giovedì 31 marzo 2016

GOVERNO RENZI: “ SERVE MANOVRA DA 40-50 MILIARDI, OTTOBRE NERO PER RENZI”


“Sulla base delle ultime previsioni pubblicate da Ocse, Fondo Monetario Internazionale, Commissione europea, Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e Standard & Poor’s sull’andamento del Pil e dell’inflazione in Italia, nel 2016 avremo una crescita nominale (data da crescita reale piu’ inflazione) nel nostro paese pari, se va bene, all’1,3% (1%-1,1% di crescita reale piu’ 0,2% di inflazione). Esattamente la meta’ del 2,6% (1,6% di crescita reale piu’ 1% di inflazione) previsto dal governo nei suoi ultimi documenti di finanza pubblica (Nota di aggiornamento al Def)”. Lo dice Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera.  Ma, continua, “noi temiamo possa andare ancora peggio, perche’ le stime ad oggi disponibili non scontano ancora gli effetti dell’aggravata deflazione, degli ultimi attacchi terroristici e dell’incertezza delle aspettative di consumatori e imprese che ne deriva. I numeri, quindi, possono soltanto peggiorare. A questo punto, come fanno a tenere i conti Renzi e Padoan? Irresponsabili. Da quando sono al governo hanno sbagliato tutta la politica economica e imbrogliato i cittadini e l’Europa con il gioco delle tre carte”.”Da qui a ottobre sara’ un crescendo tragico per Renzi. Fino a quando, in un mese solo, si concentreranno, da un lato, il referendum sulla riforma costituzionale e, dall’altro, la recessione economica – che fara’ manifestare in tutto il suo fulgore il flop del Jobs act, con relativo aumento della disoccupazione e crollo dei consumi – e la manovra da fare necessariamente nella Legge di stabilita’ per correggere i conti: 21,8 miliardi per riportare il deficit dal 2,4% del 2016 all’1,1% del 2017 pattuito con l’Europa; 17 miliardi per evitare le clausole di salvaguardia gia’ previste per il 2017; e altri 5-8 miliardi per colmare i buchi delle mancate privatizzazioni e della mancata Spending review. Totale: 40-50 miliardi. Caro Renzi- conclude Brunetta- e’ noto: i governi cadono in autunno”.

mercoledì 30 marzo 2016

DIECI CLASS ACTION CONTRO RENZI

Dai mutui all'immigrazione irregolare: l'offensiva del forzista Brunetta

Contro l’odiato canone in bolletta della Rai («imposta espropriativa») e l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari passando per la denuncia delle «maglie troppo larghe sull’immigrazione irregolare». Sono solo alcune delle dieci class action – azioni legali collettive - contro il governo Renzi con le quali si sta organizzando una forma inedita di opposizione che intende togliere l’esclusiva al rivendicazionismo del MoVimento 5 Stelle: il «situazionismo moderato». È questa infatti «l’armatura nuova» con cui Renato Brunetta intende lavorare ai fianchi il governo Renzi sul modello Erin Brockovich, l’avvocato statunitense reso celebre dall’interpretazione del premio Oscar Julia Roberts che sfidò e vinse la battaglia dei cittadini contro una multinazionale che aveva inquinato le falde acquifere.
In Italia l’obiettivo del capogruppo alla Camera di Forza Italia non è un colosso del capitalismo ma fornire uno strumento agile di democrazia diretta («un’intuizione del professor Luca Antonini, avvocato di valore, ordinario costituzionalista all’università di Padova», ci tiene a precisare) per «spezzare l’incantesimo maligno di tre presidenti del Consiglio non eletti e di un Parlamento illegittimo, ma che non suscita scandalo». L’iniziativa di Brunetta, già annunciata nelle scorse settimane, è on-line sulla piattaforma Change.org dove è possibile firmare una a una le dieci petizioni che riguardano, rispettivamente, il canone Rai in bolletta elettrica; la tassa sull’ascensore; la mancata tutela delle concessioni balneari italiane; il mancato rinnovo incentivi per energia pulita; l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari; i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche; l’abolizione delle limitazioni della responsabilità degli amministratori delle banche; le maglie troppo larghe con l'immigrazione irregolare; le maxi bollette e le multe con l’autovelox.
Tutte tematiche - questo è il nodo sociale della proposta - che riguardano settori dove la burocrazia, le «caste» e l’autoreferenzialità di poteri che rispondono solo a loro stessi drenano energie e risorse alla società: tra le più politiche delle azioni proposte – dopo il caso di Banca Etruria - vi è quella che vuole eliminare ad esempio «i limiti alla possibilità degli azionisti e obbligazionisti danneggiati di rivalersi sui patrimoni delle banche». Un insieme di punzecchiature, queste proposte dalla piattaforma, che secondo l’ex ministro può «atterrare il pachiderma», ossia l’esecutivo dell’ex rottamatore, «come capita in natura per l’assalto concentrico di sciami d’api».
Quella inaugurata da Brunetta insomma – da sempre laborioso anche in termini di novità – vorrebbe affermarsi come «una strategia nuova per la politica» che individua, come obiettivo finale, ciò che lo stesso premier Renzi ha posto come estremo spartiacque: il referendum di ottobre sulle riforme istituzionali. Questo lavoro ai fianchi è pensato proprio sulla falsariga di ciò che la piazza del Family Day, che ha già posto la sfida al referendum come atto di affermazione popolare contro Renzi, sta mettendo in circolo contro la «democrazia negata». Ma c’è più. Per Brunetta dall’elaborazione di queste class action può anche emergere un risultato endogeno: una vera e propria classe dirigente per il centrodestra, sempre «se Forza Italia intende indossare questa armatura». Come? «Intorno a ciascuna di queste battaglie emergerebbe un leader vero – ha scritto - non nominato, capace di coagulare e di dare voce a settori precisi e con interessi chiari e determinati». Dieci «situazionisti» che potrebbero essere rivelarsi utili al Cav alla perenne ricerca di volti nuovi per il suo pallino di sempre: un partito senza politici. Antonio Rapisarda

