martedì 29 gennaio 2013

BRUNETTA:” LE FRASI DI BERLUSCONI SU MUSSOLINI? ABBIAMO UN CAPO DELLO STATO CHE HA GIUSTIFICATO LE INVASIONI SOVIETICHE



"Il pensiero comune italiano e' quello espresso da Berlusconi, vale a dire che Mussolini e' un dittatore che ci ha portato in guerra e ha fatto le leggi razziali, che sono un abominio. Che però il regime fascista negli anni '20 abbia prodotto un welfare per le masse senza democrazia, di cui alcune cose, come l'Inps, durano ancora oggi, simile a quello prodotto in Unione sovietica, gli italiani lo sanno". Così l'ex ministro Renato Brunetta commenta le dichiarazioni di Silvio Berlusconi a Milano nella giornata della Shoah.
      "Abbiamo un presidente della Repubblica che ha giustificato le invasioni sovietiche, possiamo benissimo avere un ex premier che, in maniera corretta, dica esattamente cos'e' stata la dittatura di Mussolini".

CENTRO SCALO MERCI UNO DEI MOTIVI PER CUI A FAENZA C’E’ UNA DELLE IMU PIU’ ALTE D’ITALIA.


OGNUNO HA IL SUO MONTE DEI PASCHI.
Rispetto al buco del Centro Scalo Merci Terre Naldi era solo un aperitivo, 3.000.000 di debiti da pagare con terreno buono espropriato ai cittadini. Un buco che verrà accollato alla comunità con il passaggio a Ravenna Holding visto che questa alimenta i propri bilanci con le ricchezze derivate alla fine della filiera dalle tariffe pagate sempre dai cittadini. Le amministrazioni e le maggioranze di centro sinistra che hanno governato la città di Faenza hanno lasciato una valanga di debiti che paghiamo con la quota parte comunale dei soldi dell’IMU mentre lo Stato la sua quota parte l’ha destinata al Monte dei Paschi di Siena. Le dichiarazione che abbiamo letto sulla stampa di un assessore di Faenza che dice che se non faranno lo scalo merci lottizzeranno i terreni. ci lasciano sconcertati. Si è accorto che in città ci sono oltre tremila appartamenti nuovi invenduti che hanno tra l’altro causato il tracollo del settore immobiliare, che tante imprese del settore sono state costrette a lasciare i cantieri incompiuti e i lavoratori a casa perché strangolate dal Governo Monti che da soldi alle banche e dalle banche che non concedono credito alle famiglie e alle imprese.
L’assessore farebbe meglio a mettere a disposizione le risorse provenienti dalle partecipate alle aziende in crisi e battersi con noi per l’abolizione dell’IMU sulla prima casa per dare respiro alle famiglie e per ridurla negli altri comparti a favore delle imprese soprattutto agricole.
Fine della fiera paghiamo l’IMU per coprire i buchi della sinistra. Ricordiamocelo il 24 e 25 febbraio.


sabato 26 gennaio 2013

AVEVANO UNA BANCA NE VOLEVANO UN’ALTRA: CHE FACCE DI BRONZO!!!




Rodolfo Ridolfi, faentino candidato al Senato della Repubblica ma soprattutto autore nel 2007 del libro “Le coop rosse” a Roma, dove Silvio Berlusconi ha presentato i candidati, a margine della manifestazione ha detto fra l’altro A Faenza l’Imu è fra le più alte in Italia Monti ha utilizzato l’IMU per cercare di sanare i disastri delle Banche rosse e amiche dei tedeschi invece di intervenire per le imprese e per le famiglie. Le giunte rosse di Siena e le coop rosse della Toscana sono le padrone del Monte dei Paschi. Non sono affatto sorpreso di quanto sta accadendo nella finanza rossa ed al Presidente rosso dell’ABI che si è dimesso. Lo scandalo è che avevano una banca ne volevano un’altra BNL e vorrebbero condannare Berlusconi : Che facce di Bronzo!!  Per capire meglio quanto sta accadendo al Monte dei Paschi di Siena e per cogliere i legami fra tutti i protagonisti della finanza rossa è utile leggere il mio libro “Le coop rosse” del lontano 2007 in particolare le pagine 126 127 e 128 che contengono i capitoletti “Falce e sportello in Toscana” e “Ecco gli intrecci coop-Ds in Toscana” dove  si legge  fra l’altro  “…Il sindaco Maurizio Cenni, il presidente della provincia Fabio Ceccherini, il segretario dei Ds Franco Ceccuzzi e il presidente del Montepaschi Giuseppe Mussari sono i quattro potenti che governano Siena. Tutti sono Pci-Pds-Ds doc fin da giovani”. Ma il sistema del potere rosso in Toscana va oltre il Montepaschi ed è costruito su intrecci ed alleanze che vedono protagoniste l’Unicoop Firenze, la più grande fra le cooperativa di consumo, il Consorzio Etruria Coop di Costruzioni . Sia Monte dei Paschi che Consorzio Etruria sono in questi giorni nella bufera.
Leggere “Le coopo rosse” aiuta a capire meglio il ruolo di Bersani, Bassanini, Chiti, Consorte e degli altri protagonisti. Bisogna ricordare che il Sindaco di Siena è anche il «padrone» del Monte dei Paschi nominando personalmente 8 dei 16 membri del consiglio della Fondazione Mps (azionista di controllo della Banca) La Fondazione a sua volta nomina i vertici della Banca.
Da 28 anni a questa parte Siena ha avuto tre sindaci (Vittorio Mazzoni della Stella, Pierluigi Piccini e Maurizio Cenni), tutti funzionari del MPS ed anche ex segretari della Fisac Cgil, il sindacato dei bancari; e un sindaco, Franco Ceccuzzi, deputato Ulivo/Pd.

