“Sulla base delle ultime previsioni pubblicate da Ocse, Fondo
Monetario Internazionale, Commissione europea, Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e
Standard & Poor’s sull’andamento del Pil e dell’inflazione in Italia, nel
2016 avremo una crescita nominale (data da crescita reale piu’ inflazione) nel
nostro paese pari, se va bene, all’1,3% (1%-1,1% di crescita reale piu’ 0,2% di
inflazione). Esattamente la meta’ del 2,6% (1,6% di crescita reale piu’ 1% di
inflazione) previsto dal governo nei suoi ultimi documenti di finanza pubblica
(Nota di aggiornamento al Def)”. Lo dice Renato
Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. Ma, continua, “noi temiamo
possa andare ancora peggio, perche’ le stime ad oggi disponibili non
scontano ancora gli effetti dell’aggravata deflazione, degli ultimi attacchi
terroristici e dell’incertezza delle aspettative di consumatori e imprese che
ne deriva. I numeri, quindi, possono soltanto peggiorare. A questo punto, come
fanno a tenere i conti Renzi e Padoan? Irresponsabili. Da quando sono al
governo hanno sbagliato tutta la politica economica e imbrogliato i cittadini e
l’Europa con il gioco delle tre carte”.”Da qui a ottobre sara’ un crescendo
tragico per Renzi. Fino a quando, in un mese solo, si concentreranno, da un
lato, il referendum sulla riforma costituzionale e, dall’altro, la recessione
economica – che fara’ manifestare in tutto il suo fulgore il flop del Jobs act,
con relativo aumento della disoccupazione e crollo dei consumi – e la manovra
da fare necessariamente nella Legge di stabilita’ per correggere i conti: 21,8
miliardi per riportare il deficit dal 2,4% del 2016 all’1,1% del 2017 pattuito
con l’Europa; 17 miliardi per evitare le clausole di salvaguardia gia’ previste
per il 2017; e altri 5-8 miliardi per colmare i buchi delle mancate
privatizzazioni e della mancata Spending review. Totale: 40-50 miliardi. Caro Renzi- conclude Brunetta- e’ noto: i
governi cadono in autunno”.
giovedì 31 marzo 2016
mercoledì 30 marzo 2016
DIECI CLASS ACTION CONTRO RENZI
Dai mutui all'immigrazione irregolare: l'offensiva del forzista Brunetta
Contro l’odiato canone in bolletta della Rai («imposta espropriativa») e l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari passando per la denuncia delle «maglie troppo larghe sull’immigrazione irregolare». Sono solo alcune delle dieci class action – azioni legali collettive - contro il governo Renzi con le quali si sta organizzando una forma inedita di opposizione che intende togliere l’esclusiva al rivendicazionismo del MoVimento 5 Stelle: il «situazionismo moderato». È questa infatti «l’armatura nuova» con cui Renato Brunetta intende lavorare ai fianchi il governo Renzi sul modello Erin Brockovich, l’avvocato statunitense reso celebre dall’interpretazione del premio Oscar Julia Roberts che sfidò e vinse la battaglia dei cittadini contro una multinazionale che aveva inquinato le falde acquifere.
In Italia l’obiettivo del capogruppo alla Camera di Forza Italia non è un colosso del capitalismo ma fornire uno strumento agile di democrazia diretta («un’intuizione del professor Luca Antonini, avvocato di valore, ordinario costituzionalista all’università di Padova», ci tiene a precisare) per «spezzare l’incantesimo maligno di tre presidenti del Consiglio non eletti e di un Parlamento illegittimo, ma che non suscita scandalo». L’iniziativa di Brunetta, già annunciata nelle scorse settimane, è on-line sulla piattaforma Change.org dove è possibile firmare una a una le dieci petizioni che riguardano, rispettivamente, il canone Rai in bolletta elettrica; la tassa sull’ascensore; la mancata tutela delle concessioni balneari italiane; il mancato rinnovo incentivi per energia pulita; l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari; i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche; l’abolizione delle limitazioni della responsabilità degli amministratori delle banche; le maglie troppo larghe con l'immigrazione irregolare; le maxi bollette e le multe con l’autovelox.