venerdì 25 marzo 2016


FOGNANO: ARRIVATE LE PRIME DONNE STRANIERE… NESSUNA INFORMAZIONE AI CITTADINI DA PARTE DEL SINDACO MISSIROLI…..


A Fognano le prime dieci donne e un bambino piccolo sono ospite da una settimana circa , tutte di colore, nessuna parla italiano ma francese  sono state sistemate nell'immobile in zona Valletta, di proprietà di una onlus di Faenza.  Oltre ai pasti e alle utenze, viene fornito loro, unorso di apprendimento della lingua italiana e accompagnate al supermercato per acquisti di generi alimentari, fatturati.
In base alla “partecipazione e trasparenza”, sarebbe opportuno che il Comune di Brisighella, anche solo con un comunicato, informasse la cittadinanza dei programmi attuali e futuri, del tipo di immigrato, clandestini, paese in guerra o altro e in funzione della cessione di un locale in “comodato gratuito” alla Charitas nell’ locale dell’ex asilo nido e comunità Montana trasferita a Faenza.
La trasparenza, era una “parole d’ordine” della sinistra, purtroppo manca……



mercoledì 23 marzo 2016

LE CASE POPOLARI: CAMBIARE PER MIGLIORARE IL COMUNE DI S.AGATA HA CONTINUATO A GESTIRE DA SOLO LE CASE POPOLARI…..


Affronto un tema che pare burocratico e noioso, ma non lo è, per cui invito tutti i miei lettori ad essere pazienti e ad arrivare fino in fondo. Le case popolari (ERP) nella Provincia di Ravenna sono 4.730=, di cui 839= (18%) sono di proprietà del Comune di Faenza, che diventano 1.168= (25%) se ragioniamo come Unione dei Comuni della Romagna Faentina, come ormai è necessario fare. I canoni ERP da riscuotere (dato previsionale 2016) sono pari in totale ad € 6.243.0000= di cui € 1.050.000= per gli alloggi del Comune di Faenza (17%), che diventano € 1.462.000= per l’intera Unione (23,4%). Attualmente le case ERP assegnate a cittadini italiani rappresentano mediamente l’85/87% del totale, anche per il Comune di Faenza o per l’Unione. Le norme in materia sono emanate dallo Stato (poche) e dalla Regione (molte), che è la vera titolare della politica ERP, integrate da alcuni regolamenti comunali.
La gestione delle case popolari è effettuata in parte dal Comune di Faenza (strategie, criteri di accesso, richiesta di fondi pubblici per manutenzioni, programma di manutenzione straordinaria, ecc.) e dall’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) della Provincia di Ravenna, sulla base di una concessione pluriennale (2014/2002), effettuata senza una gara.
L’ACER è uno strano ente pubblico economico che opera con criteri privatistici e svolge prevalentemente attività d’ufficio (redazione dei contratti, bollettazione, controllo requisiti assegnatari, ecc.) e assegna ad una ditta esterna tutti i lavori di manutenzione. E’ gestita da un Consiglio di Amministrazione, ovviamente di nomina partitica del solo PD e alleati lautamente retribuiti, ed ha 38 dipendenti, di cui 30 amministrativi e solo 8 tecnici veri e propri. E' un ente che negli ultimi anni ha cercato di migliorare la sua performance, dopo periodi opachi, con società partecipate che hanno lasciato buchi di bilancio risanati a spese dei Comuni. L’ACER incassa i canoni degli alloggi ERP, paga le sue spese burocratiche (spese generali circa € 441.000=, personale circa € 1.800.000=, imposte dirette per circa € 90.000=) e quello che avanza lo destina in primo luogo alla manutenzione ordinaria (affidata a ditte esterne) e in secondo luogo ai lavori di manutenzione straordinaria indicati dal Comune proprietario degli alloggi. L’ACER non apporta alcun tipo di risorsa finanziaria