venerdì 25 gennaio 2013

MONTE DEI PASCHI DI SIENA NEL 2009, DURANTE LA GESTIONE DI GIUSEPPE MASSARI, HA TRUCCATO IL BILANCIO CON UN’OPERAZIONE DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO PER CENTINAIA DI MILIONI DI EURO DI CUI OGGI I CONTRIBUENTI ITALIANI PAGANO IL CONTO.


CI HANNO AFFIBBIATO L’IMU PER FINANZIARE MONTE DEI PASCHI DI SIENA, CHE ADESSO SI SCOPRE ESSERE “FALLITA”

Monte dei Paschi di Siena nel 2009, durante la gestione di Giuseppe Mussari, ha truccato il bilancio con un’operazione di ristrutturazione del debito per centinaia di milioni di euro di cui oggi i contribuenti italiani pagano il conto. Ciò, attraverso un contratto occulto con la banca Nomura, che sarebbe servito a Montepaschi per abbellire il bilancio 2009 scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto “segreto” a lungo termine, non comunicato ai vertici della MPS. Risultato: un buco nel bilancio della banca da 220 a 740 milioni di euro. Montepaschi, è bene ricordarlo, è la banca dei comunisti italiani. Mussari è stato il banchiere targato PCI e poi PDS, amatissimo da loro perché li ha lasciati depredare le casse della banca, ma stimatissimo anche dagli altri banchieri, visto che lo hanno elevato al vertice dell’Associazione Bancaria Italiana, anche se Mussari aveva lasciato una banca in rovina con operazioni altamente sospette come l’acquisto di Antonveneta per un prezzo spropositato, che lasciava intravvedere operazioni loschissime, tipo fondi neri all’estero. In poche parole, ci hanno affibbiato l’IMU allo scopo di poter finanziare MPS, che adesso si scopre essere FALLITA? Con che coraggio ci vengono a chiedere sacrifici, per salvare dalla galera gente come Mussari che ha mandato in fallimento una delle banche più antiche, solide e ricche d’Italia?

IL COMPAGNO GIORGIO FA UNA BELLA RIMPATRIATA CON I COMUNISTI VIETCONG



di Franco Bechis. Quando finalmente martedì scorso è salito sull’aereo che lo avrebbe portato a Londra, il povero Giorgio Napolitano ha tirato un sospiro di sollievo. Finalmente era terminata la visita italiana di Nguyen Phu Trong, segretario generale del comitato centrale del Partito comunista del Vietnam. Vero che l’invito era partito dallo stesso Quirinale, ma Napolitano non immaginava si sarebbe concretizzato proprio ora, diventando una delle ultime visite di Stato del suo settennato. Il presidente italiano voleva chiudere in bellezza, infilando in un crescendo rossiniano un incontro con Barack Obama a Washington, poi con Angela Merkel a Berlino, e infine con un bel discorso davanti al Parlamento europeo pochi giorni dopo avere ospitato la Regina Elisabetta di Inghilterra al Quirinale. Invece la visita diplomatica del capo del partito comunista vietnamita (carica che in quel paese- Napolitano lo sa bene- vale più di qualsiasi presidente della Repubblica o premier), ha rischiato di mettere un timbro sinistro proprio in piena campagna elettorale italiana sul settennato di Napolitano. Tanto che la visita ha fatto venire più di uno stranguglione ai collaboratori più stretti del presidente della Repubblica. Abbracci a parte con gli ex compagni (Camusso, Diliberto e Ferrero, ma è sembrato goduto anche dei colloqui con Napolitano), Nguyen Phu Trong si è goduto con i suoi collaboratori anche l’ospitalità di lusso del Westin Excelsior di Roma. I vietnamiti volevano proprio quell’albergo, e quando hanno inviato le loro richieste alla Farnesina, si sono rischiati altri svenimenti. La richiesta era di cento stanze per la delegazione e per il leader comunista vietnamita una supersuite da 5 mila euro a notte. Con delicatezza i diplomatici italiani hanno fatto sapere di avere un budget rigido non modificabile per le varie visite di Stato: era possibile ospitare in dieci junior suite, ma nessuna a quei prezzi. Gli extra avrebbero dovuto essere a carico del partito comunista vietnamita. 
I comunisti che secondo Napolitano sono in grado di salvare l’Europa dalla crisi, non hanno battuto ciglio. Aprendo il borsellino per consentire una sistemazione dignitosa al loro segretario generale.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA NEL 2009, DURANTE LA GESTIONE DI GIUSEPPE MASSARI, HA TRUCCATO IL BILANCIO CON UN’OPERAZIONE DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO PER CENTINAIA DI MILIONI DI EURO DI CUI OGGI I CONTRIBUENTI ITALIANI PAGANO IL CONTO.


