Giorgio
Melandri ·Questa notte ci ha
lasciato Nerio Raccagni, un pezzo di storia della Romagna, per me anche un
protagonista della mia scoperta del vino. Alla Grotta di Brisighella sono
arrivati da tutta Italia, tutti a meravigliarsi di quel modello di ristorazione
così nuovo e coraggioso, pieno di vita e personalità. A lui Brisighella deve
molto, l'idea che anche in un paese arrampicato in Appennino si possa pensare
in grande. Ha accompagnato l'olio fino a vette qualitative impensabili, il
carciofo Moretto, i vini di Castelluccio. Un uomo tutto spigoli e sogni, per me
il complice di tante sere speciali. Addio caro Nerio, ci mancherai.
IL SUO MONITO AI GIOVANI: “SIATE SEMPRE CURIOSI”
Francesco
Donati
- Con Nerio Raccagni scompare un pezzo di storia del vino e della ristorazione.
Animato da una vena critica e provocatoria, ma lungimirante, le sue
dichiarazioni erano perle di saggezza con cui formare le nuove generazioni, «I
ristoranti sono aumentati di qualità ma manca qualcosa -disse qualche tempo-
manca la voglia| di scoprire, di cercare, per creare ricette, abbinamenti,
proposte con ciò che si ha in casa, ma anche usando spunti, idee e materia
prima individuata in giro. La gastronomia a km 0 va un po' troppo di moda, si
rischia di essere limitati. Bisogna viaggiare, noi da giovani lo facevamo,
c'era la curiosità. Io sfido oggi a trovare un ristoratore curioso che si
dedichi alla ricerca. Bisogna conoscere chi produce, sapere come si coltiva,
dove, perchè. Così racconti la storia di un piatto, come nasce, cosa c'è dietro
per esperienza diretta. Cosi crei contatto e fiducia con i consumatori. Così
non cadi nella superficialità».
LA FIGURA: LA PASSIONE PER IL VINO ACCANTO AI
PRODOTTI DEL TERRITORIO
Beppe
Sangiorgi
- LA FIGURA di Nerio Raccagni è legata alla stagione d'oro della ristorazione
brisighellese. Agli ultimi decenni del '900 quando, lui con la Grotta e il
fratello Tarcisio con il Gigiolé proponevano una cucina che si rifaceva alla
tradizione locale ingentilita su tavole come quella del cardinale Michele Lega
presso il quale la mamma Maddalena aveva lavorato da giovane trasmettendo poi
il suo sapere ai figli. I quali, Tarcisio in cucina e Nerio in sala, l'hanno
fatto proprio insieme alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza
brisighellesi con cui hanno contribuito a portare il nome di Brisighella oltre
i confini locali e fare conoscere i prodotti della valle del Lamone. Come gli
oli extravergini di oliva Brisighella, Nobil Drupa e Orfanello, il formaggio
conciato e il prosciutto di castrato. Conoscenza dei migliori prodotti, sapere
gastronomico e una spiccata cordialità facendo di Nerio Raccagni il tipico
patron di un locale che si identificava con colui che li governava, che
accoglieva gli ospiti, che sapeva raccontare un piatto e i suoi ingredienti,
sorprendendo con innovazioni che non tradivano il territorio e la sua storia. E
lo stesso si può dire quando lasciata la Grotta, aveva aperto il relais Torre
Pratesi. E da esperto sommelier nell’una e nell'altra situazione sapeva sempre
consigliare il vino giusto con una preferenza per la produzione romagnola Come
confessava qualche anno fa: “Oggi mi piacerebbe fare ancora il ristoratore per
predisporre una bella e scelta carta di vini romagnoli che si fanno apprezzare
per la buona qualità e una notevole differenziazione”. I vino come gli altri
prodotti agroalimentari non erano per Nerio solo una fonte di piacere ma anche
uno strumento di valorizzazione del territorio e di incentivazione del turismo a testimoniare il forte legame
con la sua terra che lo ha accompagnato lungo la sua vita.
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