SUCCEDE A RAVENNA…


venerdì 18 marzo 2016

Comuni montani, il Pd: “Sciogliere l’unione nell’Anci”. I sindaci toscani in rivolta: “Decidiamo noi, non loro”

Il deputato Parrini, segretario regionale dei democratici: "L'accorpamento doveva essere già fatto". Il presidente toscano dell'Uncem: "Associazione da mantenere in vita per tutelare la specificità dei territori montani". Il primo cittadino ribelle Perdrini, ex parlamentare dell'Ulivo: "Impostazione fascista, roba da Ventennio"
Comuni montani in rivolta contro il Pd. Succede in Toscana, ma potrebbe essere un episodio che fa da apripista a uno scontro che può allargarsi al resto d’Italia. L’ipotesi su cui ragiona ilPartito democratico infatti è l’inserimento della Uncem, l’Unione nazionale Comuni, comunità e enti montani, dentro all’Anci, l’associazione dei Comuni. Obiettivo: razionalizzare costi e rendere meno frammentata la rappresentanza istituzionale. Il primo a dirlo è stato il deputato renziano e segretario regionale toscano democratico Dario Parrini: “Non è possibile che ci siano ancora Legautonomie e Uncem come centri autonomi di costo e di decisione – ha detto a Repubblica – L’accorpamento con Anci non può restare un impegno continuamente preso e mai realizzato: doveva essere già fatto”. Parole in linea con la direzione indicata da tempo dagli stessi vertici nazionali di Anci e Uncem: nelle varie Regioni la rappresentanza istituzionale dei Comuni montani passerebbe totalmente ad Anci mentre l’Uncem diventerebbe una sorta di centro studi a sostegno e tutela delle aree montane.
Ma l’Unione dei Comuni montani solo inToscana rappresenta180 realtà montaneestese sul 60 per centodel territorio regionale per un totale di 550mila abitanti. E tra questi ci sono quelli che invitano a frenare, per usare un eufemismo, e quelli che sono andati su tutte le furie, come il sindaco “ribelle” di Zeri, in Lunigiana, Egidio Pedrini, già noto per la sua battaglia per mantenere l’acquedotto che la Regione vorrebbe far confluire nell’autorità d’ambito territoriale togliendolo al Comune. Ex parlamentare dell’Ulivo e ex democristiano di sinistra se la prende con i renziani: “Che cavolo c’entra Parrini con l’Uncem?”. Il segretario regionale democratico secondo Pedrini dimostra una “arroganza politica inaudita, impostazione fascista, roba da Ventennio“. Il Pd si è dimenticato, aggiunge, “di ciò in cui credeva davvero il Pci: la difesa della democrazia e della povera gente“.
Più misurato ma ugualmente deciso Oreste Giurlani, sindaco diPescia (Pistoia) e presidente dell’Uncem della Toscana oltre che vicepresidente nazionale. Giurlani ricorda a Parrini che nell’ultimo congresso dell’ente (2015) è stato ribadita la volontà di mantenere in vita l’associazione “per la capacità della stessa dirappresentare e tutelare la specificità dei territori montani”. Ma precisa che “alla fine saranno comunque i sindaci Uncem a assumere la decisione finale”. Anche perché l’eventualescioglimento dell’associazione senza il consenso dell’assemblea – è la tesi di Uncem Toscana supportata anche da una consulenza legale – sarebbe da ritenersi illegittimo.
Parrini per dire il vero ha poi corretto il tiro: “Decidono i Comuni soci cosa fare di un’associazione, ci mancherebbe altro – ha precisato all’agenzia Impress – Li invito però a porsi il problema di cosa l’opinione pubblica pensa di questo spezzatino di rappresentanza istituzionale: sono certo che ne pensa molto male”. Secondo Parrini servirebbe perciò “meno corporativismo e più realismo”. Il gruppo consiliare Pd dovrebbe intanto portare la questione all’attenzione del prossimo consiglio regionale: per approfondire la questione c’è stato un primo incontro, secondo quanto appreso dal fatto.it, al quale hanno partecipato i vertici regionali dell’Uncem, dell’Anci, esponenti del Pd e Ledo Gori, capo di gabinetto del presidente della Regione Enrico Rossi.