CI HANNO AFFIBBIATO L’IMU PER FINANZIARE MONTE DEI PASCHI DI SIENA, CHE ADESSO SI SCOPRE ESSERE “FALLITA”

Monte dei Paschi di Siena nel 2009, durante la gestione di Giuseppe Mussari, ha truccato il bilancio con un’operazione di ristrutturazione del debito per centinaia di milioni di euro di cui oggi i contribuenti italiani pagano il conto. Ciò, attraverso un contratto occulto con la banca Nomura, che sarebbe servito a Montepaschi per abbellire il bilancio 2009 scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto “segreto” a lungo termine, non comunicato ai vertici della MPS. Risultato: un buco nel bilancio della banca da 220 a 740 milioni di euro. Montepaschi, è bene ricordarlo, è la banca dei comunisti italiani. Mussari è stato il banchiere targato PCI e poi PDS, amatissimo da loro perché li ha lasciati depredare le casse della banca, ma stimatissimo anche dagli altri banchieri, visto che lo hanno elevato al vertice dell’Associazione Bancaria Italiana, anche se Mussari aveva lasciato una banca in rovina con operazioni altamente sospette come l’acquisto di Antonveneta per un prezzo spropositato, che lasciava intravvedere operazioni loschissime, tipo fondi neri all’estero. In poche parole, ci hanno affibbiato l’IMU allo scopo di poter finanziare MPS, che adesso si scopre essere FALLITA? Con che coraggio ci vengono a chiedere sacrifici, per salvare dalla galera gente come Mussari che ha mandato in fallimento una delle banche più antiche, solide e ricche d’Italia?

giovedì 24 gennaio 2013

GIANNI AGNELLI E’ STATO UN GRANDE: UN GRANDISSIMO BLUFF…. RICEVETTE IN EREDITA’ DAL NONNO UNA STUPENDA FABBRICA DI AUTOMOBILI RIDUCENDOLA A ROTTAME



Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma di lui si parla ancora, naturalmente bene, checché ne dica Ferruccio de Bortoli, che sul Corriere della Sera lo ha commemorato con una prosa stranamente accorata per uno che di cuore ne ha poco e, di solito, nasconde anche quello. Gianni Agnelli comunque è stato un grande: un grandissimo bluff, ed è giusto non venga dimenticato. Difatti è passato alla storia come re d’Italia non tanto per ciò che ha dato al Paese, quanto per ciò che ha avuto. Noi italiani siamo fatti così: cerchiamo di fottere il sovrano per tirare a campare, ma se è lui a fregarci gli riconosciamo volentieri una certa superiorità. Onore al merito, anzi ai meriti, dell’Avvocato che fu promosso tale coram populo senza mai esserlo stato; che cominciò a lavorare a 45 anni, età alla quale i suoi dipendenti andavano in prepensionamento; che presiedette Confindustria inciuciando con Luciano Lama, segretario generale della Cgil, e concordando con lui il punto esiziale di contingenza; che fu nominato senatore a vita grazie all’incosciente generosità di Francesco Cossiga; che prima fondò a Venezia il museo di Palazzo Grassi, poi lo affondò; che ricevette in eredità dal nonno (e da Vittorio Valletta) una stupenda fabbrica di automobili riducendola a rottame, successivamente rimessa in piedi dal fratello Umberto e da Sergio Marchionne. Agnelli più che un imprenditore era un prenditore: lo Stato lo ha sempre aiutato, gli ha dato soldi senza mai pretenderne la restituzione. Quando morì, l’azienda era sul punto di consegnare i libri in tribunale. Il patrimonio personale del maggiore azionista fu cercato all’estero: si sospettava addirittura che una quota di capitali fosse stata sottratta al fisco; si ignora come si sia conclusa l’indagine

martedì 22 gennaio 2013

LA PRESENZA DI AZZURRI DEL ’94 NELLE LISTE PER LA CAMERA ED IL SENATO


E’ IL RICONOSCIMENTO DI UN IMPEGNO POLITICO COERENTE
SPICCANO LE CANDIDATURE di MASSIMO PALMIZIO (CAMERA) E RODOLFO RIDOLFI AL SENATO
Nelle liste del PDL dell’Emilia Romagna è candidato il sen. Massimo Palmizio fondatore e primo coordinatore di Forza Italia in Emilia-Romagna al n.5 della Camera ed al Senato dopo Berlusconi, gli ex Ministri Anna Maria Bernini, Carlo Giovanardi e Franco Carraro e la senatrice Laura Bianconi c’è il faentino Rodolfo Ridolfi, già sindaco e consigliere regionale uno dei leader storici di Forza Italia in Romagna.

