Persino le bagnine. Dalle
forme rotonde o no. Niente. Hanno voluto toglierci, non dico la soddisfazione
di farci, eventualmente, salvare da loro ma anche quella di limitarci a
guardarle. Nel caso meritassero una sbirciatina, ovviamente. Macché. Già,
perché in nome dell'islamicamente corretto a Jesolo, spiaggia, peraltro
solitamente affollata di bikini e di lati A e B vari, il sindaco Valerio
Zoggia, di comune accordo con la Federconsorzi, decise, giusto l'anno scorso,
di toglierle di mezzo. Di stabilire che i lifeguards sulla spiaggia fossero
soltanto uomini perché, bagnanti e anche venditori abusivi di religione
musulmana non se avessero a male. O, peggio, stando alle lamentele della
precedente stagione balneare, perché non si mettessero ad insultarle dato che,
citiamo testualmente le parole pronunciate allora dal presidente della Federconsorzi
Renato Cattai: «Ai loro occhi non godevano della necessaria autorità, perché i
musulmani, per la loro cultura, non ascoltano le donne quando danno ordini o
anche solo consigli».
Sorprendente no? Anche la
discriminazione al contrario sulle bagnine. Come se non bastasse quella lunga
lista di auto-limitazioni, che sono state stabilite, per non creare problemi,
nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle mense, nei luoghi e negli uffici
pubblici. Qualche esempio di autocensura di presidi e insegnanti illuminati?
Crocifissi tolti in grande quantità, praticamente da Nord a Sud da Est a Ovest
di questa nostra Italia, e tante piccole perline di saggezza. Come a Bolzano
dove non c'è stata la canzoncina su Gesù per rispetto dei bambini musulmani.
Decisione delle insegnanti della scuola materna «Casa del bosco» in vista della
recita di Natale, pensando di dare un buon esempio di integrazione in un asilo,
quello del quartiere di Oltrisarco, a forte presenza multietnica.
Più o meno ciò che hanno
fatto nel Piacentino all'istituto scolastico comprensivo di Monticelli d'Ongina
e San Nazzaro (materne e medie) dove è stato deciso di vietare ogni riferimento
ai temi religiosi tra le iniziative scolastiche per Natale. E, così dall'oggi
al domani, è stato tolto il presepe a 120 bimbi. O a Cardano al Campo,
provincia di Varese, dove la dirigente scolastica ha fermamente impedito al
parroco del paese di entrare nelle scuole per una benedizione natalizia.
Dai simboli natalizi al
cibo «corretto» il passo è breve. E, anche in questo caso, molte sono le città
che si sono «adeguate». A Pescara per esempio niente più bistecche di maiale
sulle tavole delle mense delle scuole materne, elementari e degli asili nido
comunali. Sostituite da pollo, tacchino, coniglio e carne bovina, in modo da
coniugare una più corretta educazione alimentare con un menu che si adatta
anche alle esigenze degli scolari di religione musulmana. Questa la decisione
dell'amministrazione di sinistra. D'altra parte l'esempio viene dall'alto, dato
che non è nemmeno recente la decisione governativa di varare il marchio
«Halal», sponsorizzato dai ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico,
della Salute e delle Politiche agricole per un made in Italy islamicamente
corretto all'insegna del quale esportare nei Paesi musulmani tutte le nostre
eccellenze alimentari, tortelloni e lasagne compresi, ma anche i farmaci più
avanzati e le migliori specialità cosmetiche. E per rispettare, anche in
Italia, le regole coraniche.
Poi c'è l'islamicamente
corretto che permette anche di fare affari. Come nel caso di Giorgio Lotta,
imprenditore edile di Udine che, vedendo una foto di giovani musulmani in
preghiera a Londra, ha inventato il jeans Al Quds, Gerusalemme in Arabo.
Prodotto in Pakistan, il jeans Al Quds è così comodo da consentire agevolmente
molti piegamenti durante la preghiera e presenta cuciture in filo verde, colore
caro all'Islam. Rivolto a giovani di seconda o terza generazione che vogliono
essere trendy senza dimenticare le proprie origini, il jeans è diventato un
successo mondiale. Un progetto che non certo fa acqua, in altre parole. E, a
proposito di acqua, a Mestre la piscina Bissuola è diventata islamicamente
corretta, dato che per alcune domeniche, alla mattina, è stata riservata alle
donne anche e soprattutto musulmane con ingresso quindi vietato agli uomini.
Sulla scorta del principio che il corpo della donna sarebbe di per sé
peccaminoso mentre in Occidente lo si guarda, magari con troppa insistenza, ma
come un quadro. Un capolavoro.
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