Ma ora la battaglia rischia di diventare a tutto campo perchél’Uncem finisce in una polemica che riguarda anche l’esito del referendum sull’acqua, settore sul quale il governo è pronto a intervenire. E anche qui c’entra il Pd, perché un deputato, Enrico Borghi, è anche presidente nazionale dell’Uncem (guida il Comune di Vogogna, in Piemonte) sarebbe pronto a intervenire emendando la legge sul servizio idrico in discussione alla Camera. In particolare Borghi ha firmato le proposte di modifica per cancellare l’articolo 6 che prevede l’affidamento delle risorse idriche solo a enti di diritto pubblico, ricevendo peraltro il parere favorevole del governo per bocca del sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo (Pd, un’altra toscana, di Campiglia Marittima). Per questo il sindaco lunigiano Pedrini chiede anche le sue dimissioni: “E’ incompatibile con l’Uncem”.

giovedì 17 marzo 2016

Berlusconi affonda la Meloni: "Leghisti ed ex fascisti? Solo liti"

"I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni"

"Non arretro sulla candidatura di Guido Bertolaso a Roma". Silvio Berlusconi, intervistato aLa telefonata di Maurizio Belpietro a Mattino Cinque ha le idee chiare.

"Bertolaso vincerà con una sua lista civica, ne sono certo". Il Cavaliera poi parla della Lega e del peso elettorale che il Carroccio ha a Roma: "I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni". A questo punto, il leader di Forza Italia parla della probabile candidatura di Giorgia Meloni: "Non ha nessuna possibilità
di diventare sindaco di Roma".

Il Cavaliere incontrerà la Meloni per discutere della sua candidatura e afferma: "Non ho speranza di convincerla", perchè "le donne, qualsiasi cosa gli dici, fanno quello che vogliono loro". Liquida poi come "meschina strumentalizzazione! la polemica sulla gravidanza di Giogia Meloni come controindicazione alla corsa al Campidoglio e , da Mattino Cinque, Silvio Berlusconi ribadisce che "la signora Melni sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco mentre quella sul suo futuro ruolo di madre è una stupidaggine del teatrino della politica. Che disastro questa politica".

domenica 13 marzo 2016

PUTIN: “ITALIA ESCI DALL’EURO E TORNA ALLA LIRA. COSI VINCERAI LA CRISI E TORNERAI GRANDE


Durante una conferenza stampa tenuta al Cremlino, il presidente russo Vladimir Putin, non ha risparmiato critiche all’Europa: “Non ho ancora ben capito che ruolo svolga oggi l’Europa. Sembra un’organizzazione che manca di una struttura coesa e compatta, non c’è insomma una spina dorsale. Vedo che l’Inghilterra terrà un referendum per uscirne. Beh, mi sembra il minimo: quale Stato vorrebbe mai appartenere a un’organizzazione così fragile?”
Poi continua “Furba è stata l’Inghilterra a mantenere la sterlina, la sovranità monetaria e bancaria è importante. Ma questo non è accaduto negli altri Paesi membri che, convinti che una moneta nazionale sarebbe stata troppo debole, si son lasciati abbindolare da un presunto progetto di forte moneta unica. Ma guardatevi ora? Stavate meglio prima o adesso? Rispondete da soli a questa domanda, interrogate le vostre coscienze e capirete” poi rivolgendosi all’Italia, al centro della scottante situazione immigrazione vista la sua posizione geografica sullo scacchiere geopolitico, ha detto: “Italia, allora cosa aspetti a uscire dall’euro e tornare alla lira? Non stavi forse meglio prima. Governanti agite bene, agite ora”. Parole forti quelle del leader russo che hanno fatto, in breve tempo il giro del mondo e del Bel Paese, riaprendo il dibattito sulla sovranità monetaria.
Secondo il giornalista Andrea Screzi: “L’Europa, così com’è, è un fallimento e andrebbe rivista la sua posizione per quanto riguarda la politica e l’economia. Putin lancia un messaggio forte pur dalle mille contraddizioni”.

giovedì 10 marzo 2016

NUOVA TASSA PER I FAENTINI


ALLE ELEZIONI COSA SUCCEDE: DOCET BERLUSCONI.