CANDIDATI SENATO PDL EMILIA-ROMAGNA
EMILIA ROMAGNA SENATO:
Silvio Berlusconi; 2) Anna Maria Bernini; 3) Carlo Amedeo Giovanardi; 4) Franco Carraro; 5) Laura Bianconi; 6) Rodolfo Ridolfi *; 7) Fabio Callori; 8) Franca Mulazzani; 9) Gian Luca Armellini; 10) Stefano Gagliardi o Gaiardi; 11) Gian-Franco Carugo; 12) Luca Finotti*; 13) Luciano Tancini*; 14) Massimo Mazzolani; 15) Luciano Biolchini; 16) Maria Gabriella Piccari; 17) Roberto Benatti; 18) Savio Barzanti; 19) Gabriella Garda; 20) Rosanna Righini; 21) Gabriella Maria Pezzuto; 22) Vittorio Anselmi.
*Azzurri ‘94

CANDIDATI CAMERA PDL EMILIA-ROMAGNA
CAMERA: 1) Michela Vittoria Brambilla; 2) Sergio Pizzolante; 3) Giovanni Carlo Francesco Mottola; 4) Deborah Bergamini; 5) Elio Massimo Palmizio*; 6) Francesco Biava; 7) Filippo Giorgetti; 8) Paolo Foschini; 9) Fabrizio Toselli; 10) Cristina Fantinati; 11) Rosaria Tassinari; 12) Stefano Venturini; 13) Jonathan Papamarenghi; 14) Simone Orlandini; 15) Alberto Di Pietro; 16) Nicola Marcello; 17) Alberto Ancarani; 18) Emanuele Rubinetti; 19) Francesco Mariani; 20) Andrea Galli; 21) Pierluigi Pollini; 22) Paolo Savelli; 23) Davide Ganapini; 24) Fabio Fabbri; 25) Laura Schianchi; 26) Matteo Lunni; 27) Anna Maria Bonacini; 28) Giuseppe Argentieri; 29) Mariacristina Barbieri; 30) Massimo Malagoli; 31) Gianluca Nicolini; 32) Michele Laganà; 33) Stefania Eleuteri; 34) Antonio Spica; 35) Bianca Maria Canepa; 36) Cinzia Camorali; 37) Domenico Formica; 38) Alessandro Menegatti; 39) Davide Nanni; 40) Luciano Roffi; 41) Cristian Rostovi; 42) Alessandro Dalrio; 43) Roberta Zilli; 44) Paolo Bergonzi; 45) Alessandro Rossi
*Azzurri ’94; sottolineato Provincia Ravenna

lunedì 21 gennaio 2013

PATRIMONIALE: BERSANI SI RIMANGIA TUTTO, ORMAI LA SINDROME DA OCCHETTO STA DIVENTANDO REALTA’



“No alla patrimoniale”, questo il dietrofront di Bersani, tanto per essere in linea con la tanto sbandierata credibilità. Questa ennesima inversione del segretario candidato a Palazzo Chigi toglie ogni velo di spocchiosa superiorità dell’ex Pci-Pds-Ds-Pd. Sta rincorrendo in tutto e per tutto il Cavaliere. E la stessa cosa sta facendo Monti. La patrimoniale è uno dei cavalli di battaglia del programma del Pd e di Sel, eppure si riesce a fare marcia indietro. Se lo fa il Berlusca lo seppelliscono di risate, se lo fa Bersani è un passo lungimirante di una persona perbene. La solita ipocrisia che serpeggia da una certa parte politica. La superiorità morale non è di casa nemmeno nel Pd. Basti pensare al primo scivolone pubblico di Bersani. Tra le tante cose dette dinanzi ad una platea di giovani al primo impatto con il voto c’è stata la rivendicazione dell’onestà. Per il segretario del Pd l’onestà deve essere uno dei cardini di ogni uomo e soprattutto di ogni politico. Quale riferimento dobbiamo prendere? Forse quello di Penati che secondo l’accusa dei pm avrebbe intascato fior di tangenti? E dov’è confluito il fiume di denaro illecitamente percepito? Nelle sole tasche dell’ex braccio destro di Bersani o forse in quelle del partito? Anche nella commedia tangentizia degli anni ’90 il partito si salvò grazie al signor G che si prese tutte le colpe. Adesso sarà il signor P a fare da parafulmine, all’insaputa di Napolitano, Bersani e D’Alema. “Non credo ci voglia una patrimoniale: abbiamo già una patrimoniale sugli immobili e si chiama Imu”, questo dice il candidato centrosinistro che non racconta favole. In pratica dice le stesse cose che dice Berlusconi. Solo che lui è visto come un santo, mentre il Berlusca è percepito come il diavolo. Si vede che l’esperienza francese sta facendo venir meno le certezze piddine. Si era partiti col far piangere i ricchi e si finisce col far piangere tutti. Anzi sono soprattutto le fasce medio-basse a soffrire di più: soffocati da tasse e dalla mancanza di prospettive per i propri figli. E la cosa paradossale è che Bersani, Vendola e Monti si apprestano a governare assieme. D’altronde questo è il progetto di D’Alema, da sempre espresso con convinzione. Che l’accordo sotto il banco sia cosa fatta questo è chiaramente deducibile dalle continue effusioni tra Bersani e Monti e i silenzi di Vendola. Da diversi giorni infatti non partono più dardi offensivi dalle rispettive corti. La stessa correzione del segretario sulla polvere sotto il tappeto non fa altro che confermare questa tendenza. Il Pd infatti non andrà più a vedere la polvere sotto il tappeto. “Non intendevo dire che i conti sono truccati ma bisogna vedere se le spese obbligate sono coperte e se le previsioni di crescita ottimiste del governo sono vere”. E’ proprio vero: quando c’è la credibilità c’è tutto. Se dovessimo fare una lista di bugiardi un posto lo riserveremmo anche a Bersani e Monti.


sabato 19 gennaio 2013

FINALCIAL TIMES: “FINALMENTE LA POLITICA ITALIANA HA SGONFIATO LA BOLLA MONTI”. TROPPI LEGAMI CON LA MERKEL, POCHI CON LA REALTA’.


