Molise e della Puglia (2002) non è stata introdotta nessuna accisa.


lunedì 12 settembre 2016

TASSE IN PROVINCIA DI RAVENNA: A CASTEL BOLOGNESE PESANO MENO”


Tratto da BuonSenso- Quanto pesano le tasse sui portafogli dei cittadini? In provincia di Ravenna in media 718 euro, ma con profonde differenze tra i vari Comuni, tanto che tra un cittadino di Castel Bolognese e uno di Cervia la forbice a favore del primo è di 715 euro: se un castellano versa in tasse “solo” 507 euro (la media meno alta in provincia) sul bilancio del secondo pesa 1.222 euro. Una differenza che, per quanto molto ampia, ha però le sue motivazioni.  I dati provenienti dal progetto Finanza del territorio della Regione Emilia-Romagna ci consentono di confrontare il carico di tasse ed imposte pagate dai cittadini dei Comuni della Regione (dati dei bilanci consuntivi 2015). Se la provincia di Ravenna complessivamente si colloca con i suoi 718 euro ad abitante praticamente allo stesso livello della media regionale (722 euro), fra i 19 Comuni le situazioni sono molto differenti.
L’indicatore utilizzato è quello della pressione tributaria (il totale delle entrate tributarie diviso il numero di abitanti): quindi ci dà l’ammontare di tutti i contributi versati pro capite per IMU, TARI, TASI, addizionale comunale IRPEF e tutte le altre imposte decise da ciascun Comune.

Tasse: a Faenza si pagano in media 644 euro

Al primo posto fra i Comuni “meno esosi” troviamo Castel Bolognese, seguito da Fusignano e Bagnacavallo, tutti e tre con una pressione tributaria fra i 500 e i 600 euro per abitante. In particolare se si guarda ai 507 euro ad abitante per Castello sono solo dieci i Comuni in tutta la Romagna che gravano meno a livello pro capite fra i cittadini, su un totale di 84 Comuni.
Per gli altri Comuni della Romagna Faentina (in giallo nel grafico) seguono Brisighella (588 euro), Riolo Terme (599 euro) e Solarolo (604), mentre pesano un po’ di più sui portafogli dei cittadini i Comuni di Faenza (644 euro) e di Casola Valsenio (con ben 747 euro). Il dato di Casola – così come quello di Sant’Agata sul Santerno – non deve stupire: sono proprio i Comuni con meno di duemila e di tremila abitanti che a livello regionale presentano il livello di tassazione più elevato, rispettivamente a 840 e 746 euro a residente. Questo perché spesso l’erogazione di servizi in realtà di piccole dimensioni, con strutture amministrative ridotte e in un contesto spesso montano comporta costi più elevati, che

PAGELLA FISCALE


Vuol dare la pagella ai contribuenti, ma il somaro è lo Stato. Con l’aggravante che si pretende di dare in “premio” quel che è un diritto. Gli studi di settore, nati nel 1993, sarebbero dovuti servire a stimare il reddito presunto dei lavoratori autonomi, in modo da confrontare a quello le dichiarazioni fiscali da ciascuno presentate. Avrebbero avuto un senso, se non fosse che un fisco arraffone e sbruffone li ha usati per dire al contribuente: se ti adegui alla mia stima sei in regola, altrimenti sei passibile di accertamenti che, per modalità, durata e costi, sono delle torture fiscali. Impostazione non solo inaccettabile, ma truffaldina. Si poteva essere in regola con la coerenza e la congruità, rispetto agli studi di settori, ma essere anche degli evasori fiscali. Si poteva essere né coerenti né congrui, ma impeccabilmente onesti (basti pensare che c’è chi ha avuto accertamenti perché dichiara troppo). I primi passavano indenni, i secondi passavano i guai. Bella roba. Ora si cambia. Bene. Forse. Molto forse.

sabato 10 settembre 2016

BOERI PRESIDENTE DELL’ INPS: “SPIEGHI AI PENSIONATI DOVE SONO I LORO SOLDI”