Paolo Savelli Sul PD la domanda che tanti si fanno (ma non lo dicono apertamente) è: ma se fanno pastette alle loro primarie, alle elezioni in cui votiamo tutti che combinano?
#domandissimainsidiosissima. Una battaglia continua del presidente Berlusconi per avere scrutatori e rappresentanti di lista, pensate abbiamo perso du elezinoi politiche le prime per 30mila voti e 130mila alle ultime……….

mercoledì 9 marzo 2016

DISCARICA TRE MONTI: L’AMPLIAMENTO SPACCA LA MAGGIORANZA NELL’ASSEMBLEA DELLA ROMAGNA FAENTINA.


L'AMPLIAMENTO  della discarica di rifiuti Tre Monti nel territorio di Riolo Tenne scuote la maggioranza di centrosinistra al governo nell'Unione dei comuni della Romagna Faentina. Sul durissimo ordine del giorno incentrato sull'argomento presentato in Consiglio da Edward Jan Necky de L'Altra Faenza, il vice sindaco e assessore all'Ambiente di Solarolo Stefano Briccolani, il capogruppo e  dirigente manfredo da Insieme per Cambiare Paolo Cavina e la consigliera di Uniti per Riolo Tarme Nicoletta Cembali si sono  astenuti, assieme al consigliere di Rinnovare Faenza Tiziano Cericola, dimostrano di condividere almeno in parte le tesi sostenute nel documento. Tra le quali, a sostegno di un deciso «no» alla maggiorazione dei rifiuti già conferiti nel sito, spiccano le considerazioni sulla possibile pericolosità dell'impianto e gli allarmi in tal senso lanciati dalle organizzazioni ambientaliste, senza tralasciare le allusioni all eventuale conflitto di interessi riguardante la società Hera. Il testo de L'Altra Faenza era critico sull'impianto imolese che coinvolge anche Riolo Terme l'Odg è stato respinto per 11 voti contrari, espressi dal Gruppo del Partito democratico-Indipendenti, a fronte di 3 alzate di mano favorevoli del proponente Necki, di Andrea Palli del Movimento 5 Stelle e di Guido Catani della lista civica di centrodestra Alternativa per Riolo, ma l'esito del dibattito ha comunque messo in luce le diffuse perplessità che il progetto di Hera e ConAmi suscita nei rappresentanti delle Amministrazioni coinvolte. A DIMOSTRARLO è del resto anche la motivazione della bocciatura fornita dalla capogruppo e segretaria del Pd del comprensorio faentino Federica Degli Esposti, basata semplicemente sul fatto che «non si è voluto condividere il tema della salute pubblica e fermarsi un attimo per concordare un diverso testo». Se si fosse trattato di una generica assicurazione di attenzione verso gli sviluppi dell’operazione, accompagnata da un vibrante invito alle agenzie di monitoraggio ad effermare severi controlli, probabilmente il consenso sarebbe stato unanime. Nicola Tanesini

sabato 5 marzo 2016

TRE MONTI, I RESIDENTI ESPONGONO STRISCIONI CONTRO LA DISCARICA E QUALCUNO LI TAGLIA


Imola. Non si ferma la protesta contro l'ampliamento della discarica Tre Monti. Parecchi residenti della zona, in via Bergullo e via Pediano, hanno esposti parecchi striscioni per tenere alta la guardia su un tema assai caldo da mesi. Ma hanno ricevuto come risposta una brutta sorpresa: nonostante fossero stati piantati all'interno delle loro proprietà private, di notte, qualcuno è andato a tagliarli tutti. Una cosa molto riprovevole. Tuttavia i residenti non demordono e fanno sapere che, per ognuno tagliato, nasceranno due striscioni nuovi. Intanto l'iter della discarica è ancora in Regione che deve esaminare tutte le osservazioni dei cittadini, ben 141, in un periodo che si prolungherà fin verso il 20 marzo. A tal punto, se il progetto subisse significativi cambiamenti, il comitato “Vediamoci chiaro” potrebbe chiedere la presentazione di uno completamente nuovo. La lotta continua.

martedì 1 marzo 2016

FIGLI E ADOZIONI

Andrea Palermo ha pubblicato:
Il compagno Vendola si è COMPRATO un figlio alla modica cifra di 130.000 euro ma l’Italia si scandalizza solo quando Berlusconi va a  mignotte, (aggiungo n.d.r) e nemmeno  quando ADOTTA Verdini.