LA COMMEDIA E’ FINITA.
Gli restano i menestrelli che, girano di castello in castello narrando le sue gesta. In poche settimane Monti ha perso quasi tutto, persino gli sponsor della prima ora, quelli che – all’inizio del suo mandato – elogiavano qualsiasi cosa facesse, dal modo di vestire alla cena col cotechino e lui si prestava al gioco inventandosi uomo della provvidenza. Dopo un anno di stangate e inserzioni pubblicitarie in formato Palazzo Chigi (“Salva-Italia”, “Cresci-Italia” e magari anche il Cynar come digestivo), i dati stanno condannando – con sentenza definitiva – l’operato del governo tecnico e la campagna elettorale del Professore è diventata una corsa a ostacoli. A dargli l’ultimo schiaffo è il Financial Times, che un tempo lo elogiava: le ambizioni del premier bocconiano sono ridimensionate perché «la più lunga recessione dell’Italia del dopoguerra si fa sentire e Mr. Monti si sta in larga parte prendendo la colpa». Secondo il quotidiano britannico, infatti, i dati economici vanno contro la tesi del Professore secondo cui l’Italia starebbe superando la crisi: «La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 37,1%, sette punti in più da quando Monti è diventato premier un anno fa e nonostante le riforme nel mercato del lavoro. La spesa per consumi ha registrato il calo più forte dal dopoguerra, mentre la produzione industriale è al di sotto del 25% rispetto ai massimi prima del 2008». Secondo FT, questi fattori potrebbero pesare sui risultati elettorali della lista Monti e ridurre il potere di trattativa del tecnopremier nel caso di un accordo di governo con il Pd. In verità, alcuni “segnali” erano stati mandati, già da qualche mese, dal Financial Times. Già il 9 dicembre scorso il quotidiano inglese, di fronte alle dimissioni del governo, titolava: «Finalmente la politica italiana ha sgonfiato la bolla Monti». Una frase per certi versi liberatoria del cui valore solo la sinistra e i centristi di casa nostra non si sono resi conto. Crollava anche l’ultima ridotta, dopo che a giugno, sempre sulle pagine di FT, erano emerse le prime perplessità: «I mercati si renderanno presto conto – faceva notare uno dei commentatori del giornale – che l’Italia non ha fatto molto». E bocciava il premier tecnico, a capo di «un governo litigioso» e tutto «focalizzato sulla scena internazionale». Troppi legami con la Merkel, pochi con la realtà. La commedia è finita.

venerdì 18 gennaio 2013

CURA GOVERNO MONTI A FAENZA…….




PARCHEGGIO OSPEDALE FAENZA: UN A STORIA INFINITA……..



PARCHEGGIO OSPEDALE FAENZA: IL SINDACO MALPEZZI AVEVA DETTO COSE MOLTO DIVERSE NEL MARZO DEL 2012. UNA BATTAGLIA (FI, PDL, GALASSINI) DA OLTRE DIECI ANNI MA……..