Tutte tematiche - questo è il nodo sociale della proposta - che riguardano settori dove la burocrazia, le «caste» e l’autoreferenzialità di poteri che rispondono solo a loro stessi drenano energie e risorse alla società: tra le più politiche delle azioni proposte – dopo il caso di Banca Etruria - vi è quella che vuole eliminare ad esempio «i limiti alla possibilità degli azionisti e obbligazionisti danneggiati di rivalersi sui patrimoni delle banche». Un insieme di punzecchiature, queste proposte dalla piattaforma, che secondo l’ex ministro può «atterrare il pachiderma», ossia l’esecutivo dell’ex rottamatore, «come capita in natura per l’assalto concentrico di sciami d’api».
Quella inaugurata da Brunetta insomma – da sempre laborioso anche in termini di novità – vorrebbe affermarsi come «una strategia nuova per la politica» che individua, come obiettivo finale, ciò che lo stesso premier Renzi ha posto come estremo spartiacque: il referendum di ottobre sulle riforme istituzionali. Questo lavoro ai fianchi è pensato proprio sulla falsariga di ciò che la piazza del Family Day, che ha già posto la sfida al referendum come atto di affermazione popolare contro Renzi, sta mettendo in circolo contro la «democrazia negata». Ma c’è più. Per Brunetta dall’elaborazione di queste class action può anche emergere un risultato endogeno: una vera e propria classe dirigente per il centrodestra, sempre «se Forza Italia intende indossare questa armatura». Come? «Intorno a ciascuna di queste battaglie emergerebbe un leader vero – ha scritto - non nominato, capace di coagulare e di dare voce a settori precisi e con interessi chiari e determinati». Dieci «situazionisti» che potrebbero essere rivelarsi utili al Cav alla perenne ricerca di volti nuovi per il suo pallino di sempre: un partito senza politici. Antonio Rapisarda
martedì 29 marzo 2016
venerdì 25 marzo 2016
FOGNANO: ARRIVATE LE PRIME DONNE STRANIERE… NESSUNA INFORMAZIONE AI CITTADINI DA PARTE DEL SINDACO MISSIROLI…..
A Fognano le prime dieci donne e un bambino piccolo sono
ospite da una settimana circa , tutte di colore, nessuna parla italiano ma
francese sono state sistemate
nell'immobile in zona Valletta, di proprietà di una onlus di Faenza. Oltre ai pasti e alle utenze, viene fornito
loro, unorso di apprendimento della lingua italiana e accompagnate al
supermercato per acquisti di generi alimentari, fatturati.
In base alla “partecipazione e trasparenza”, sarebbe
opportuno che il Comune di Brisighella, anche solo con un comunicato,
informasse la cittadinanza dei programmi attuali e futuri, del tipo di
immigrato, clandestini, paese in guerra o altro e in funzione della cessione di
un locale in “comodato gratuito”
alla Charitas nell’ locale dell’ex asilo nido e comunità Montana trasferita a
Faenza.
La trasparenza, era
una “parole d’ordine” della sinistra, purtroppo manca……
giovedì 24 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
LE CASE POPOLARI: CAMBIARE PER MIGLIORARE IL COMUNE DI S.AGATA HA CONTINUATO A GESTIRE DA SOLO LE CASE POPOLARI…..
Affronto un
tema che pare burocratico e noioso, ma non lo è, per cui invito tutti i miei
lettori ad essere pazienti e ad arrivare fino in fondo. Le case popolari (ERP) nella
Provincia di Ravenna sono 4.730=, di cui 839=
(18%) sono di proprietà del Comune di Faenza, che diventano 1.168= (25%) se ragioniamo come Unione
dei Comuni della Romagna Faentina, come ormai è necessario fare. I canoni ERP
da riscuotere (dato previsionale 2016) sono pari in totale ad € 6.243.0000= di
cui € 1.050.000= per gli alloggi del
Comune di Faenza (17%), che diventano €
1.462.000= per l’intera Unione (23,4%). Attualmente le case ERP assegnate a
cittadini italiani rappresentano mediamente l’85/87% del totale, anche per il Comune di Faenza o per l’Unione. Le
norme in materia sono emanate dallo Stato (poche) e dalla Regione (molte), che
è la vera titolare della politica ERP, integrate da alcuni regolamenti
comunali.
La gestione
delle case popolari è effettuata in parte dal Comune di Faenza (strategie,
criteri di accesso, richiesta di fondi pubblici per manutenzioni, programma di
manutenzione straordinaria, ecc.) e dall’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna)
della Provincia di Ravenna, sulla base di una concessione pluriennale
(2014/2002), effettuata senza una gara.