Sappiamo che Tito Boeri, presidente della Previdenza sociale, ce l' ha con Libero perché gli fa le pulci. Ciò che lo ha mandato su tutte le furie è il fatto che abbiamo svelato le magagne dell' ente, tra cui il particolare che egli si è preso 500 metri quadrati in piazza Colonna a Roma per crearsi il proprio ufficio (il cui affitto varrebbe 500 mila euro all' anno, circa). Non è il caso che egli si irriti. Noi descriviamo la realtà che non è mai offensiva. Se, eventualmente, le cronache e le inchieste di Libero fossero lacunose, dato che l' esattezza è divina e non di questo mondo, sarebbe diritto di Boeri fornire delle precisazioni che finora però non ci sono pervenute. Non vorremmo che egli, per ritorsione, minacciasse di sfrattare il quotidiano Il Tempo dallo stesso edificio di piazza Colonna, sede della redazione. Sarebbe meschino che ciò avvenisse per iniziativa del capo dell' Inps, i cui problemi sono assai più gravi di questo. Boeri deve spiegare non a noi ma agli italiani, per quale motivo ogni due per tre annuncia di dover tagliare le pensioni, quando è noto che i soldi non mancherebbero se non fossero sprecati dall' Istituto per finalità diverse da quelle che gli competono. Questo giornale ha denunciato che l' Inps possiede un patrimonio immobiliare mostruoso (valore parecchi miliardi) gestito da cani: appartamenti occupati abusivamente da gente che non salda la pigione, altri appartamenti vuoti o dati in locazione (presumibilmente a raccomandati o amici degli amici) a prezzi stracciati. Il Presidente non ha sentito l' esigenza di rendere conto di questo scandalo, visto che gli edifici in questione sono stati acquistati con i soldi dei pensionati a cui ora si pretende di decurtare l' assegno mensile. Dottor Boeri, le sembra giusto trattare i quattrini dei lavoratori di ieri e di oggi in questo modo, come se fossero quelli delle prostitute? Non è finita. Attingendo alle casse previdenziali, lei concede oboli sociali a chi non ha mai versato contributi; regala pensioni minime ai familiari ricongiunti degli extracomunitari, i quali familiari

giovedì 8 settembre 2016

SEI INTERVENTI ANTISISMICI IN PROVINCIA DI RAVENNA RICHIESTI DAI COMUNI, HANNO FATTO PISTE CICLABILI MA SI SONO DIMENTICATI DELLA SICUREZZA DELLE SCUOLE


SETTE SERE - Il terremoto che ha colpito il centro Italia apre numerosi interrogativi anche in territorio romagnolo. Una delle grandi domande è: sono sicure le nostre scuole? Sono sei gli interventi di miglioramento sismico o rafforzamento di scuole della provincia di Ravenna che la Regione Emilia-Romagna finanzierà in parte nei prossimi anni sulla base di una lunghissima graduatoria: si tratta della palestra della primaria «Berti» di Bagnacavallo, delle medie di Fusignano, della scuola dell’infanzia «Matteotti-Il Bruco» di Alfonsine, della palestra delle medie «Caduti della Resistenza» di Longastrino, della primaria «Ginnasi» di Castel Bolognese, della palestra della scuola media ed elementare «Oriani-Rodari» di Alfonsine. Escluse, invece, per i motivi più disparati (spesso di natura burocratica) le richieste di contributo per altri 68 interventi, dai nidi alle medie, nei comuni di Ravenna, Russi, Lugo, Solarolo, Conselice, Cotignola, Brisighella, Bagnacavallo, Castel Bolognese, Cervia. Interventi di cui dovranno farsi carico i singoli Comuni. Diverso il discorso per gli istituti superiori, strutture molto più complesse e quasi sempre multipiano, di cui si occupa la Provincia. Che però, da noi interpellata, non ci ha fornito informazioni sulle opere effettuate di recente o in programmazione.
L'ELENCO delle proposte escluse dalla graduatoria include sette interventi a Conselice, altrettanti a Cotignola, sei a Lugo (tra cui la Rocca Estense, teatro Rossini e il campanile San Domenico, quattro a Russi, uno a Faenza (il palazzo comunale), otto a Cervia, nove a Brisighella (tra cui, oltre alle scuole, figurano anche i ponti sul torrente Sintria e Marzeno e una strada di emergenza a Fognano) e uno a Castel Bolognese.