PARCHEGGIO OSPEDALE FAENZA: IL SINDACO MALPEZZI RISPONDE ALLA LETTERA APERTA DI VINCENZO GALASSINI

Gent.mo Sig. Galassini,  ho letto con attenzione la sua lettera, pubblicata su diverse testate giornalistiche, in cui sollecita l'Amministrazione Comunale a muoversi per risolvere il problema del parcheggio a servizio degli utenti dell'Ospedale degli Infermi di Faenza. Condivido con lei questa esigenza, essendo la sua soluzione ricompresa fra gli interventi programmati nelle linee di mandato di questa Amministrazione.  Lei ricorda una sua vecchia proposta di utilizzare un'area adiacente il Seminario per realizzarvi un parcheggio, ma ritiene che la Curia non sia mai stata interpellata.  Bene, le cose non stanno affatto così.  La nuova Amministrazione Comunale ha fin da subito individuato l'ampio spazio verde compreso fra il Seminario e il parco Stacchini, quale area in cui potervi realizzare oltre 200 posti auto. Con una prima lettera del 3 agosto 2010, il Comune, per quell'area, ha offerto all'Ente Seminario un canone annuo di 31mila euro per la durata di 15 anni (direi che non è poco per una superficie di 6.100 mq. tenuta a prato, in quanto non edificabile). Ne è seguita una lunga trattativa, conclusasi con un nulla di fatto, in quanto la proprietà non ha inteso privarsi della disponibilità di quell'area. In cambio, a conclusione del complesso negoziato per il rinnovo della locazione dell'immobile della scuola media Europa, il Seminario si è impegnato in data 22/9/2011 a realizzare un parcheggio sull'area esterna del complesso, nell'angolo che guarda il Fontanone, per circa 65 nuovi posti auto. E'  attualmente in corso il relativo iter realizzativo. Quanto invece alla proposta di sopraelevare l'attuale parcheggio dell'Ospedale, raddoppiandolo, ho personalmente interpellato i tecnici dell'AUSL, essendo tale area di proprietà di detto Ente. Tenuto conto che fra pochi mesi dovrà partire il cantiere per la realizzazione del nuovo Pronto Soccorso, con ampliamento della palazzina del Centro Trasfusionale prospiciente tale parcheggio, i tecnici hanno escluso l'opportunità di gestire in contemporanea due cantieri sulla stessa area, per le evidenti interferenze fra loro. Quindi il progetto di sopraelevazione è rinviato a dopo la conclusione del cantiere per il nuovo Pronto soccorso. Distinti saluti. Giovanni Malpezzi  Sindaco di Faenza
Controlla: http://pdlfaenza.blogspot.it/2012/03/parcheggio-ospedale-faenza-il-sindaco.html

giovedì 17 gennaio 2013

MALI, MONTI STA CON LA FRANCIA: “SUPPORTO TECNICO E LOGISTICO”. SIAMO IN GUERRA.



ALTRO CHE “GESTIONE DEGLI AFFARI ORDINARI”
Il presidente del Consiglio dimissionario e i ministri rimarranno in carica per la gestione degli affari ordinari. Così recita, più o meno, la Costituzione a proposito del ruolo degli esecutivi in fin di legislatura. A quel dettato dovrebbero attenersi pure Monti e i suoi "tecnici" a meno di due mesi dalle elezioni politiche. Ora, vien da chiedersi: rientra nella gestione degli "affari ordinari" anche dichiarare la guerra a un paese straniero? Perché, se qualcuno non se ne fosse accorto, è quel che ha fatto il governo Monti in queste ultime ore, offrendo supporto tecnico e logistico all'intervento militare francese in Mali. Una guerra vera e propria, in cui 2.500 soldati francesi stano fronteggiando le milizie jihadiste attestate nella parte nord-oerientale del paese sub-sahariano. A proposito: i jihadisti hanno già attaccato per rappresaglia una installazione petrolifera occidentale al confine tra Mali e Algeria, uccidendo due persone e prendendone in otaggio 41. E hanno "promesso" attentati a Parigi. Ora, agli alleati militari di Hollande (come l'Italia) che trattamento spetterà?

mercoledì 16 gennaio 2013

E IO PAGO: TRUFFA INPS RESIDENTE DI CASOLA VALSENIO SOTRRAE 377MILA EURO IN QUATTRO ANNI



Intascava le pensioni di persone decedute, senza averne nessun titolo. Questa è l'accusa che dopo di versi mesi di indagini ha permesso gli inquirenti di iscrivere nel registro degli indagati un 57enne incensurato residente a Casola Valsenio, Andrea Ventura, già ex consigliere comunale di Alleanza nazionale a Imola assieme ad altre persone. Dal 2008 ad oggi sono stati sottratti all'Inps, attraverso una falla informatica scoperta e sfruttata dal dipendente infedele, quasi 400mila euro. La truffa a danno dell'Inps è stata scoperta e sventata dalla squadra mobile di Bologna e della Guardia di finanza di Imola.


martedì 15 gennaio 2013

BERLUSCONI: MONTI MI VUOLE TASSARE ANCHE IL PIFFERO?



L’EX PREMIER RISPONDE AL PROF E RICORDA: “HA AUMENTATO LA PRESSIONE FISCALE DI TRE PUNTI”. SIAMO A 4 PUNTI DAL PD,IN UN MESE L’AGGANCIO
Silvio Berlusconi interviene a SkyTg24 e risponde subito alle accuse, anzi agli insulti di Mario Monti che gli aveva dato del "pifferaio". Il Cav non si tira indietro e afferma: "Monti mi vuole tassare anche il piffero?". Una battuta per sottolineare l'unica cosa che sa fare il Prof: tassare, tassare e tassare. Berlusconi è chiaro: "In nove anni di governo non ho mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Monti ha alzato le tasse di 3 punti percentuali. Monti ha fatto illudere noi, ci sono caduto pure io, lui è senatore a vita grazie a me". E aggiunge: "Monti non aveva requisiti per fare il Senatore a vita. E ora ha una credibilità pari a zero". Po il Cav parla anche dei sondaggi e della crescita degli ultimi giorni del centrodestra. Berlusconi ora vede davanti più chiaramente la sagoma del Pd e di Bersani: "Il Popolo della libertà è al 23,1 %. Il centrosinistra è avanti di soli 4 punti percentuali. Nei sondaggi Euromedia, siamo sotto da Bersani di solo 4 punti. Prima delle elezioni recupereremo questi 4 punti. Come nel 2006 tornerò su di 9 punti in soli trenta giorni". Il Cav chiarisce anche il suo futuro e quello della coalizione: "Il candidato premier è Angelino Alfano e io sarò ministro dell'Economia e dello Sviluppo". Poi sull'Imu precisa: "I tecnici non hanno messo solo l'Imu sulla casa ma hanno fatto rivalutazione catastale che non ha pari in Europa". Attenti a Fini e Casini - Berlusconi inoltre chiede ai suoi elettori di partecipare al voto per evitare spiacevoli sorprese: "Attenti perche' anche se voi non vi interessate di politica, sara' la politica che si interessera' di voi. Nel programma della sinistra c'è una patrimoniale che graverà sulle famiglie benestanti". E mette in guardia da Casini e Fini: "Gente come Fini e Casini vive da trent'anni sulle spalle degli italiani, facendo solo chiacchere. Fini raggiungerà la vetta dell'1 per cento".  No al finanziamento pubblico  - Infine il Cav parla anche delle liste: "Avremo candidati che si impegnano a non adare oltre i due mandati, e al primo consiglio dei ministri presenterò un disegno di legge per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e per il dimezzamento dei parlamentari. Se queste cose non sono state fatte è colpa della sinistra che con un referendum ha impedito che questa riforma diventasse realtà"