L’ACER è uno
strano ente pubblico economico che opera con criteri privatistici e svolge
prevalentemente attività d’ufficio
(redazione dei contratti, bollettazione, controllo requisiti assegnatari, ecc.)
e assegna ad una ditta esterna tutti i
lavori di manutenzione. E’ gestita da un Consiglio di Amministrazione,
ovviamente di nomina partitica del solo PD e alleati lautamente retribuiti, ed
ha 38 dipendenti, di cui 30
amministrativi e solo 8 tecnici veri e
propri. E' un ente che negli ultimi anni ha cercato di migliorare la sua
performance, dopo periodi opachi, con società partecipate che hanno lasciato buchi di bilancio risanati a spese dei
Comuni. L’ACER incassa i canoni degli alloggi ERP, paga le sue spese
burocratiche (spese generali circa €
441.000=, personale circa € 1.800.000=, imposte dirette per circa € 90.000=)
e quello che avanza lo destina in primo
luogo alla manutenzione ordinaria
(affidata a ditte esterne) e in secondo
luogo ai lavori di manutenzione straordinaria indicati dal Comune
proprietario degli alloggi. L’ACER non
apporta alcun tipo di risorsa finanziaria
venerdì 18 marzo 2016
Comuni montani, il Pd: “Sciogliere l’unione nell’Anci”. I sindaci toscani in rivolta: “Decidiamo noi, non loro”
Il
deputato Parrini, segretario regionale dei democratici: "L'accorpamento
doveva essere già fatto". Il presidente toscano dell'Uncem:
"Associazione da mantenere in vita per tutelare la specificità dei
territori montani". Il primo cittadino ribelle Perdrini, ex parlamentare
dell'Ulivo: "Impostazione fascista, roba da Ventennio"
I Comuni
montani in rivolta contro il Pd. Succede in Toscana,
ma potrebbe essere un episodio che fa da apripista a uno scontro che può
allargarsi al resto d’Italia. L’ipotesi su cui ragiona ilPartito
democratico infatti è l’inserimento della Uncem, l’Unione
nazionale Comuni, comunità e enti montani, dentro all’Anci,
l’associazione dei Comuni. Obiettivo: razionalizzare costi e rendere meno
frammentata la rappresentanza istituzionale. Il primo a dirlo è stato il
deputato renziano e segretario regionale toscano democratico Dario
Parrini: “Non è possibile che ci siano ancora Legautonomie e Uncem come
centri autonomi di costo e di decisione – ha detto a Repubblica –
L’accorpamento con Anci non può restare un impegno continuamente preso e mai
realizzato: doveva essere già fatto”. Parole in linea con la direzione
indicata da tempo dagli stessi vertici nazionali di Anci e Uncem: nelle varie
Regioni la rappresentanza istituzionale dei Comuni montani passerebbe
totalmente ad Anci mentre l’Uncem diventerebbe una sorta di centro studi a
sostegno e tutela delle aree montane.
Ma l’Unione dei Comuni
montani solo inToscana rappresenta180 realtà montaneestese
sul 60 per centodel territorio regionale per un totale di 550mila
abitanti. E tra questi ci sono quelli che invitano a frenare, per usare un
eufemismo, e quelli che sono andati su tutte le furie, come il sindaco “ribelle” di Zeri, in Lunigiana, Egidio
Pedrini, già noto per la sua battaglia per mantenere l’acquedotto che la
Regione vorrebbe far confluire nell’autorità d’ambito territoriale togliendolo
al Comune. Ex parlamentare dell’Ulivo e ex democristiano di sinistra
se la prende con i renziani: “Che cavolo c’entra Parrini con l’Uncem?”. Il
segretario regionale democratico secondo Pedrini dimostra una “arroganza
politica inaudita, impostazione fascista, roba da Ventennio“. Il Pd
si è dimenticato, aggiunge, “di ciò in cui credeva davvero il Pci:
la difesa della democrazia e della povera gente“.
Più misurato ma
ugualmente deciso Oreste Giurlani, sindaco diPescia (Pistoia)
e presidente dell’Uncem della Toscana oltre che vicepresidente
nazionale. Giurlani ricorda a Parrini che nell’ultimo congresso dell’ente
(2015) è stato ribadita la volontà di mantenere in vita l’associazione “per la
capacità della stessa dirappresentare e tutelare la specificità dei
territori montani”. Ma precisa che “alla fine saranno comunque i sindaci Uncem
a assumere la decisione finale”. Anche perché l’eventualescioglimento dell’associazione senza
il consenso dell’assemblea – è la tesi di Uncem Toscana supportata
anche da una consulenza legale – sarebbe da ritenersi illegittimo.