mercoledì 7 settembre 2016

INCREDIBILE MA VERO. MOLISE, LA SCUOLA AVEVA RETTO AL SISMA DEL 2002 MA FU RISTRUTTURATA: ORA E’ INAGIBILE


Quando la fantasia supera la realtà accade quel che è avvenuto a Fossalto, un paesino di 1400 abitanti a una decina di chilometri da Campobasso. Aveva una scuola agibile e anche sistemata bene e dopo 473 mila euro di lavori è divenuta inagibile. I bambini avevano aule ampie, una palestra, la mensa. Dopo i lavori di adeguamento sismico sono dovuti sloggiare. Quintali di cemento e di ferro, e valutazioni e progetti e calcoli e ricalcoli e pilastri incatenati e alla fine, come il pan degli angeli venuto male in forno, un grandiosissimo flop. Straordinario, magico esperimento di ingegneria sismica, da intendere nel senso letterale del termine: progettisti e maestranze avevano scosso talmente tanto e talmente bene il manufatto, scekerandolo in un turbinio di lavorazioni, che si era piegato ai voleri dell’uomo e da agibile era divenuto inagibile. Il palazzetto, tre piani al centro del paesino, era riuscito a superare senza un graffio i contraccolpi, in verità assai tenui data la distanza dall’epicentro, del sisma che toccò e uccise 27 bambini a San Giuliano di Puglia nel 2002. Però l’amministrazione comunale, vigile sui pargoli, chiamò due anni dopo un ingegnere a valutare se i pilastri facessero dormire sonni tranquilli anche in futuro. E l’ingegnere incaricato vergò il suo parere: l’edificio era vulnerabile. Aveva resistito bene in quel terribile frangente, ma avrebbe risposto con uguale brillantezza a una scossa più grave?
Da qui la richiesta all’ufficio del commissariato straordinario regionale e una prima tranche di soldi assicurata: 140 mila euro e la resistenza al sisma sarebbe notevolmente migliorata. Ma a Fossalto vollero fare di più e a Campobasso compresero l’assillo: erano bambini! Asilo, elementari e medie. In tutto 140, da tutelare prioritariamente e con ogni riguardo. Così il commissario regionale scucì un altro assegno: 280 mila euro per elevare al top il grado di invulnerabilità. La scuola sarebbe divenuta un cubo d’acciaio, una torre inespugnabile dalla natura.

martedì 6 settembre 2016

SOLIDARIETA’ TERREMOTATI: A CASOLA VALSENIO RACCOLTI OLTRE 6.000 EURO TRASPARENZA


I proventi saranno interamente versati alla Protezione Civile dell'Emilia-Romagna

La solidarietà in tavola. I casolani hanno accolto con convinzione e grande partecipazione l'invito delle associazioni di volontariato e del Comune, a ritrovarsi in piazza Sasdelli, nel centro storico di Casola, per esprimere solidarietà e vicinanza alle popolazioni di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e degli altri comuni del Lazio, delle Marche, dell'Umbria e dell'Abruzzo, colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016. Un'attenzione e una sensibilità confermata dal sindaco Nicola Iseppi che a bilancio stilato dell'evento ricorda come «la cena di solidarietà all'amatriciana a Casola Valsenio è stata una bellissima serata con tanta gente. L'incasso della serata - aggiunge il primo cittadino - è stato di  6.114 euro e sarà totalmente devoluto alla Protezione Civile dell'Emilia Romagna già impegnata ad Amatrice. Per questo - conclude Iseppi - intendo ringraziare tutti per la incredibile partecipazione e ance le associazioni casolane che hanno organizzato e sostenuto totalmente i costi. Il nostro abbraccio a tutta la gente colpita da questa emergenza e un ringraziamento ai soccorritori».





lunedì 5 settembre 2016

TAMBURI MEDIEVALI 2016 AGGIORNAMENTO CONTINUO. BRAVI


“Impetuosi echi riemergono dai tempi bui della storia. Suoni profondi si diffondono in seguito agli energici ed aitanti colpi che le bacchette assestano sulle pelli dei tamburi. Le genti odono i ritmi furiosi e travolgenti e rimangono piacevolmente ammaliati ed inebriati dalla potenza del suono espresso dal drappello dei musici”. Recita la presentazione 2016 dei Tamburi medievali di Brisighella
Il gruppo dei Tamburi delle feste Medievali è nato per merito della maestra Amalia Carroli Pederzoli nel lontano 1985 quando sedici bambini sfilarono per la prima volta con le Feste medievali di Brisighella, ricordate da Franco Suaci nel libro “Feste Medievali di Brisighella – Gli Anni d’Oro “  1980- 1995 a cura di Vincenzo Galassini e Andrea Vitali nella collana “I quadri della Fondazione” Anno 2015, tanti ragazzi brisighellesi hanno collaborato per la realizzazione delle prime feste nella ristorazione, agli ingessi, sicurezza spettacolo, controllo mostre, scenografie. In questa terza fase -31 anni dopo-  presenti ancora alcuni “tamburini” come li chiamavano i brisighellesi con innesto di nuovi giovani hanno trovato una dimensione nuova e gioia come appare nel video con . Bravi, Bravi….