lunedì 14 gennaio 2013

QUEL CRAC DELLA COOP ROSSA CHE FA TREMARE RAVENNA



Il Giornale. Sei indagati eccellenti per bancarotta nell'inchiesta di pm di Ferrara sul crac della Cmr di Filo d'Argenta, erede delle attività della Coop Costruttori di Giovanni Donigaglia: i ravennati Bruno Caravita (ex direttore Cmr), Paolo Conforti (amministratore della Costa Verde), Attilio Gardelli (Generale Investimenti) e Gianni Fabbri, ex presidente del Ravenna Calcio (lasciò la squadra in piena Calciopoli). Gli altri sono due dirigenti della coop fallita nel 2011 con un buco da 150 milioni di euro. Il Giornale rivelò il dissesto nel febbraio 2011 dopo la denuncia presentata dal consigliere Pdl Maurizio Bucci ma ai pm di Ravenna. Perché ora se ne occupa Ferrara?

venerdì 11 gennaio 2013

ATTENZIONE AI VENDITORI PORTA A PORTA DI RILEVATORI DI GAS



Luca Gennari - Portavoce del Gruppo consiliare PDL del Comune di Ravenna "Intervengo a fronte di numerose segnalazioni raccolte fra i cittadini di Savarna, Sant’Alberto, Mandriole e San Romualdo. Nei giorni passati sono state affisse, in diverse palazzine delle predette località, guarda caso quasi tutte case popolari abitate da anziani, locandine in cui una società avvisava del passaggio in loco di rivenditori di sistemi di rilevazione di gas metano, GPL e ossido di carbonio. Ebbene i rivenditori sono passati proprio ieri e hanno piazzato diverse decine di rilevatori alla ragguardevole cifra di 249 euro ciascuno compreso di installazione con emissione di regolare fattura. Gli anziani colpiti purtroppo hanno pagato credendolo un obbligo di legge. Mi sono recato di persona in un paio di abitazioni appurando che l'apparecchio installato constava di un semplice rilevatore di gas che si trova facilmente in commercio a circa 20 euro e che l'installazione era data da un semplice chiodo da muro. Premesso che questi episodi verranno comunicati alle competenti autorità anche al fine di appurare l'eventuale configurazione di reati perseguibili penalmente, si ritiene doveroso informare che è possibile recedere entro 10 giorni lavorativi dall'acquisto, spedendo la merce alla ditta venditrice via raccomandata A/R indicando il codice IBAN per il rimborso".

giovedì 10 gennaio 2013

LA UE BOCCIA MONTI SULL’IMU



Ma non era l’uomo della credibilità europea Monti monta in politica ed inciampa malamente fra bugie, vuoti di memoria, contraddizioni e flop. L'Imu deve essere modificata in senso più progressivo per essere più equa e avere un effetto redistributivo. Lo scrive l'Unione europea nel Rapporto 2012 su Occupazione e sviluppi sociali. Dall'analisi emerge inoltre come la vecchia Ici non avesse impatto sulle disuguaglianze e aumentasse leggermente la povertà. L'Imu, ricorda il rapporto Ue, è stata introdotta nel 2012 "a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni" e "basata sull'effetto distorsivo relativamente basso delle tasse sulla proprietà e il basso tasso di evasione". "Ricordiamo, inoltre, allo smemorato o distratto Monti, come ha puntualmente sottolineato Renato Brunetta che se oggi l`Italia si pone come il paese più avanzato in Europa dal punto di vista del controllo dei bilanci, questo è perché già con il governo Berlusconi l`Italia aveva approvato il Six Pack e la riforma dell`art. 81 della Costituzione. E questo ha reso possibile, durante il governo tecnico, l`approvazione da parte del Parlamento della relativa riforma costituzionale e del Fiscal Compact. Forse al candidato Monti è sfuggito, ma nelle ultime settimane del 2012 è stata approvata dal Parlamento anche la Legge rafforzata che qualifica i vincoli derivanti dall`inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione". "Di che cosa stiamo parlando? Professor Monti, presidente Monti, senatore Monti, candidato Monti, siamo seri. Per amor di patria" Rodolfo Ridolfi


martedì 8 gennaio 2013

UN ALTRO SENATORE A VITA DA 25.000 EURO AL MESE: POSSIAMO FARNE A MENO.