Parrini per dire il
vero ha poi corretto il tiro: “Decidono i Comuni soci cosa
fare di un’associazione, ci mancherebbe altro – ha precisato all’agenzia Impress –
Li invito però a porsi il problema di cosa l’opinione pubblica pensa di questo
spezzatino di rappresentanza istituzionale: sono certo che ne pensa molto
male”. Secondo Parrini servirebbe perciò “meno corporativismo e più realismo”.
Il gruppo consiliare Pd dovrebbe intanto portare la questione all’attenzione
del prossimo consiglio regionale: per approfondire la questione c’è stato un
primo incontro, secondo quanto appreso dal fatto.it, al quale hanno
partecipato i vertici regionali dell’Uncem, dell’Anci, esponenti del Pd e Ledo
Gori, capo di gabinetto del presidente della Regione Enrico Rossi.
Ma ora la battaglia
rischia di diventare a tutto campo perchél’Uncem finisce in una
polemica che riguarda anche l’esito del referendum sull’acqua, settore
sul quale il governo è pronto a intervenire. E anche qui
c’entra il Pd, perché un deputato, Enrico Borghi, è anche
presidente nazionale dell’Uncem (guida il Comune di Vogogna, in Piemonte)
sarebbe pronto a intervenire emendando la legge sul servizio idrico in
discussione alla Camera. In particolare Borghi ha firmato le proposte di
modifica per cancellare l’articolo 6 che prevede l’affidamento delle risorse
idriche solo a enti di diritto pubblico, ricevendo peraltro il parere
favorevole del governo per bocca del sottosegretario all’Ambiente Silvia
Velo (Pd, un’altra toscana, di Campiglia Marittima). Per questo il
sindaco lunigiano Pedrini chiede anche le sue dimissioni: “E’ incompatibile con
l’Uncem”.
giovedì 17 marzo 2016
Berlusconi affonda la Meloni: "Leghisti ed ex fascisti? Solo liti"
"I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni"
"Non arretro sulla candidatura di Guido Bertolaso a Roma". Silvio Berlusconi, intervistato aLa telefonata di Maurizio Belpietro a Mattino Cinque ha le idee chiare.
"Bertolaso vincerà con una sua lista civica, ne sono certo". Il Cavaliera poi parla della Lega e del peso elettorale che il Carroccio ha a Roma: "I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni". A questo punto, il leader di Forza Italia parla della probabile candidatura di Giorgia Meloni: "Non ha nessuna possibilità
di diventare sindaco di Roma".
Il Cavaliere incontrerà la Meloni per discutere della sua candidatura e afferma: "Non ho speranza di convincerla", perchè "le donne, qualsiasi cosa gli dici, fanno quello che vogliono loro". Liquida poi come "meschina strumentalizzazione! la polemica sulla gravidanza di Giogia Meloni come controindicazione alla corsa al Campidoglio e , da Mattino Cinque, Silvio Berlusconi ribadisce che "la signora Melni sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco mentre quella sul suo futuro ruolo di madre è una stupidaggine del teatrino della politica. Che disastro questa politica".
"Non arretro sulla candidatura di Guido Bertolaso a Roma". Silvio Berlusconi, intervistato aLa telefonata di Maurizio Belpietro a Mattino Cinque ha le idee chiare.
"Bertolaso vincerà con una sua lista civica, ne sono certo". Il Cavaliera poi parla della Lega e del peso elettorale che il Carroccio ha a Roma: "I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni". A questo punto, il leader di Forza Italia parla della probabile candidatura di Giorgia Meloni: "Non ha nessuna possibilità
di diventare sindaco di Roma".
Il Cavaliere incontrerà la Meloni per discutere della sua candidatura e afferma: "Non ho speranza di convincerla", perchè "le donne, qualsiasi cosa gli dici, fanno quello che vogliono loro". Liquida poi come "meschina strumentalizzazione! la polemica sulla gravidanza di Giogia Meloni come controindicazione alla corsa al Campidoglio e , da Mattino Cinque, Silvio Berlusconi ribadisce che "la signora Melni sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco mentre quella sul suo futuro ruolo di madre è una stupidaggine del teatrino della politica. Che disastro questa politica".
domenica 13 marzo 2016
PUTIN: “ITALIA ESCI DALL’EURO E TORNA ALLA LIRA. COSI VINCERAI LA CRISI E TORNERAI GRANDE
Durante una conferenza
stampa tenuta al Cremlino, il presidente
russo Vladimir Putin, non ha risparmiato critiche all’Europa:
“Non ho ancora ben capito che ruolo svolga oggi l’Europa. Sembra un’organizzazione
che manca di una struttura coesa e compatta, non c’è insomma una spina dorsale.