venerdì 2 settembre 2016

TERREMOTO AD AMATRICE INADEMPIENZE, A BRISIGHELLA (2002) LE STESSE COSE. IL COMUNE E LA REGIONE NON HANNO FATTO NULLA PER ELIMINARE IL PERICOLO NEL CENTRO STORICO!


            Nel clima “concordia nazionale” dopo l’ultimo terremoto, riporto il testo del comunicato stampa emesso quattro anni fa per il terremoto di Finale Emilia, riferito a quello del 2000, attuale purtroppo, anche oggi.
“TORNA IL TERREMOTO MA LE DIMENTICANZE E LE PRESCRIZIONI, INEVASE DA DIECI ANNI, NON TOLGONO IL PERICOLO PER I RESIDENTI DI BRISIGHELLA.
“Il terremoto di sabato il più violento degli ultimi 450, come afferma Linguerri, che ha svegliato l’intera Emilia-Romagna con morti e danni a Finale Emilia, mi fa riprendere una lunga battaglia iniziata dieci anni fa (2002) per la sicurezza del centro storico di Brisighella che purtroppo non ha portato a nessuna conclusione per la negligenza e forse l’omertà di chi deve prendere i necessari provvedimenti. Nel lontano 4 maggio 2002, segnalai la sopraelevazione di un piano a un fabbricato, in pieno centro storico, di fronte al Palazzo comunale e alla finestra del Sindaco di Brisighella Sangiorgi Cav. Cesare, il tutto realizzato al di fuori delle norme urbanistiche e sismiche, la denuncia arrivò al Tribunale di Ravenna, andò in prescrizione perché passati i termini, la perizia del tecnico del tribunale confermava l’abuso. Il 7 settembre 2009, inviai raccomandata al nuovo sindaco di Brisighella, al segretario comunale, a tutti i consiglieri, di prendere iniziative per tutelare la sicurezza dei cittadini e gli interessi economici del Comune di Brisighella, recuperando i danni subiti, per le casse del Comune con l’ampliamento del “PALAZZO ex POSTE". Necessario garantire i cittadini di Brisighella, per non creare un caso come quello della “Casa della Gioventù” all’Aquila che tutti sapevano e nessuno è intervenuto in anticipo. Il 29 novembre 2009 l’assicurazione scritta che il problema sarebbe stato esaminato, poi nessun provvedimento, in data 24 giugno 2011 un nuovo sollecito con raccomandata e un’interpellanza del consigliere regionale Gianguido Bazzoni perché "La Regione Emilia-Romagna, assieme alla Protezione civile nazionale e del Cnr-Igag, realizzerà a un progetto sperimentale di valutazione del rischio sismico a supporto della pianificazione urbanistica". Un progetto che vedrà coinvolti i Comuni di Faenza, Brisighella, … richiedeva “che sarebbe altrettanto utile che si verifichi anche la stabilità di quegli edifici che sono stati costruiti al di fuori delle norme urbanistiche e sismiche, come la sopraelevazione di un edificio in centro a Brisighella di fronte al Palazzo comunale…. ".  Dopo le segnalazioni, le denunce, le interrogazioni, tutti rimangono muti, zitti non danno risposte. Perché non si prendono i provvedimenti, si deve forse coprire qualcuno? Certamente qualcosa non funzione, sono passati dieci anni di lotte e denunce e la situazione è ancora quella del 2002!  Parole, parole…. Certo non aspetterò ancora un altro terremoto! -Maggio 2012-“
            Brisighella è sempre stata sismica (terremoto 1781 e precedente),  confermata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna n. 1435 del 21.07.2003 classificata: “Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti.”
Oggi con collaudi falsi ad Amatrice, uno dei borghi più belli d’Italia come Brisighella, fa ripetere le stesse considerazioni dell’Aquila, dopo la denuncia fatta a suo tempo, nessuno paga e non si mettono a norma gli edifici privati.
Chiedo alla regione Emilia-Romagna e al sindaco: Cosa si attende per fare a mettere a norma l’edificio ex Poste nel centro storico posto su tre strade pubbliche. Sono stati recuperati i fondi del terremoto pagati dallo Stato e Regioni per lavori non eseguiti.  Che cosa dice la relazione del 2011, della Regione Emilia-Romagna, Protezione civile nazionale e del Cnr-Igag, sulla valutazione del rischio sismico a supporto della pianificazione urbanistica, progetto che ha coinvolto i Comuni di Faenza e Brisighella.
Non rispettare la legge a Brisighella e in Italia è diventata purtroppo una norma? Vincenzo Galassini