Che beffa per Barbablù Scalfari: il posto di senatore a vita glielo fregherà Pannella Il radicale verso una nomina condivisa dopo la morte di Rita Levi Montalcini. Niente da fare (ancora una volta) per il fondatore di Repubblica. Con la recente scomparsa di Rita Levi Montalcini si è riaperta la questione dei senatori a vita. Infatti, ad avere questa carica sono rimasti Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti. Proprio ieri è giunta al presidente Napolitano una lettera firmata da Fausto Bertinotti nella quale si chiede di nominare come nuovo senatore a vita Marco Pannella. Infine, nel caso Napolitano ascoltasse Bertinotti, potrebbe offendere qualche altro personaggio di spicco che spera di raggiungere quella carica. Non è un mistero lo storico rapporto di consuetudine tra Napolitano ed Eugenio Scalfari. Il «Fondatore» aveva difeso dalle colonne di Repubblica il presidente sulla questione della trattativa Stato-Mafia e ha frequentemente condiviso la sua linea, realizzando anche una recente e clamorosa intervista con lui. Tanto che i maligni attribuiscono al giornalista ambizioni da senatore a vita. Qualora Napolitano scegliesse davvero Pannella, per Scalfari potrebbe essere una delusione non da poco.


lunedì 7 gennaio 2013

BERLUSCONI MAI MESSO LE MANI IN TASCA AI CITTADINI


Abrogheremo l’Imu, meno imposte su famiglie e imprese. Partitini non guardano all’interesse generale ma agiscono guardando alle ambizioni dei loro piccolissimi leader.



sabato 5 gennaio 2013

IL NUOVO CHE AVANZA: MEGLIO VOTARE PD CHE MONTI & SOCI COME SOSTIENE BERLUSCONI.



Udc e Fli si tengono stretto il loro simbolo (e le loro liste) a Montecitorio. E il loro peso elettorale è pari a quello di Monti, che ha già le mani legate (alla vecchia politica)

venerdì 4 gennaio 2013

COSA DICEVA L’UNTO DAL BILDERBERG? NON TRASFORMERO’ MAI L’ESPERIENZA TECNICA IN POLITICA


Un anno di dichiarazioni ai giornali in cui assicurava che mai avrebbe continuato la sua esperienza politica. E invece…Ha ribadito per mesi che mai avrebbe assunto questo impegno, che l’ipotesi Monti bis era solo un’invenzione giornalistica e che la sua esperienza governativa era solo un affare tecnico. Eccole, riportate da Libero, in tutto il loro splendore le dichiarazioni montiane. Un compendio di scemenze. ilfazioso

giovedì 3 gennaio 2013

IL PIU’ GRANDE CONFLITTO D’INTERESSE DELLA STORIA di Rodolfo Ridolfi



Suggerisco a chi vuol conoscere il vero programma economico di Bersani di rileggere il mio libro Le cooperative rosse. Il più grande conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra. In quel libro, analizzo l’intreccio di interessi esistenti fra la sinistra, le cooperative rosse, le istituzioni governative (il riferimento temporale è al governo Prodi ma si riprodurrebbe con Bersani) e le amministrazioni locali; intreccio che costituisce un palese conflitto di interessi, incompatibile con una sana e libera economia di mercato. Le cooperative rosse, sono divenute delle vere e proprie aziende capitalistiche che finanziano e procurano voti alla sinistra, in cambio di una legislazione privilegiata in campo fiscale e di un’assegnazione preferenziale degli appalti pubblici: una sorta di “economia di scambio” a danno delle aziende non cooperative. Una sorta di “porta girevole” che consente un interscambio di classe dirigente fra il Pd, le cooperative rosse, la Cgil, le amministrazioni locali e viceversa.  Spesso le amministrazioni comunali, provinciali, regionali erogano finanziamenti pubblici a sostegno della cooperazione; finanziamenti che non avrebbero, alcuna giustificazione in una normale economia. I media ignorano il colossale conflitto che esiste fra le cooperative rosse e il Pd di Bersani. Si è così così creata un’area economica privilegiata, all’ombra della sinistra, al cui centro si pone il partito-azienda, ossia il Pd, in origine Pci. Il legame tra le cooperative rosse e la sinistra ha dato vita ad un impero politico-finanziario-aziendale non indifferente. L’esempio più eclatante del conflitto di interessi fra governo di sinistra e cooperative rosse si è reso manifesto in occasione del Decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che ha rappresentato l’ennesima dimostrazione di come la sinistra avvantaggi la grande distribuzione, in quanto, in gran parte, legata alle cooperative rosse, a discapito della rete distributiva minore e dei piccoli e medi commercianti. False liberalizzazioni sono state quelle di Bersani, in quanto la scelta di consentire la vendita di farmaci, di giornali nei supermercati e