Vedo che l’Inghilterra terrà un referendum per uscirne. Beh, mi sembra il
minimo: quale Stato vorrebbe mai appartenere a un’organizzazione così fragile?”
Poi continua “Furba è stata l’Inghilterra a mantenere la
sterlina, la sovranità monetaria e bancaria è importante. Ma
questo non è accaduto negli altri Paesi membri che, convinti che una moneta
nazionale sarebbe stata troppo debole, si son lasciati abbindolare da un
presunto progetto di forte moneta
unica. Ma guardatevi ora? Stavate meglio prima o adesso? Rispondete
da soli a questa domanda, interrogate le vostre coscienze e capirete” poi
rivolgendosi all’Italia, al centro della scottante situazione immigrazione vista
la sua posizione geografica sullo scacchiere geopolitico, ha detto: “Italia, allora cosa aspetti a uscire
dall’euro e tornare alla lira? Non stavi forse meglio prima. Governanti agite
bene, agite ora”. Parole forti quelle del leader russo che
hanno fatto, in breve tempo il giro del mondo e del Bel Paese, riaprendo il
dibattito sulla sovranità monetaria.
Secondo il giornalista
Andrea Screzi: “L’Europa, così com’è, è un fallimento e andrebbe rivista la sua
posizione per quanto riguarda la politica e l’economia. Putin lancia un
messaggio forte pur dalle mille contraddizioni”.
giovedì 10 marzo 2016
ALLE ELEZIONI COSA SUCCEDE: DOCET BERLUSCONI.
Paolo Savelli Sul PD la domanda che tanti si fanno (ma non lo dicono apertamente) è: ma se fanno pastette alle loro primarie, alle elezioni in cui votiamo tutti che combinano?
#domandissimainsidiosissima. Una battaglia continua del presidente Berlusconi per avere scrutatori e rappresentanti di lista, pensate abbiamo perso du elezinoi politiche le prime per 30mila voti e 130mila alle ultime……….
#domandissimainsidiosissima. Una battaglia continua del presidente Berlusconi per avere scrutatori e rappresentanti di lista, pensate abbiamo perso du elezinoi politiche le prime per 30mila voti e 130mila alle ultime……….
mercoledì 9 marzo 2016
DISCARICA TRE MONTI: L’AMPLIAMENTO SPACCA LA MAGGIORANZA NELL’ASSEMBLEA DELLA ROMAGNA FAENTINA.

sabato 5 marzo 2016
TRE MONTI, I RESIDENTI ESPONGONO STRISCIONI CONTRO LA DISCARICA E QUALCUNO LI TAGLIA
Imola. Non si ferma la protesta contro
l'ampliamento della discarica Tre Monti. Parecchi residenti della zona, in via
Bergullo e via Pediano, hanno esposti parecchi striscioni per tenere alta la
guardia su un tema assai caldo da mesi. Ma hanno ricevuto come risposta una
brutta sorpresa: nonostante fossero stati piantati all'interno delle loro
proprietà private, di notte, qualcuno è andato a tagliarli tutti. Una cosa
molto riprovevole. Tuttavia i residenti non demordono e fanno sapere che, per
ognuno tagliato, nasceranno due striscioni nuovi. Intanto l'iter della
discarica è ancora in Regione che deve esaminare tutte le osservazioni dei
cittadini, ben 141, in un periodo che si prolungherà fin verso il 20 marzo. A
tal punto, se il progetto subisse significativi cambiamenti, il comitato
“Vediamoci chiaro” potrebbe chiedere la presentazione di uno completamente
nuovo. La lotta continua.
giovedì 3 marzo 2016
martedì 1 marzo 2016
FIGLI E ADOZIONI
Andrea Palermo ha pubblicato:
Il compagno Vendola si è COMPRATO un figlio alla modica cifra di 130.000 euro ma l’Italia si scandalizza solo quando Berlusconi va a mignotte, (aggiungo n.d.r) e nemmeno quando ADOTTA Verdini.
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