BOLLETTA TARI: OSCAR ALLA CHIAREZZA, ILLEGGIBILE E AUMENTI. IO PAGO




Sono arrivate le bollette per il pagamento della rata TARI (rifiuti urbani) affidati dal Comune di Brisighella ad Hera per il calcolo e la riscossione. La raccolta viene effettuata sempre da HERA (controllore  e controllato). Il comune di Brisighella è azionista di HERA. A parte tutto questo che non condivido, non sappiamo esattamente i costi, non c’è concorrenza per  minori costi e buona qualità del servizio. Una certezza nella bolletta la CHIAREZZA non esiste ed è impossibile capire qualcosa, la  scrittura è di 9 pagine….. certo c’è un aumento,non ci siamo, Io PAGO, ma tutti felici e contenti! Vincenzo Galassini Forza Italia


giovedì 1 settembre 2016

ERRANI, DAL SISMA 2012 A QUELLO DEL CENTRO ITALIA. IN EMILIA TRA SOLDI OTTENUTI E PROMESSE MANCATE. ANNI DI NULLA


L'ex governatore dell'Emilia-Romagna fu responsabile della ricostruzione post terremoto fino al luglio 2014. C'è chi vede nella nomina per la ricostruzione delle zone colpite il 24 agosto solo una mossa politica di Matteo Renzi. Altri dicono che il suo ruolo è stato invece decisivo. Dai Moduli abitativi provvisori (che nel modenese, 4 anni dopo, ci sono ancora) alle soluzioni trovate per far arrivare fondi alle persone colpite, ecco dati e testimonianze del lavoro svolto dopo il 20 maggio 2012
Il risultato che tutti gli riconoscono è l’invenzione della cosiddetta “Cambiale Errani”: un finanziamento della Cassa depositi e prestiti grazie al quale i terremotati dell’Emilia hanno ottenuto sei miliardi per la ricostruzione. La promessa mancata sta invece tutta in una frase pronunciata nel maggio del 2014: “Entro la fine del 2015 gli sfollati che abitano nei container avranno una casa”. In realtà mancano all’appello ancora 335 famiglie. La ricetta di Vasco Errani (che giovedì mattina riceverà ufficialmente la nomina a Commissario per la ricostruzione post-sisma) può funzionare anche nei paesi terremotati del Centro Italia? C’è chi vede nella nomina dell’uomo che per 16 anni ha guidato la Regione Emilia Romagna solo una mossa politica di Matteo Renzi per ricucire con la minoranza Pd (Errani è sempre stato fedelissimo di Pier Luigi Bersani). Altri dicono che il suo ruolo è stato invece decisivo. Come stanno le cose? Partiamo dai dati. Stando ai numeri forniti dalla stessa Regione in occasione del quarto anniversario delle scosse, ci sono quasi 10mila persone, pari a 3mila famiglie (nel 2012 le famiglie erano 16.547) ancora fuori dalle loro case. Oggi di queste 3mila famiglie, 135 sono ancora nei Map (moduli abitativi provvisori) ‘urbani’, mentre circa 200 si trovano in quelli di campagna. Le casette, che dovevano essere provvisorie, sono a Novi di Modena (37), a Mirandola (30), a San Felice sul Panaro (22), a Cento, Cavezzo, San Possidonio (12 a testa), a Concordia (10). Colpisce in particolare il dato di Novi che ha più Map di Mirandola, nonostante quest’ultima abbia il doppio degli abitanti. Tra le persone ancora senza casa c’è poi chi prende dei contributi per pagarsi un affitto o una diversa ospitalità. “Spero che gli sfollati del Centro Italia non vengano sistemati nel container, come fu fatto con noi: tra le lamiere è impossibile vivere”. Lorena Bonfatti da quattro anni vive in un Map a Novi di Modena, uno dei paesi più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 che mise in ginocchio la Bassa modenese.